Piazza S. Agata, 3 febbraio 2007
Autorità civili, religiose e militari, gentili ospiti, signore e signori, 
ricordare Mons. Guido Astori è la dimostrazione che nella nostra comunità il 
tempo non ha consumato l'emozione, non ha affievolito i sentimenti.
Quei sentimenti che i componenti tutti della Sezione e del Gruppo Alpini di 
Cremona hanno portato con caparbietà ad attivarsi perché si realizzasse questa 
bella iniziativa, carica di significato per l'intera città, e soprattutto per 
coloro che hanno avuto il privilegio di conoscere ed apprezzare la figura di 
Mons. Astori, l'Alpino di Dio.
Così era infatti chiamato dalla gente comune questo parroco tenace, che 
sfilava per la città svettando con il cappello da alpino dalla lunga penna nera.
Lui è rimasto sempre uguale, fiero e giovane nell'animo, sicuro punto di 
riferimento per religiosi e laici, forte della sua esperienza in un campo di 
prigionia e sempre vicino al cuore dei tanti soldati italiani fatti prigionieri 
durante il primo conflitto mondiale.
E davanti a tale personaggio, l'Amministrazione Comunale non ha esitato un 
attimo a dare il proprio sostegno, consapevole che era doveroso rendere omaggio 
a Mons. Astori proprio qui, vicino alla chiesa di S. Agata, che lo ha visto 
esercitare il suo ministero pastorale dal 1940 al 1964.
È giusto infatti che Mons. Guido Astori venga d'ora in poi ricordato non solo 
attraverso le sue parole, la sua attività di editore di documenti altrui di 
storia contemporanea e di scritti personali carichi di grande umanità e 
partecipazione (penso ad esempio alle sue “Memorie di guerra e di prigionia”), 
ma anche attraverso questa targa commemorativa, sulla quale si staglia il bel 
medaglione realizzato dal bravo scultore Mario Coppetti.
Si tratta di un doveroso quanto meritato omaggio ad un personaggio di grande 
spessore religioso, culturale ed umano che, con il suo impegno, la sua 
instancabile attività, ha vissuto, da protagonista, le due grandi tragedie del 
cosiddetto secolo breve, il Novecento, cioè le due Guerre Mondiali.
Un'esperienza drammatica dalla quale Mons. Astori, grazie alla sua fede, al 
suo grande amore per il prossimo, alla sua profonda carità cristiana, è uscito 
certamente provato, ma nello stesso tempo rafforzato nella volontà di affrontare 
con una determinazione, che potremmo definire davvero singolare, le difficoltà e 
le asprezze di un periodo storico segnato sì da grandi entusiasmi, ma anche da 
forti conflitti sociali. 
Oggi, commemorando questo uomo, questo religioso, lo facciamo per perseguire 
il dovere della memoria, affidando alle nuove generazioni un messaggio di pace 
che non è soltanto una scelta valoriale, ma anche una ineluttabile necessità per 
la sopravvivenza del mondo. 
Questa targa commemorativa con il volto dai tratti marcati di Mons. Astori è 
anche un bel messaggio che viene dato ai giovani, perché siano consapevoli di 
quanto sia grande la forza della memoria. Che questo li spinga a voler tenere 
vive anche nella loro memoria le nostre memorie!
Ricordare non è soltanto un pio dovere verso le moltitudini dei "sommersi" 
dalla storia. E' un dovere per se stessi e per le generazioni che verranno, 
nella consapevolezza che la forza della memoria può dar vita a un mondo più 
civile, più giusto, dove l'amore per gli altri prevalga sull'odio, dove il 
coraggio di cambiare prevalga sulla paura. 
Ed in fondo è proprio questo il messaggio che ci ha trasmesso l'Alpino di 
Dio!
Grazie dell'attenzione e soprattutto grazie per avere accolto l'invito a 
partecipare a questa cerimonia.