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 Storia Cremonese

15 Settembre, 2002
Giuseppe Ghisalberti, l’avvocato Presidente dal 1948 al 1970-ric. n. 49
Ghisalberti Giuseppe, nasce a Lodi il 19 gennaio 1891. Si laurea in giurisprudenza a Pavia, dove era stato alunno del Collegio Ghisleri.

Giuseppe Ghisalberti, l’avvocato Presidente.
Cenni  biografici
Ghisalberti Giuseppe, nasce a Lodi il 19 gennaio 1891. Si  laurea in giurisprudenza a Pavia, dove era stato alunno del Collegio Ghisleri.

Appena laureato, vinceva il concorso di Segretario Comunale a Castelleone ed è in tale Comune,  centro molto vivace di azione politica, sociale e religiosa , che l’Avv. Ghisalberti inizierà la sua milizia politica a fianco dell’On Miglioli, avendo modo di incontrare Cappi, Ferrari, unitamente ai quali doveva farsi sostenitore delle leghe bianche e del movimento contadino. Egli portava nella lotta politica, la passione del padre, che era stato il primo candidato socialista per le elezioni politiche nel collegio di Crema.

Ai primi segni del fascismo, fu tra i propugnatori di un accordo fra il partito popolare ed il partito socialista, ma l’esempio non venne seguito a livello nazionale, dove si pensava che la nuova forza politica sarebbe stata presto assorbita.

Durante il periodo fascista  e fino alla Liberazione, antifascista silente, lavora a Castelleone , da dove mantiene i contatti politici.

Dopo la liberazione , coopera alla fondazione della Democrazia Cristiana, alla quale diede tutto il suo impegno, la vivida intelligenza, l’esempio di un costume pubblico intemerato. Non volle  mai farsi candidato alle elezioni politiche, preferendo dare il suo contributo all’Amministrazione  al  locale.

Eletto a Presidente della Provincia sia dalla prima ricostruzione dei suoi organi democratici, ricoprì tale incarico fino al giorno della sua morte, il 7 gennaio 1970.

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Un motivo di riflessione

di Renzo Rebecchi (*)

II X anniversario de11a scomparsa de11' Avv. Giuseppe Ghisalberti, gia Presidente dell’ Amministrazione Provinciale di Cremona, ricorre in un momento di particolare gravità per l'intero sistema politico-sociale del nostro Paese.

La celebrazione adempie ad una precisa volontà mia e di alcuni amici che ebbero la fortuna di conoscerLo e di apprezzarne cosi le alte qualità di uomo e di politico collaborando nell'amministrare la cosa pubblica nell' arco di oltre un ventennio.

Spetta a me (allora ero il piu’ giovane amministratore in Consiglio Provinciale) come attuale Presidente de11a Provincia, ravvivare il ricordo della figura di Ghisalberti. testimone de11'onesta democrazia e uomo politico a completo servizio della comunità provinciale cremonese.

Fu saggio Maestro di vita e guida sicura a cui chiedere consiglio e a cui attingere preziosi insegnamenti. nel difficile e delicato compito del ..fare politica ..anche nell'amministrazione degli enti locali.

 

(*) Presidente dell'Amministrazione Provinciale di Cremona durante la celebrazione , tenutasi a Cremona il 20 dicembre 1980, nel X Anniversario della scomparsa dell'Avv.Giuseppe Ghisalberti.

 

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Un modello per gli amministratori degli anni ’80.

Scrive Walter Montini (*)

 

“ La società cremonese del dopoguerra stava trasformando la propria economia da rurale ad industriale, con tutte le conseguenze del caso. Consapevole che l’industrializzazione cremonese non avrebbe mai potuto assumere le caratteristiche e le dimensioni di quella milanese, Ghisalberti lavorò e previde per creare quelle infrastrutture essenziali ad un tipo di economia cremonese mista, agricola e piccolo medio industriale.

E alle opere  cui dette mano cui dette mano è legato ancor oggi il futuro della nostra provincia: la direttissima per Milano ( la cosiddetta Paullese, chiamata all’inizio “ La Ghisalberta” ), l’autostrada Piacenza-Cremona-Brescia, il Porto e l’inizio del Canale Navigabile sono i tre capisaldi infrastrutturali che rientrano in una previsione  programmatoria di grande intelligenza e lungimiranza, sui quali ancor oggi si fonda il discorso programmatorio regionale di riequilibrio territoriale”.

 

(*) da La  Riscossa anno 33°-n.4-5-6 del luglio-settembre 1980.

