15 Settembre, 2002
Eccellenza nella Pubblica Amministrazione
Una proposta dell’Associazione per il Partito Democratico (di Cesare Saccani)
1. Premessa
La modernizzazione del nostro paese non può prescindere da un profondo ripensamento del ruolo, delle funzioni e delle modalità di gestione della Pubblica Amministrazione.
Come ogni altra organizzazione (impresa, associazione, partito, ecc.) anche la Pubblica Amministrazione agisce in un contesto caratterizzato da crescente complessità (globalizzazione, accelerazione del tasso d’innovazione tecnologica, accelerazione dal cambiamento dei bisogni dei clienti/utenti) e da una crescente richiesta di “sviluppo sostenibile” proveniente dalla società.
Il processo di modernizzazione della PA deve tuttavia fare i conti con i vincoli imposti dal processo di risanamento dei conti pubblici che sembra presentare un irrisolvibile trade off tra radicali tagli alla spesa, con effetti di peggioramento sul sistema dei servizi erogati, e aumento delle entrate (nazionali e/o locali) per mantenere costante il livello delle risorse per finanziarli.
Con Bassanini ci fu un primo tentativo di introdurre in modo diffuso e sistematico criteri di managerialità nella Pubblica Amministrazione ma il processo è stato avviato in modo parziale e non può dirsi ancora concluso.
La PA, nelle sue diverse articolazioni, non ha – o non dovrebbe avere – altra vocazione fuori dell’erogazione di servizi efficaci al cittadino/impresa/territorio nel rispetto del principio di economicità della gestione. A questi aggettivi - cui si ricorre tanto spesso e che occorre preservare da un uso vacuo – aggiungiamo anche trasparenti e legittimi.
Questi attributi qualificano i principi fondamentali che dovrebbero ispirare l’azione amministrativa e il legislatore, nell’ultimo decennio, nel quadro di un complesso processo di riforma della PA, ha continuamente ribadito che efficienza, efficacia, economicità, trasparenza e legittimità sono obiettivi prioritari da perseguire.
Non possiamo soffermarci analiticamente sul significato di ciascuno di essi.
Dobbiamo invece sottolineare che metabolizzare e applicare questi principi implica un profondo ripensamento delle tradizionali logiche di governo e, contemporaneamente, lo sviluppo di nuove capacità strategiche e di programmazione nelle attività di pubblico interesse.
Sul piano organizzativo occorre sostituire progressivamente logiche basate sull’accentramento, sul dirigismo e sulla chiusura al rapporto con l’utente con logiche fondate su modelli organizzativi articolati, fondati sul decentramento funzionale e sull’accentramento delle funzioni di supporto.
Il processo di trasformazione organizzativa richiede una gran capacità di gestione del cambiamento che non può avvenire con metodi e tecnologie trasferiti in modo acritico da contesti aziendali privilegiando obiettivi di efficienza e di produttività a discapito dell'efficacia e della qualità delle risposte rispetto alle attese e ai bisogni del cittadino.
Occorrono sistemi manageriali, metodi e soluzioni adeguati a gestire la transizione verso una Pubblica Amministrazione capace di fornire ai cittadini servizi su misura, di promuovere lo sviluppo socio-economico del territorio e l’interazione con i numerosi interlocutori improntata al dialogo, alla partecipazione e alla negoziazione.
Occorre abbandonare la cultura dell’amministrazione al servizio del potere, come spesso è intesa dalla mens politica, e muovere verso una cultura di organizzazione al servizio del cittadino e di tutti i portatori di interesse (stakeholder).
Anche nella PA diventa necessario perseguire un’idea di eccellenza intesa come “capacità di conseguire e sostenere nel tempo risultati eccezionali (rispetto ai propri obiettivi e rispetto ai migliori concorrenti) a beneficio di tutti gli Stakeholder (inclusi gli Shareholders)” .
Questo implica che la misura dell’eccellenza non si lega, in modo esclusivo, alla sola ottimizzazione dei risultati di natura economica nell’esclusivo interesse dei poteri che esprimono gli Amministratori ma alla capacità di coniugare e mantenere in equilibrio nel tempo buoni risultati economici con il grado di soddisfazione di tutti i portatori di interesse o Stakeholders.
Come completare quindi la riforma dell’amministrazione avviata dalla legge Bassanini che ha riformato il quadro normativo della PA sollecitando interventi su tutti gli elementi caratteristici (organizzazione, funzioni, persone, procedimenti/processi, contabilità) e stabilendo che l’obiettivo del contenimento della spesa deve coniugarsi con l’investimento di risorse nell’amministrazione per migliorarne le prestazioni dei servizi?
Quali sono i principi ispiratori dell’azione di una PA moderna e capace di contribuire concretamente al processo di modernizzazione del Paese?
Come si determina se un Ente è ben gestito ed eroga servizi che soddisfano le esigenze degli utenti oppure presenta sacche di inefficienza o peggio produce ed eroga servizi non efficaci?
A queste domande cercheremo di fornire alcune risposte generali ma, soprattutto, presentare una proposta politica concreta.
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