15 Settembre, 2002
A proposito della polemica «Terroristi islamici delle case dell'Aler»
Presa di posizione del Gruppo Consiliare Ds in Provincia di Cremona
Fa piacere che il consigliere provinciale Borghetti, che due mesi fa disse,
in Conferenza Capigruppo: "Cosa c'entriamo noi con l'Aler?", oggi
scopra che l'Aler è una importante e grande azienda che risponde ai bisogni di
cui vale la pena occuparsi. Peccato che questa azienda sia allo sbando da almeno
sei mesi, come appare anche dalle dichiarazioni di questi giorni, in cui
Presidente e Vice Presidente di centro-destra "danno i numeri". E
peccato che il Presidente non abbia avuto la cortesia di incontrare il Consiglio
Provinciale che chiedeva, sempre due mesi fa, di capire le difficoltà e
concertare insieme le soluzioni migliori per gli inquilini.
Nel merito delle più recenti questioni aperte da Borghetti sull'assegnazione di
alloggi pubblici a presunti terroristi vorrei fare poche semplici riflessioni.
Viviamo in un paese civile, in uno stato di diritto, che si fonda sul rispetto
di norme condivise e votate democraticamente, dove le istituzioni che reggono la
vita amministrativa dialogano e cooperano tra loro. Non possiamo prescindere da
questo principi.
Le case dell'Aler sono assegnate sulla base di criteri, decisi dalla Regione
Lombardia, governata da 10 anni dal centro-destra. Queste regole, se non vanno
bene, volendo si possono cambiare. È tuttavia fondamentale che oggi vengano
rispettate, dai comuni che hanno la competenza di stilare le graduatorie di
assegnazione.
Attaccare, forse per un pugno di voti in più, le amministrazione, come il
Comune di Cremona, che nel rispetto di queste regole svolgono i loro compiti
significa lucrare sulla paura che il terrorismo di ogni forma e colore porta con
sé. Si sviliscono così occasioni importanti di riflessione e di crescita
civile, volte a comprendere come convivere nel prossimo futuro con un fenomeno
irreversibile di confronto con la componente straniera. Si ferma così il
pensiero sul futuro di uno stato di diritto ad una polemica volgare, che non
aiuta a sconfiggere il terrorismo. Anzi lo si alimenta.
L'invito è ad una maggiore responsabilità, perché solo l'azione comune di
tutte le forze politiche e sociali del nostro Paese, dell'Europa e del Mondo
potrà far prevalere sull'odio una cultura di pace.
Maria Cristina Manfredini
Gruppo Consiliare Ds Provincia di Cremona
 
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