 

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A ricordo di Ghisalberti

di Vincenzo Vernaschi (*)

 

“ In ventidue anni di partecipazione attiva, non tenne mai discorsi in campagna elettorale, tranne che per l’ultimo mandato. E volle allora che il suo discorso fosse per i castelleonesi, fosse l’occasione di un incontro di vecchi amici, che egli avrebbe salutato ad uno ad uno nel percorso dal monumento ai caduti, davanti al quale aveva posto una corona, fino al Teatro. E durante il discorso li avrebbe di nuovo ricordati per nome, a cominciare dal Sindaco Lombardi presente al “ Comizio”. Dalel tre contrade principali  si erano mosse tre bande musicali, a sottolineare che nache un incontro elettorale è motivo di festa, per chi crede alla democrazia come sistema di libertà. E perché nessuno avesse dubbi, Ghisalberti cominciò il suo discorso ricordano che le bande presenti, erano venute però a sue “ spese personali”.

Un solo incontro che fissava però quattro valori fondamentali: il comizio è una convocazione libera di popolo per decidere intorno alle  proprie cose; le generazioni presenti debbono essere collegate strettamente a quelle che hanno sacrificato la vita per altri ideali;la libertà , come valore essenziale della democrazia;il pubblico amministratore deve avere il sommo rispetto il pubblico denaro”.

 

(*)da La  Riscossa anno 33°-n.4-5-6 del luglio-settembre 1980.

 

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Testimone della onesta democrazia.

Protagonista del  “Lodo Bianchi” .

Di Carlo Bellò (*)

 

“Che Egli si compiacesse sulla terra, e ora gioisca sull'arco dei cieli, di una amministrazione, che fu insieme sofferenza di stabilirsi nel quadrilatero finanziario della cassa e gioia di elargire. Lo si comprende dai frammenti di Sue note suI "Movimento Bianco", ai tempi del partito popolare, di cui fu il contabile senza competitori.

Fra le ricevute sta una bandiera della "Lega contadini" di Paderno, a carico nominale dell'on. Miglioli per L. 400; 120 lire di mance per le feste natalizie degli operai tipografi de "L ' Azione" nel1921 ; una ricevuta di L. 2.000 “da erogarsi in liquidazione spese Miglioli" nell'aprile 1921, e i parchi elenchi delle spese di vitto presso la Siora Nanna durante le trattative romane per il LODO BIANCHI.

La precisione di Ghisalberti permette qualche rivelazione sulla conduzione amministrativa dei momenti dl gloria del movimento migliolino, di cui Egli fu tenace assertore. II giornale, l'ufficio del lavoro, le elezioni politiche ed amministrative, l'agitazione agraria sono idealità positive, ma hanno il loro risvolto in prezzo di denaro. Su un foglio di carta qualunque, che fa parte del risparmio secondo la domestica parsimonia di lui, descrisse il 31 luglio 1921 il bilancio, ovviamente in deficit, di tutte quelle iniziative storiche. II costo totale dell'evento fu L. 131.300, 78 cent. Tolte le somme incassate di L. 43.390,15 cent. l'ammontante del deficit sarebbe L. 88.090,63. Fin qui l'evidenza. Ma in un appunto appena segnato con un Nota bene, in disparte, annoto, quasi con negligenza, la memoria che gli Offici del Lavoro "devono ancora restituire la somma di L. 459.875" mentre le fatture non ancora pagate erano gia incluse nello specchio amplissimo del debito. Questa contabilità è dunque solo apparentemente deficitaria perchè in realtà presuppone un avanzo di L. 459.875 -88.090: da cui si desume come il bilancio era nelle sue mani un sobrio mezzo terroristico per convincere al risparmio.

Dicendo della Sua originalità di gestione non si deve creare una leggenda suI senso unico dell'amministrare con rigore. Fra le spese emergono 4,241 per spese d'automobile, l'automobile "bianca" del Movimento e 27.433,80 lire per l'agitazione dei contadini, la più alta delle voci passive.

E spesso si rivolgeva, da credente, al Padre che elargisce i beni immensi della provvidenza, della grazia e della salvezza, pensando al mistero della gratuita. Infatti per un amministratore questa deve essere la strada più  semplice per comprendere 10 stile sovrabbondante del Signore del cielo e della terra, non escluso il dono del metano nel sottosuolo della provincia che fu una sua passione insoddisfatta.

Queste furono probabilmente le più significative caratteristi- che dello scriba cristiano che servi per oltre vent'anni l’ Amministrazione Provinciale di Cremona "traendo dal suo tesoro cose nuove e cose antiche".

