15 Settembre, 2002
Successo de la Fabbrica del Vapore....
Una bandiera sventola lontano. Pochi sono quelli che la notano e ancora meno (forse) quelli che sanno cosa rappresenta. E’ un feticcio, simbolo dell’azione che ha avuto luogo qualche mese fa a Cremona, da un’idea di Riccardo Benassi.
Milano, Fabbrica del Vapore fino al 30.IX.2005
In corso d’opera
Si chiude il Master per curatori dell’Accademia
di Belle Arti di Brera. Arrivato ormai alla
nona edizione presenta la consueta mostra-epilogo.
Venti cervelli al lavoro che si confrontano
con il “mestiere” del curatore…
martedì 20 settembre 2005
Una bandiera sventola lontano. Pochi sono
quelli che la notano e ancora meno (forse)
quelli che sanno cosa rappresenta. E’ un
feticcio, simbolo dell’azione che ha avuto
luogo qualche mese fa a Cremona, da un’idea
di Riccardo Benassi. Ma è anche la prima
avvisaglia di ciò che si sta svolgendo dentro
gli spazi espositivi della Fabbrica del Vapore.
A conclusione del Master in Comunicazione
delle arti visive, il gruppo dei Curator9
ha realizzato, con la collaborazione di alcuni
docenti, la mostra In corso d’opera.
Gli artisti selezionati si spartiscono nel
migliore dei modi uno spazio esiguo e non
privo di vincoli. I loro progetti, pur molto
diversi, si trovano accomunati dall’attenzione
verso il territorio artistico inteso come
luogo d’incontro.
Un incontro ricercato, addirittura ricreato
in loco, grazie all’uso di due telecamere
che permettono, a distanza, l’incrocio fortuito
di due sguardi. E’ così nella folla, all’improvviso
ci si trova a fissare un paio di occhi grazie
all’installazione di Alessandro Nassiri Tabibzadeh,
alla ricerca di un contatto, per una volta
meno sbadato del guardare “con la coda dell’occhio”.
Osservazione più vouyeuristica è quella ottenuta
nella camera ottica di Francesca Cogni. Uno
spioncino sulla piazza, poco distante, di
fronte al Cimitero Monumentale. Un concatenazione
di riflessi, un gioco di specchi crea un
contatto con il mondo esterno, il mondo fuggevole
del passante anonimo. Incorniciato, quest’ultimo,
da una selettiva visuale privilegiata che
gli concede un attimo di concentrata attenzione.
Mentre la selezione nella fruizione del lavoro
della Cogni è indissolubilmente legata all’attimo
nel quale la si sceglie, quella offerta da
Triplicity degli Ogino Knauss è dipendente
dalla “parola”. Il visitatore, infatti, viene
invitato a cliccare tra una serie di parole
ad ognuna delle quali è connessa una traccia
video. Impressioni, emozioni, vissuto quotidiano
si susseguono, si accavallano, sembrano spalancare
l’orizzonte ad un percorso evocativo ogni
volta diverso.
Chiara Camoni rende il pubblico partecipe
della sua scoperta: nel 1582 Gregorio VII
con la bolla Inter Gravissimas abolisce Dieci
Giorni dal calendario corrente. Il “furto
autorizzato” le fornisce lo spunto per una
riflessione sul valore del tempo. L’artista
si appropria dello scarto temporale rivendendolo
ai visitatori ignari dell’antica privazione
tramite la stipulazione di legale contratto.
Meno “dispendioso” è il rapporto proposto
da Gianluca Fratantonio. La sua è un offerta.
Le ali che egli stesso ha indossato, nei
tentativi di volo documentati dalle stampe
fotografiche, sono a disposizione di chi
ne voglia usufruire. L’esperienza del volo
ricalca l’immersione in un sogno, la partenza
di un viaggio oltre i limiti iscritti su
di un paio di guanti sotto forma di punti
cardinali.
Punto d’incontro, centro di aggregazione
e luogo deputato alla convivialità risulta
il Terrace Bar, installazione degli Arabeschi
di Latte. Nato ricalcando usi, costumi e
oggettistica dell’home-bar, il piccolo angolo
di ristoro rende un tono familiare al rito
dell’aperitivo senza tralasciare la fondamentale
componente estetica.
claudio musso
mostra visitata il 15 settembre 2005
 
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