15 Settembre, 2002
Gli scavi di piazza Marconi
L’indagine della «domus» è quasi terminata; il ritrovamento di un focolare
Come anche l’osservatore distratto può notare, la situazione dello scavo
archeologico è radicalmente mutata.
L’indagine della domus ad andamento nord-sud che si sviluppa lungo il
lato ovest dello scavo è quasi terminata. È stato raggiunto il piano in terra
battuta del piano terreno che doveva affiancarsi su un cortile pavimentato in
laterizi. Particolarmente interessante è il ritrovamento di un focolare
costruito con tre mattoni di tipo sesquipedales, con un bordo in
frammenti laterizi; intorno, nella parte superiore, si trovavano numerosi
chicchi carbonizzati di orzo. Si ricorda che l'orzo, uno dei cereali
fondamentali nella dieta dei Romani, veniva usato specialmente per la
preparazione del puls, una specie di polentina che era un piatto base
della cucina. Un rython, un vaso potorio senza base di appoggio, è stato
rinvenuto nella fondazione del focolare. Il bicchiere, a forma di cornucopia, ha
una invetriatura color marroncino e motivi decorativi vegetali, a foglie e a
tralci di vite. La parte terminale è a testa di antilope. Questo tipo di vaso è
davvero raro in Italia, esemplari sono stati ritrovati in ambiente termale, e ha
sicuramente una valenza rituale; viene anche associato ai Lari, le divinità
domestiche protettrici della casa. La posizione del reperto sotto il focolare è
suggestiva poiché si tratta del punto focale della casa, e forse potrebbe essere
interpretata come un rito propiziatorio voluto dai padroni della casa. La stanza
verso nord è stata frequentata molto più a lungo delle altre stanze della
residenza che, come già più volte detto, sono state abbandonate in seguito alle
distruzioni del 69 d.C. Una serie di intonaci dipinti del II-III sec. d.C.
presentano motivi e tratti molto diversi da quelli già rinvenuti: di spicco sono
un frammento con grandi pennellate a motivi vegetali e a fasce e un timpano,
probabilmente del lararium, l’altare domestico dedicato ai Lari. Altri
reperti interessanti provengono da questa zona, tra cui parte di un volto di una
statua di raffinata fattura di marmo lunense, una lucerna di tipo firmalampen
con testa di satiro, e due frammenti di coppette, dette antroproposape, cioè con
volti raffigurati in modo grottesco. Numerosi sono anche i frammenti di coppe e
recipienti di vetro trasparente, anch’esso indice di una cronologia più tarda.
Una grande quantità di lacerti pavimentali con sfondo in cocciopesto e
blocchetti irregolari di laterizi provengono da questo ambiente.
Il settore orientale è molto diverso da quello occidentale: si trovano grandi
bonifiche con riporti di terra e piccole opere di drenaggio costruite con anfore
di riutilizzo, tecnica diffusa in questa area umida della città (ad esempio
nella domus scavata in Piazza Sant’Angelo e nel saggio II dello scavo
2002 di Piazza Marconi). Si ricorda che il Po scorreva nelle vicinanze,
probabilmente nella zona dell’attuale via Platina. Dagli strati di abbandono
degli edifici protoaugustei provengono un ciondolo amuleto fallico in bronzo e
un figura femminile, forse partoriente, in pasta vitrea. Oltre a parti di
edifici sono state individuati numerosi elementi (pozzi e plinti per portici)
che permettono di definire zone all’aperto o fortilizi. Infine sono state
rinvenuti canaletti sia di scolo delle acque che per il rifornimento idrico,
come ci dimostra il ritrovamento di un segmento di una fistula in piombo.
Tra poco lo scavo nell’attuale area di indagine sarà sospeso in attesa della
posa delle paratie protettive, e si inizierà a scavare nel settore sud-ovest
della piazza nelle vicinanze del saggio II eseguito nel 2002.
 
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