15 Settembre, 2002
Mostra delle opere pittoriche di Cornelio Bertazzoli.
CORNELIO BERTAZZOLI è la realtà di una PITTURA che continua ad “essere”
Mostra delle opere pittoriche di Cornelio
Bertazzoli.
A Sesto Cremonese 1-2-8-9 ottobre 2005
orari:
sabato dalle 17 alle 19,30
domenica dalle 11 alle 12,30 e dalle 15 alle
19,30
L'inaugurazione si terrà il 1° ottobre alle
ore 17,30.
La mostra sarà presentata dal Sen. Rescaglio
prof. Angelo.
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Appunti per la Presentazione del “mondo pittorico”
di Cornelio Bertazzoli
CORNELIO BERTAZZOLI è la realtà di una PITTURA
che continua ad “essere”
Pensando alle vicende pittoriche di CORNELIO
BERTAZZOLI, in me stesso ripeto un testo
poetico emblematico di Mario Luzi, ora anche
“Senatore a vita”, per i suoi altissimi meriti
culturali:
“Dove mi porti, mia arte?/in che remoto/deserto
territorio/ a un tratto mi sbalestri?/ In
che paradiso di salute,/di luce e libertà,/arte,
per incantesimo mi scorti?/Mia? Non è mia
quest’arte,/la pratico, la affino/le apro
le riserve/umane del dolore,/divine me ne
appresta/lei di ardore/ e di contemplazione/
nei cieli in cui mi inoltro.../oh mia indecifrabile
conditio,/mia insostituibile incarnazione!”.
La parte finale, “mia insostituibile incarnazione”,
ben si addice all’ARTE del Pittore Cornelio:
un traguardo tutto personale il suo, fuori
dalle mode e dai riferimenti epocali, con
la volontà tenace di “arrivare” a costruire
un percorso che soltanto gli appartiene.
Mi è sempre piaciuta l’immagine di Oscar
De Marchi, uomo di finissima cultura, per
far comprendere i traguardi raggiunti da
questa “pittura”:
“Chi lo ha seguito, lo ha visto attraversare
gli anni e approdare oggi a una riva raggiunta
con faticose, ma robuste bracciate, senza
essere preso nei gorghi da quel fiume di
manierismo che da ogni parte oggi ci prende.
Sul finire di questa nostra civiltà agricola
e contadina, Bertazzoli, con quel qualcosa
di dialettale, di vernacolo, di rustico che
lo distingue si fa e resta uno degli ultimi
e nobili interpreti”.
Possiamo, certo, pensare alla “scuola novecentista”,
al clima schiettamente figurativo di certe
esperienze di pittura, “ma di una figuratività
libera, ove il tutto è calato in una atmosfera,
in un clima che trasfigura le cose, per cui
la realtà oggettiva viene portata al limite
estremo” (De Marchi).
Così, si impongono, subito, alla nostra attenzione,
i suoi inconfondibili colori grigi e bruni,
con una evidenza particolari, che rendono
immediatamente gli oggetti rappresentati.
Due riflessioni ben si adattano al “dipingere”
di Cornelio Bertazzoli:
“L’arte, essendo linguaggio, ha come suo
proprio elemento il segno”(Georges Mathieu,
pittore francese 1921); “Quella che sogno
è un’arte d’equilibrio, di purezze, di tranquillità,
senza elementi inquietanti o preoccupanti...un
calmante...qualche cosa di simile a una buona
poltrona” (Henri Matisse, altro pittore francese,
1869 – 1954).
Parlare di “segno” significa – considerare
questa pittura – individuare l’anima vera
di questa arte, che merita veramente attenzione
e rispetto, per la sua autenticità e dignità;
così, è facile osservare e immaginare tutto
come “un’arte d’equilibrio”, perché il quadro
del pittore Cornelio è, fondamentalmente,
invito ad una riflessione pacata e ad un
ricordo convincente.
Nelle sue opere centrale è l’Ambiente, considerato
sempre “ambiente di vita”, in cui puoi anche
non vedere la presenza fisica dell’Uomo,
però avverti qualche cosa che richiama ad
altro, anche quel “silenzio” che sempre De
Marchi definiva “un poco metafisico”.
I Pittori Futuristi, nel loro programma,
avevano anche questo tema:
“E’ vitale soltanto quell’arte che trova
i propri elementi nell’ambiente che la circonda.
