15 Settembre, 2002
Punto e a capo
Le sfide della politica dopo Berlusconi - *Ancor più dopo il 9 aprile non penso affatto che gli onesti stiano tutti a sinistra e i disonesti tutti a destra o viceversa*.
Autore: R. D'Ambrosio , R. Pinto
Titolo: Punto e a capo
Le sfide della politica dopo Berlusconi
Pagine: 16
ISBN: 88-89197-84-6
Prezzo: Euro 2,50
«Quello che più importa è di dare prova, di testimoniare, da parte di tutti, che la politica non è gioco di uomini scaltri tutti protesi all’affermazione di un potere, ma impegno alla difesa e promozione di quei valori nei quali l’uomo si realizza in tutte le sue componenti, fisiche e spirituali, nelle proprie capacità di rapporti interpersonali, sociali, economici, politici, culturali, restando la persona umana il punto di partenza e il fine ultimo dell’attività politica. Siamo preparati a pensare politicamente?». Giuseppe Lazzati
Tra ferite e feritoie di Rocco D’Ambrosio
Ancor più dopo il 9 aprile non penso affatto che gli onesti stiano tutti a sinistra e i disonesti tutti a destra o viceversa. Esiste una frattura ben più complessa e variegata di una semplice divisione tra buoni e cattivi in steccati rigidi e invalicabili tra loro; senza dimenticare, che per i cristiani, la divisione tra bene e male passa prima di tutto in ognuno di noi. Dal punto di vista politico sono convinto che ci sono brave persone in tutti i partiti e che sia riduttivo identificare la destra con Berlusconi. Come sono convinto che la persona di Berlusconi pone non pochi dubbi morali. Per questo chi lo ha votato o non ha capito il reale pericolo o condivide le sue finalità. Ma il problema è e resta più ampio e profondo del voto. Analizzarlo, anche se in poche battute e per punti solo enunciati, non può esserci che utile.
L’attuale situazione morale e culturale dell’Italia viene da lontano; a mio avviso dalla fine degli anni ’70. Sono gli anni in cui i maggiori partiti, DC e PCI, non formano più sistematicamente i loro dirigenti; sono gli anni dello smarrimento dei cattolici dopo la scomparsa di Moro e di Paolo VI (e poi, per il PCI, di Berlinguer). I partiti, a partire da allora, rafforzano l’occupazione, in maniera pervasiva e globale, di tutti il luoghi del potere (partitocrazia). Per una errata interpretazione del Vaticano II, le comunità spesso si rifugiano in forme di spiritualismo e disimpegno sociale e politico. Sono gli anni in cui la mafia rafforza il suo legame con la politica a tutti i livelli. Una congiuntura economica positiva è sfruttata solo come vacca grassa da mungere. Sono gli anni della mancata risposta culturale e morale ai problemi posti dalla protesta giovanile.
 
Fonte
|