Tuttavia l’opera di Ghisalberti si stabilisce nella vicenda del movimento dei contadini cristiani del dopo guerra (°) che furono i più decisivi della loro sorte storica. Guido Miglioli operava nella zona di Soresina e Castelleone, sottoscrivendo due importanti contratti collettivi di lavoro nel 1908 e nel 1912. Nel 1909 si era presentato candidato alle elezioni politiche: avendo ottenuto la maggioranza relativa, fu sconfitto in ballottaggio dalla ibrida coalizione radical-socialista per pochi voti. Nel 1913 espugno il collegio, occupato da tempo dall' On. Pavia, radi- cale, sottosegretario al Tesoro.

Ghisalberti partecipò alla ripresa della avventura sindacale, quando Miglioli e i solidali, Brugnoli, Ferrari. Cappi, Speranzini, Zanotti proposero il motto programmatico "La terra ai contadini" inaugurando, sotto l'insegna dello scudo crociato una nuova fase della politica agraria. Erano considerati la sinistra di quel partito popolare, che Miglioli avrebbe voluto chiamare "del proletariato cristiano". Riuscirono a ottenere (I maggio 1919) in condominio coi socialisti un accordo sulle otto ore di lavoro: a modifica della consuetudine di stare sui sol chi dal sorgere al calar del sole. Si passò a una nuova pedagogia strategica, con un progetto di patto colonico a compartecipazione (30 agosto 1919) fondato sul principio dei "due terzi del prodotto al contadino e un terzo al conduttore". Apparve allora la diversità delle rivendicazioni del movimento bianco sulla cointeressenza dalle richieste socialiste che premevano sostanzialmente sull'aumento salariale. La contesa fu condotta aspramente nel periodo fra il  settembre 1919 e restate 1920. In questi duri momenti di tensione appare alla ribalta la figura del segretario comunale di Castelleone Avv. Giuseppe Ghisalberti.

Sulla frontiera di un nuovo rapporto associativo" il diverbio durò oltre dieci settimane. AI culmine della agitazione il 12 giugno 1920, il capolega bianco Giuseppe Paulli venne ucciso alla cascina Tradoglia. E il contadino presso il qua1e Miglioli volle posta la propria tomba nel cimitero di Soresina.

L'evento luttuoso indusse le parti ad una volontà di conciliazione. Il 19 agosto 1920 a Parma venne firmato il concordato fra i rappresentanti dell' Associazione Agraria Cremonese e dell'Unione del Lavoro. Fra quelli che segnarono il patto e l’avv. Ghisalberti. Nel testo all’ articolo 11 dice che ..le parti... si impegnano di iniziare entro il mese lo studio di un progetto che abolisca col prossimo S. Martino l’attuale forma di salariato per sostituirvi la conduzione associativa". Con lavoro febbrile la Federazione bianca preparò la sua proposta  “I contadini... costituiranno una società di fatto coll’ attuale conduttore dell'azienda..." (ottobre 1920). Sui progetto, dopo quella di Miglioli, appare la firma di Giuseppe Ghisa1berti.

Avvenne un lungo e convulso scambio di vedute che si concluse con una bozza accettata dalle parti (l'8 giugno 1921). I firmatari della federazione bianca sono l’avv. Piero Brugnoli e l’Avv. Giuseppe Ghisalberti. Altre proposte e controproposte vennero preparate per opera di Ghisalberti e dei soci nel febbraio 1921 e alla fine marzo, mentre si svolgevano le discussioni sotto la presidenza del Ministro dell' Agricoltura. Durante le battute finali emerse Ghisalberti che sembro in un primo momento lasciarsi indurre a risolvere le questioni economiche del contratto. Prima della firma, tuttavia egli riaperse la questione di fondo, accettando l’arbitrato non appena sulle clausole economiche, ma ..su tutti gli elementi fissati dalla fase delle trattative" e cioè sull'applicazione della cointeressenza all'azienda fra imprenditori e contadini. Fu in questa occasione che si parlo ne .La Provincia.' (3 aprile 1921) di un ”trucco finale dell'avv. Ghisalberti” . Egli in sostanza voleva fermamente l’ abolizione del salariato, come venne garantito dal Lodo Bianchi del10 agosto 1921, esito della contrattazione.”

 

 (*) Storico Cremonese e relatore alla celebrazione , tenutasi a Cremona il 20 dicembre 1980, nel X Anniversario della scomparsa dell'Avv. Giuseppe Ghisalberti.

