15 Settembre, 2002
Addio al Partito Democratico? di G.C.Storti
“E’ necessario chiamare il parroco di campagna per l’olio santo: il Partito Democratico sta morendo”.
Addio al Partito Democratico?
“E’ necessario chiamare il parroco di campagna per l’olio santo:
il Partito Democratico sta morendo”. Questa in estrema sintesi sembra essere la risposta degli sciacalli del dopo
voto.
Sicuramente questo voto non è stato un buon
viatico. Ma nemmeno lo sciopero dei taxista
lo è. Non parliamo poi del contratto degli
statali chiuso dopo le elezioni . Non parliamo
poi dei rifiuti di Napoli…per non dire dei
“ DICO”.
Insomma alcuni sono già al lavoro per far resuscitare la Democrazia Cristiana
ed il Partito Comunista e tornare al secolo
scorso. Berlusconi canta vittoria…Insomma
si ritorni al voto…si faccia rivincere il
centro destra e così finisce il tormentone.
Eppoi la crisi della politica… l’astensionismo..
Insomma siamo al disastro.
Ma sarà davvero così? Un baro cinico destino
ci perseguita dunque.
Dobbiamo avere fiducia e speranza e superare
l’emozione negativa del momento. Usare tutta
la razionalità di cui disponiamo e con pazienza
ricostruire e ritrovare il bandolo della
matassa.
Luciano Pizzetti, acuto politico cremonese
si esprime così:
“Occorre una netta inversione di tendenza
nel rapporto con la parte più moderna del
paese, già a partire dall’utilizzo dell’extragettito
e dal procedere con determinazione sulla
via delle riforme.
Il Partito Democratico deve costituire la
chiave di volta della ricostruzione di una
relazione proficua con il nord. Fondamentale
sarà a tale proposito l’avvio del processo
costituente che non potrà che essere aperto,
tale da accompagnare il dinamismo della società.
Il Pd dovrà essere strutturato per dare ampia
rappresentanza alle aspettative anche di
quella parte d’Italia che non ci ha riconosciuti
come opportunità di cambiamento”.
Personalmente avanzo una sola riflessione
che è questa. Non mi pare il momento di legare
il Partito Democratico al destino del Governo.
Mi convince abbastanza la riflessione di
chi sostiene che alla guida del PD non ci
debba essere il Presidente del Consiglio
in carica.
Il 14 ottobre è già stata fissata la data delle elezioni della Costituente del Partito
Democratico. Non so se gli alchimisti della
politica la manterranno, la anticiperanno
o la posticiperanno.
Quello che mi pare importante è rilanciare
l’idea del Partito Democratico a tutto tondo,
riprendendo lo spirito originario di questo
ambizioso progetto.
Ecco quindi di seguito alcune riflessioni
raccolte nella piazza mediatica.
Piero Fassino.
“Secondo Fassino il governo deve rispondere
immediatamente all’allarmante disaffezione
degli italiani nei confronti della politica,
segnale dietro il quale si nasconde il dramma
del divario esistente fra i tempi della politica,
il lungo tunnel della burocrazia statale
e quelli della società civile che vorrebbe
risposte immediate alle proprie esigenze.
Bisogna saper raccogliere il segnale giunto
con le recenti elezioni amministrative. «È
possibile un'anticipazione della data della
convocazione dell’assemblea costituente anche
prima dell’estate». Sicuramente è già prevista
l’attivazione della rete di forum tematici
del nuovo partito, formazione agli elettori
e incontri politici nei maggiori capoluoghi
italiani”.
Fonte: http://www.unita.it
Francesco Rutelli.
Pd, Rutelli: «Anticipare a giugno la scelta
del leader»
«Accelerare la scelta del leader». Così Francesco
Rutelli nella relazione alla direzione della
Margherita, convocata per un'analisi del
voto. Per Rutelli il risultato delle amministrative
spinge Ds e Margherita «a imprimere una vigorosa
accelerazione» sui tempi della costruzione
del Partito democratico e sulla scelta del
leader del Pd».
Secondo quanto riferiscono alcuni dei partecipanti
alla riunione, Rutelli ha sottolineato che
«un leader serve subito, già dall'assemblea
costituente» e che «aspettare fino al 2008
sarebbe troppo rischioso». A suo avviso,
infatti, non si può «rimanere sul bagnasciuga»
perché occorre garantire una guida al nuovo
partito.
Romano Prodi.
“Secondo Prodi, le due figure “devono coincidere”,
poiché “è nella natura del Pd, che nasce
come partito per il governo e per la governabilità”.
“Il comitato costituente – ha poi spiegato
- dovrà nominare un coordinatore provvisorio,
mentre il vero leader arriverà dopo, e sarà
anche il candidato premier. Questo è il patto”.
“La mia storia parla per me: io non faccio
battaglie personali. Voglio uno spazio per
governare davvero e poi me ne andrò come
ho promesso. ma se non ho lo spazio per governare,
me ne vado subito. A fare il Re Travicello
proprio non ci sto”.
Fonte: http://www.pupia.tv
Infine sul voto locale.
La sconfitta di Crema poco ha a che vedere con il Partito Democratico. Evidentemente gli elettori cremaschi hanno ritenuto il
candidato della Case delle Libertà , Bruno Bruttomesso, piu’ adatto a fare il
Sindaco della loro città.
Come si sa in democrazia non vince il migliore
ma chi prende un solo voto in piu’. In questo
caso il Sig. Bruno Bruttomesso ha fatto il
pieno al primo turno.
Le alchimie politiche del secolo scorso nulla
hanno a che vedere con il Partito Democratico.
storti@welfareitalia.it
 
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