15 Settembre, 2002
*Davvero ci sono ancora degli indecisi?!*
*A me pare sinceramente inverosimile*. Breve intervento di un nostro lettore. - Ed un articolo di Saverio Lodato sulla figura dello *stalliere* Mangano
Davvero ci sono ancora degli indecisi?! A me pare sinceramente inverosimile.
Dovrebbe essere sufficiente, per saper chi votare, leggere sui giornali o sentire direttamente in televisione (dalla loro viva voce) quanto detto in questi giorni dai due maggiori contendenti.
Berlusconi: "Vittorio Mangano é un eroe vero e proprio. Condannato all'ergastolo per mafia, era in galera, era malato. E nonostante i Pm gli promettessero la libertà se avesse detto qualcosa contro di me o contro Dell'Utri, non ha mai detto nulla. Ed é morto in carcere. Un vero eroe"
Veltroni: "Dico agli uomini ed alle donne della mafia, della camorra e della 'ndrangheta: so che in queste ore state decidendo per chi votare. Votate per chi volete. Ma non votate per me e per il Partito Democratico. Perché noi ci siamo dati un obiettivo chiaro: di annientarvi. E vi anninteremo!".
C'é bisogno di qualche altro commento?
Mario Galletti
mariogalletti@virgilio.it
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La redazione, che condivide il contenuto della lettera, aggiunge di seguito un articolo di saverio Lodato comparso il 12 aprile su L'Unità.
Mangano, quel santo così necessario a Berlusconi e ai suoi uomini più fedeli
Saverio Lodato - L'Unità
E' morto ormai da otto anni. Ne aveva sessanta. Fu l'uomo del mandamento mafioso di Porta Nuova, a Palermo, che dalla stalla proteggeva la Villa di Arcore di Berlusconi. Si è portato i suoi segreti nella tomba.
Al processo di beatificazione di Vittorio Mangano, avviato da Marcello Dell'Utri prima, e Silvio Berlusconi dopo, adesso, per essere perfetto, manca solo la riesumazione del corpo dello stalliere, come imposto invece dal diritto canonico per chi ambisce a diventare beato, a diventare santo.
Questa premessa solo per dire che da tempo i grandi leader di Forza Italia hanno perduto il senso della misura. Non del ridicolo, essendo questo, in fondo, un argomento funebre. Perché si parla pur sempre di un mafioso morto, e di alcune migliaia di persone assassinate dalla mafia.
In questi giorni tutti si chiedono come mai si sia resa necessaria la riabilitazione, equiparandolo al rango di "eroe", di un pluriomicida come Vittorio Mangano.
Tutti si chiedono che ragione ci fosse di andare a scomodare un defunto, il quale aveva vissuto pericolosamente da mafioso e senza mai farne mistero. Tutti si chiedono quanto sia connaturato, in statisti del calibro di Berlusconi e Dell'Utri, il valore, tipicamente siculo, dell'omertà. Il nostro è un Paese dalla memoria talmente corta che periodicamente qualcuno ripropone le stesse domande degli ultimi venti anni provocando nuovo stupore, nuova incredulità, nuova indignazione.
Abbiamo dimenticato quando Berlusconi, in visita in Russia, una decina di anni fa, disse che in Sicilia il problema della mafia riguardava non più di 200 persone? Abbiamo dimenticato quando, appena eletto il suo secondo governo, il ministro Pietro Lunardi di Forza Italia, sentenziò che con la mafia gli italiani dovevano imparare a convivere?
Abbiamo dimenticato quando Renato Schifani, anche lui Forza Italia, attaccò in maniera assai elegante Maria Falcone e Rita Borsellino, accusandole di "avere offeso la memoria dei loro eroici fratelli" ? O non sappiamo forse che le recenti affermazioni sui pubblici ministeri da sottoporre a test psichiatrico altro non sono che la riedizione aggiornata di uno spettacolino che era già andato in scena, con discreto successo, qualche anno fa?
O abbiamo già dimenticato l'intervista di Roberto Centaro, Forza Italia, allora presidente della commissione parlamentare antimafia, a Panorama, dall' illuminante titolo: "mafiologi andate in pensione"? O Alfredo Mantovano (però di AN), sottosegretario agli interni però nell'ultimo governo Berlusconi, che appena uscì la notizia che Dell' Utri era stato condannato dal Tribunale di Palermo a nove anni di reclusione per mafia, paragonò la sentenza "a certe rappresaglie dei nazisti durante la loro ritirata"?
Alla fine, le elencazioni risultano stucchevoli. Siccome anche questa lo è, decidiamo di tagliarla qui. Tanto fra qualche mese, magari qualche settimana, torneremo tutti a mostrarci increduli, a stupirci, a indignarci. Sempre meglio di niente. Simile telenovela è andata talmente avanti che al motore di ricerca Google, se digiti come parole chiave: "Berlusconi mafia", vengono proposti 449.000 risultati di ricerca.
Cominciate a capire perché Dell' Utri e Berlusconi considerano Vittorio Mangano uno di famiglia? Capite perché non possono fare a meno della sua ombra ingombrante? E ricordate Farinata degli Uberti quando per capire chi fosse Dante, in visita all'Inferno, gli chiese: " dimmi chi fuor li maggior tuoi?". Morale della favola: gli antenati non ce li possiamo scegliere.
E volete leggere il testo della lapide che a Palermo ricorda il povero stalliere di Arcore? Ecco: " Hai dato un valore alla storia degli uomini perché ti sei rifiutato di barattare la dignità per la libertà..."
Occorrono commenti o illazioni? Suvvia. E poi, lasciatecelo dire, fra qualche giorno si vota.
E ai Bravi Ragazzi dello Zen o di Cruillas, della Guadagna o del Capo, di Borgo Nuovo o di Ciaculli, di Brancaccio o di Villagrazia, di viale Michelangelo o di Corso Calatafimi, di Medaglie d'Oro o della Cala, dello Sperone o di Passo di Rigano, dell' Uditore o di San Lorenzo, di Partanna o della Noce... volete lasciare almeno un mito positivo in cui credere?
San Vittorio Mangano, al quale Berlusconi e Dell' Utri, stanno pensando di costruire un monumento equestre, sarebbe un'ottima scelta: Mangano non ha parlato da vivo, e difficilmente parlerà da morto. E' semplicemente questa, e non altro, l'operazione che stanno tentando di fare i due statisti di Forza Italia. E poi, come è risaputo, ognuno cucina con gli ingredienti che si ritrova.
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