 

(°) guerra  1915-1918

 

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La “ giovinezza delle idee” di Ghisalberti

La testimonianza di Martino Mandredi (*)

 

Dice Martino Manfredi :

“ Quello che mi ha sempre impressionato in Ghisalberti è stata la “ giovinezza delle idee”, perche negli ultimi tempi, quando era già anziano, ha sempre conservato questa caratteristica. Non credo dire cosa riservata rivelando che ha sempre pregato Dio perché potesse vivere con la mente lucida….Io ho fatto con Ghisalberti parecchio cammino, perché fui con lui per 15 anni, sostituendolo poi nell’incarico di presidenza. Una delle cose che mi sorprendeva sempre, nonostante questa lunga conoscenza, era la mole di lavoro che quell’uomo riusciva a fare, e senza che uno se ne accorgesse. Era una attività incredibile. Basterebbe ricordare che allora la Provincia aveva circa 500 dipendenti, che Ghisalberti non avvicinava mai direttamente ( voleva sempre il rispetto delle gerarchie burocratiche) , ma che conosceva peò ad uno ad uno, sapendone i meriti e le capacità, o anche i demeriti.

Uno degli appunti che si facevano a Ghisalberti era di essere un accentratore; ma questa valutazione non è  esatta: la verità è che lui dominava su tutti per le capacità. E sono testimone del fatto che laddove riponeva fiducia concedeva massima autonomia d’azione.”

 

(*) Martino Manfredi è stato il successore di Ghisalberti alla Presidenza della Provincia ed uno dei testimonial alla celebrazione , tenutasi a Cremona il 20 dicembre 1980, nel X Anniversario della scomparsa dell'Avv. Giuseppe Ghisalberti.

 

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Un solido credo religioso.

Di Vittorino Gazza. (*)

“ Per me Ghisalberti non fu solo un “ patronus”, ma un padre. C’era in lui la dignità del superiore, ma c’era anche molto affetto verso l’inferiore.

 Leggeva la corrispondenza, firmava le lettere e gli atti che gli erano stati presentati indulgendo di tanto in tanto alla conversazione e lasciandosi andare alle confidenze. Appariva tutta la sua coscienza e la sua saggezza. Una volta mi disse che contano nella vita i fatti, le opere, riecheggiando il monito evangelico: “ Veda la gente le vostre opere buone”. In un’altra occasione, parlando del fascismo, pronunziò una frase che mi fece pensare a lungo: “ La violenza si è imposta più che per la folta presenza dei sostenitori per le troppe assenze degli oppositori”.

Il viso assumeva l’espressione bonaria e mite di chi interroga e giudica pari tempo, a volte però il tono della voce si faceva un poco rabbioso come quando parlava dell’immane ferocia della guerra e allora, da buon lodigiano, intercalava nel discorso incisive formule dialettali così che al suo dire mancava qualsiasi timidezza e veemenza, semmai si attenuava in un’ironia faceta e urbana.

 

(*) Testimonial alla celebrazione , tenutasi a Cremona il 20 dicembre 1980, nel X Anniversario della scomparsa dell'Avv. Giuseppe Ghisalberti

 

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Celebrazione nel X Anniversario scomparsa di Giuseppe Ghisalberti.

 

Il materiale è stato tratto  dal libro “ Giuseppe Ghisalberti, l’uomo ed il politico”

Il testo è la raccolta delle testimonianze, memorie e ricordi offerti in occasione della Celebrazione del X Anniversario della scomparsa dell’Avv. Giuseppe Ghisalberti, tenutasi a Cremona il 20 dicembre 1980.

Il Comitato Promotore della celebrazione era costituito:

-         Dott- Renzo Ribecchi, presidente

-         Prof. Dott. Carlo Bellò

-         Prof. Giacomo Cabrini

-         Prof.Vittorino Gazza

-         Dott. Martino Manfredi

-         On. Fiorenzo Maroli

-         Prof. Amerigo Orioli

-         Dott. Riccardo Piccioni

-         Ing. Alessandro Scaglia

-         Prof. Pietro Savoia

-         Sen. Dot. Vincenzo Verbaschi

-         M° Romeo Voltini

-         On. Gaetano Zanotti

-         Dott. Walter Montini, segretario

 

Alla celebrazione sono intervenuti o hanno inviato scritti:

-Carlo Bellò,Vittorino Gazza,Martino Manfredi,Walter Montini,Amerigo Orioli,Riccardo Piccioni,Renzo Ribecchi, Piergiorgio San Giovanni,Pietro Savoia, Alessandro Scaglia,Vincenzo Verbaschi, Romeo Voltini, Gaetano Zanotti.

 

Il libro  è stato stampato da Industria Editoriale Pizzorni-Cremona il 6 gennaio 1982.

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** materiale raccolto ed organizzato da Gia Carlo Storti, Cremona 1° ottobre 2006

 

 

 


       



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