Come i nostri antenati trassero materia d’arte
dalla atmosfera religiosa che incombeva sulle
anime loro, così noi dobbiamo ispirarci ai
tangibili miracoli della vita contemporanea,
alla ferrea rete di velocità che avvolge
la terra” (1910). Il pittore Cornelio – con
valido supporto della Scuola, che è sempre
esperienza di nuove intuizioni – ci ha fatto
amare l’ambiente padano (e per me, figlio
della “Bassa”, non è cosa da poco...), fatto
di boschi, di lanche, di bodri, di sterpaglie,
di arbusti, di sabbie, tronchi, radici, acque...e
cieli inconfondibilmente bertazzoliani (con
quegli azzurri che ti lasciano assorti...nella
speranza di scoprire altro lontano, verso
terre infinite...).
Non rivela, nelle sue opere, particolari
sentimentalismi, compiacenze: forse la lezione
del Verga – dalla prosa alla pittura – ha
creato sistema nel Novecento: il mito della
impersonalità non come limite, bensì come
valore, per far emergere, ancora di più,
il soggetto, il tema trattato nelle sue peculiarità,
il sentimento emergente (del resto, è stato
ampiamente sostenuto che “l’arte è la costruzione
di tutto ciò che è spontaneo...”).
E così noi amiamo questa “pittura”, nella
sua dignità sacrale, di CORNELIO BERTAZZOLI,
l’abbiamo sempre amata, perché ci proietta
all’esterno di noi, rendendoci attenti alle
cose che ci circondano, sollecitando la nostra
curiosità intellettuale e umana, e insieme
ci sollecita ad entrare in noi stessi: la
commozione del vissuto...che riesce a renderci
partecipi dei destini degli altri.
Andrè Malraux (storico dell’Arte francese,
1901/1976) ci ha consegnato questo suo progetto:
“...E alla domanda: Cos’è l’arte? Potremmo
rispondere: sono le forme quando diventano
stile”.
Qui tutto é “stile”, inconfondibilmente suo,
speriamo faccia scuola per i tempi che verranno,
con Giovani sempre più disposti a conoscere
questo “impegno artistico”, che non ha mai
gridato, eppure è di una bellezza che ci
coinvolge.
Angelo Rescaglio
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Note Biografiche di Cornelio Bertazzoli.
Testo e note seguenti tratti da " Invito
alla mostra personale di Cornelio Bertazzoli"
del 1998 della Pro Loco di Sesto ed Uniti:
BREVI NOTE BIOGRAFICHE : Cornelio Bertazzoli,nato
a Cremona nel 1936.Inizia a dipingere giovanissimo
e gia' nel 1950 viene segnalato alle "Olimpiadi
Culturali di Roma" .Nel 1960 viene segnalato
alla "Biennale di Gorizia" e nel
1985 insignito del "Premio Agrumello"
. PRINCIPALI ESPOSIZIONI: 1961 personale
a Trieste, 1980 , 1987, e 1988 personali
a Sesto ed Uniti (CR), 1989 personale al
"Centro Culturale S.Michele" di
Cremona ,1993 personale a Sesto ed U., 1995
personale alla galleria "Il Torrazzo"
di Cremona, 1995 personale nella Rocca Pallavicina
di Monticelli d'O.(PC), 1996 personale nel
Palazzo del Monte di Pieta' di Busseto(PR),
1996 personale presso il Club House del Golf
Club " Il Torrazzo" di Cremona,
1997 personale nella Galleria del centro
Commerciale Cremona Due a S.Marino di Gadesco
(CR), 1997 e 1998 personali allo Studio d'Arte
" La Saletta" di Cremona. HANNO
SCRITTO DI LUI: P.Bonometti,L.Colletti,R.De
Grada,M.Bombic, O. De Marchi, D. Gioseffi,
E.Fezzi, M.Ghilardi, E.Maglia, G.Mascherpa,
M.Monteverdi,P.A.Negri,P.Riccardi,E.Treccani,
A.Zeni,T.Cordani, F.Lazzari,G.Balistrocchi,D.Mattarozzi
.... omissis.... E' sempre un piacere osservare
con quale amore il Maestro traduce in arte
paesaggi, nature morte, scene di vita quotidiana.
.... omissis .. unitamente alla schiera dei
suoi ammiratori avvertiamo lo stimolante
impatto con la natura, le vibrazioni di luce
che rompono le linee del disegno : luce e
materia perdono la forma tradizionale e si
fondono in immagini di forte intensita' poetica.
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