15 Settembre, 2002
Con Paolo Bodini senza se e senza ma. Il Partito Democratico non può essere il nuovo PS Italiano
di G.C.Storti-l’articolo è stato pubblicato su il settimanale Il Piccolo di Cremona di sabato 10 gennaio 2007.
Con Paolo Bodini senza se e senza ma.
Il Partito Democratico si deve fare, ma non
è necessario( o meglio obbligatorio) aderire al gruppo della sinistra socialista
europea.
Con Paolo Bodini senza se e senza ma.
Ho letto la dichiarazione del Sen. Paolo
Bodini che spiega il suo voto di astensione
al Senato. Ne ripropongo alcuni passaggi:“La
richiesta americana (di allargamento della
base di Vicenza n.d.r.) doveva essere l'occasione per ridiscutere
nella sua globalità il problema delle basi
americane in Italia a 60 e più anni dalla
fine della guerra e a 17 anni dalla caduta
del muro di Berlino. Precedenti quali quelli
della tragedia del Cermis non possono non
far riflettere sulla necessità di rivedere
certi accordi che ci vedono in condizioni
non paritetiche (per usare un eufemismo)
e che sono figli di un rapporto liberatori-liberati
non più attuale. Ritengo che l'alleanza atlantica
nel suo complesso abbia ancora un ruolo ma
che anche questo vada profondamente ridiscusso
alla luce di un nuovo equilibrio tra Europa
e America. Mi sento amico degli USA in quanto
nazione (e con profondi legami di amicizia
e ora anche famigliari) ma sono estremamente
critico con la politica estera di questa
amministrazione che ha dimostrato di non
capire quali sono i reali problemi negli
equilibri mondiali, che ha pensato di poter
combattere il terrorismo con una guerra convenzionale
(anziché con l'intelligence e con nuove politiche
di inclusione), che è stata sprezzante delle
regole e delle istituzioni internazionali
e che ha perfino calpestato diritti civili
basilari. Oltre tutto gli USA sono ancora
in fase di belligeranza in Iraq con progetti
di escalation che tristemente ricordano i
tempi del Vietnam, con un Congresso che finalmente
sta volgendo le spalle ad uno dei peggiori
presidenti che gli USA abbiano mai avuto
(e che noi per anni con il governo di centrodestra
abbiamo adulato)”.Prosegue “Anche dal punto
di vista urbanistico (per gli elementi a
mia disposizione) l'allargamento della base
di Vicenza comporta problemi notevolissimi
per la sua compenetrazione con il tessuto
urbano e dunque sarebbe comunque un difficile
problema da risolvere. E Vicenza non può
e non deve essere lasciata sola ….”
Come si fa a non condividere una posizione
politica così chiara e limpida? E Paolo Bodini
non è un ex comunista e nemmeno un estremista
radicale. E’ un democratico, una persona,
impegnata a fare politica partendo dai problemi
dei cittadini. Non è un nemico degli USA
è, come i democratici americani oggi ( finalmente
in maggioranza nel loro parlamento) impegnato
fortemente a battere le politiche di quel governo Busch ( uno
dei peggiori presidenti che gli USA abbiamo
mai avuto adulato, per anni , dal governo di centro-destra
nostrano).
Quindi la netta posizione di Bodini è anche
una lezione di stile a quella sinistra (
ex comunista) che oggi in virtu’ forse della super-real-politik ha allentato la
sua riflessione su queste tematiche.
Se questa posizione fosse stata tenuta da
tutto il centro sinistra forse oggi non sarebbe
necessario che Rutelli e gli altri leader
del centro-sinistra richiamare gli alleati della sinistra-radicale ( i comunisti, i
verdi ec..) ad evitare di tirare troppo la
corda.
Fantozziana infine è la modalità con quale
i gruppi parlamentari del centro sinistra
al Senato hanno gestito , sul piano regolamentare
la vicenda. Che dire . Portiamo pazienza, tanta pazienza.
Il Partito Democratico si deve fare, ma non
è necessario( o meglio obbligatorio) aderire al gruppo della sinistra socialista
europea.
Finalmente i congressi dei partiti ( DS e
Margherita) che daranno l’ossatura al Partito
Democratico stanno partendo.
La Margherita appare meno divisa che i DS.
I militanti DS temono un’altra scissione
come a Rimini quando nacque il PDS.
Certo Mussi, con la sua mozione, che chiaramente
dice ed opera per fermare l’operazione del
Partito Democratico non aiuta ad essere ottimisti.
Vedremo.
Ho letto la mozione di Fassino, alla quale
aderisco, e devo dire la verità, anche se
il problema della adesione alla sinistra
europea è posto in modo molto sfumato, questo
problema non può essere il motivo di differenza
e/o divisione con l’area che proviene dal
mondo della margherita.
Sarebbe sbagliato creare il partito democratico
ed un secondo dopo arrivare a divisioni politiche
su questo tema.
So bene il significato continuista di questa
scelta ( è un poco come il simbolo del PCI
che rimase alle radici della quercia) ma
è necessario andare oltre. Può essere che
in una prima fase l’adesione non sia utile.
Oppure converrebbe operare affinché si costruisca una evoluzione
del PSE verso prospettive politiche di allargamento
dell’orizzonte classista del ‘900.
E’ indispensabile guardare alla esperienza
democratica america, non per approdare lì,
ma per capirne i significati e gli sviluppi
strategici a breve e medio periodo.
Insomma sarebbe davvero un peccato che il
congresso dei DS si svolgesse su questo tema
adesione si/no al PSE. Si perderebbe l’occasione
per valutare come coniugare oggi i valori
di sinistra con una visione pluralista e
democratica della società globalizzata. Parliamo quindi di contenuti e non di schieramenti.
storti@welfareitalia.it
- l’articolo è stato pubblicato su il settimanale
Il Piccolo di Cremona di sabato 10 gennaio 2007.
 
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