15 Settembre, 2002
I disagi e le attese degli anziani
Legautonomie: «Con la legge quadro n. 328 del 2001 ci si era dati una legislatura che poneva l’Italia ad un buon livello nei servizi socio-assistenziali»
La stampa da notizia che in questi giorni le condizioni atmosferiche causano diversi malori a persone anziane, se a questo accompagniamo il bisogno impellente di alloggi pubblici a locazione sostenibile e le talvolta tragiche conseguenze della solitudine, si tocca con mano quanto sia grave il problema della tutela delle categorie fragili e bisognose di aiuto in generale e degli anziani in particolare. Eppure con la legge quadro di riforma dell’assistenza n. 328/2001 ci si era dati una legislatura in merito che poneva l’Italia ad un buon livello nei servizi socio-assistenziali.La legge però è stata di fatto abbandonata da questo Governo. Nonostante la martellante cultura dei voucher e dei bonus c’è un disperato bisogno di una rete integrata di servizi sul territorio. Nelle politiche sociali questo Governo ha mostrato grande inadeguatezza. Il Fondo per la non autosufficienza, punto cruciale per l'integrazione socio-sanitaria, è stato bloccato prima dal ministro Tremonti e poi da Siniscalco, che afferma testualmente non essere questa una priorità per l’attuale governo. Tesi avvallata dalle affermazioni del sottosegretario al welfare, Grazia Sestini. Questa attribuisce alla riforma del Titolo V della Costituzione il trasferimento di fatto delle politiche sociali alle Regioni, togliendo al Governo ogni ruolo nella attuazione della 328. E’ questo un giudizio infondato e pretestuoso, perché la legge quadro di riforma dell'assistenza attribuisce invece allo Stato il dovere di promuovere i diritti sociali e civili attraverso la definizione dei Livelli essenziali di assistenza. Il Governo, infatti, era tenuto a definire i Liveas, ad adeguare le risorse e ad attuarli. C’è stato invece un esplicito abbandono della 328, in quanto, mancando il quadro di riferimento nazionale il federalismo ha mostrato la sua gravissima difficoltà in campo sociale e assistenziale.Tuttavia, proprio in questo scenario occorre rilanciare questa legge, nata come strumento condiviso, proseguendone l'attuazione con iniziative locali e territoriali, partendo dalle Regioni che devono fornire in primo luogo le risorse. Sarà poi l’esperienza sul campo ad orientare i Comuni su come la 328 debba essere compiutamente attuata.Per arrivare a questo essi, poggiando anche sulla forte struttura delle RSA presente nella nostra realtà, devono salvaguardare il ruolo centrale del pubblico, a cui spetta in primo luogo la programmazione, la formazione, il monitoraggio e la valutazione dei risultati.
 
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