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 Il Punto

15 Settembre, 2002
Più sicurezza sul lavoro con il nuovo decreto n.81/2008 di Gian Carlo Storti
Si sono determinate molte convergenze , bipartisan, sulla necessità di riorganizzare la normativa sulla sicurezza nei luoghi di lavoro.

Più sicurezza sul lavoro con il  nuovo decreto n.81/2008 di Gian Carlo Storti
Si sono determinate molte  convergenze , bipartisan, sulla necessità di riorganizzare la normativa sulla sicurezza nei luoghi di lavoro.
Con l’approvazione  del Decreto legislativo n. 81/2008   sulla sicurezza sul lavoro si rimette al centro,nel nostro paese, l’attenzione al problema della sicurezza sul lavoro.
Alla luce del numero di morti sul lavoro ( circa 1400 all’anno) si sono determinate molte  convergenze , bipartisan, sulla necessità di riorganizzare la normativa sulla sicurezza nei luoghi di lavoro.

L’impegno di “denuncia” profuso dal  Capo dello Stato nella promozione di una cultura della sicurezza sul lavoro; le iniziative di lotta e di mobilitazione dei sindacati di Cgil-Cisl-UIL; lo stesso mondo imprenditoriale che per molti aspetti si sentiva messo sul banco degli imputati .

Il Governo Prodi , attraverso l’impegno del Ministro Damiano, del resto, perché non  dirlo ha inserito il tema della salute e sicurezza  nei luoghi di lavoro tra le sue priorità.

 Le forze politiche , del precedente parlamento, dalla destra  alla sinistra hanno sostanziamente dimostrato sensibilità ed unità.

I distinguo ci sono stati su aspetti particolari con riferimento specifico alla sanzioni previste per le imprese.

In particolare la Confindustria, nell’ultima fase , ha premuto non da poco cercando di ottenere un alleggerimento sull’intero impianto repressivo.

Il Decreto è la fase conclusiva di un lavoro legislativo che  ha visto interventi in materia di lavoro e occupazione, unitamente all’intensificazione del contrasto al lavoro nero e irregolare ed  al potenziamento dei servizi ispettivi.

Anche le  modalità di confronto hanno visto il riprendere dello strumento della “ concertazione”  fra le parti sociali. Sindacati, imprenditori e Governo hanno attivato tavoli di lavoro che alla fine hanno prodotto norme, sostanzialmente, condivise.
 
Il Decreto 81/2008 si pone l’obiettivo di creare un modello legale in grado di prevenire, meglio di quanto oggi accada, il rischio di infortuni sul lavoro, determinando così, una volta per tutte, il potenziamento della cultura della legalità.

Questo, affinché la prevenzione della salute e della sicurezza divenga effettiva in ogni contesto lavorativo, e non solo predisponendo un sistema di regole, ma soprattutto integrando il sistema normativo tradizionale con strumenti quali la formazione, le “buone prassi”, gli accordi collettivi e la Responsabilità Sociale delle Imprese.

Il Testo Unico ha come obiettivi:

 - la costruzione di un sistema di qualificazione delle imprese e dei lavoratori autonomi che tenga conto della esperienza o delle competenze e conoscenze in materia di salute e sicurezza sul lavoro, acquisite attraverso percorsi formativi mirati. 
 - la formazione come strumento essenziale di prevenzione e tutela. 
 - la diversificazione delle normative in relazione alla specificità dei rischi nei settori di riferimento.  
Inoltre, il Testo Unico è diretto a promuovere strumenti volontari quali:
 - le Buone Prassi, intese come soluzioni sperimentate per prevenire o ridurre i rischi per i lavoratori, fondate sulla valutazione del rischio specifico e consistenti nella concreta applicazione di misure preventive contro i rischi di volta in volta considerati 
 - la Responsabilità Sociale delle Imprese, per cui una impresa può dirsi socialmente responsabile quando adotta una strategia di gestione della propria attività che coniuga la ricerca del profitto con i principi sociali ed ambientali di un determinato momento storico 
 - i Codici Etici

Sul piano politico è singolare evidenziare che  il senatore Maurizio Sacconi , durante la festa dell’1 maggio ed alla presenza del Capo dello Stato Giorgio Napolitano, ha precisato che il prossimo Governo non avrà alcun atteggiamento di rivalsa ed ha ribadito quanto “già detto più volte, cioè che vogliamo superare la lacerazione che c'è stata tra le parti sociali anche se ciò non vuol dire crearne un'altra ma portarla a composizione con pazienza. Noi siamo intenzionati a partire da ciò che si è fatto e soprattutto dal protocollo sul Welfare. E' ovvio che attraverso il dialogo con le parti sociali verificheremo alcune delle cose fatte con approccio pragmatico e senza atteggiamenti di rivalsa o pregiudizi ideologici”.

 

I principali contenuti:

L’Art. 15 è uno dei pù importanti  in quanto definisce la misure generali di tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori nei luoghi di lavoro.

Esse sono:

a) la valutazione di tutti i rischi per la salute e sicurezza;

b) la programmazione della prevenzione, mirata ;

c) l'eliminazione dei rischi ;

d) il rispetto dei principi ergonomici nell'organizzazione del

lavoro, nella concezione dei posti di lavoro

e) la riduzione dei rischi alla fonte;

f) la sostituzione di cio' che e' pericoloso con cio' che non loe', o e' meno pericoloso;

g) la limitazione al minimo del numero dei lavoratori che sono, oche possono essere, esposti al rischio;

h) l'utilizzo limitato degli agenti chimici, fisici e biologici sui luoghi di lavoro;

i) la priorita' delle misure di protezione collettiva

l) il controllo sanitario dei lavoratori;

m) l'allontanamento del lavoratore dall'esposizione al rischio per motivi sanitari

n) l'informazione e formazione adeguate per i lavoratori;

o) l'informazione e formazione adeguate per dirigenti e i preposti;

p) l'informazione e formazione adeguate per i rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza;

q) l'istruzioni adeguate ai lavoratori;

r) la partecipazione e consultazione dei lavoratori;

s) la partecipazione e consultazione dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza;

t) la programmazione delle misure ritenute opportune per garantire il miglioramento nel tempo dei livelli di sicurezza

u) le misure di emergenza da attuare in caso di primo soccorso,

v) l'uso di segnali di avvertimento e di sicurezza;

z) la regolare manutenzione di ambienti, attrezzature, impianti,

Ma i principali dubbi  hanno riguardato e riguardano il problema  delle sanzioni ritenute da Confidustria eccessivamente pesanti ed onerose, con un peso eccessivo delle stesse a scapito della prevenzione e della formazione.

Il sistema delle sanzioni è differenziato per tipologia di rischio..

Alcuni esempi.

La principale novità  è l’arresto per l’imprenditore- da  4 a 8 mesi di carcere- o un’ammenda dai 5 ai 15 mila  euro per quei datori di lavoro che non si metteranno in regola.

La mancata nomina del responsabile di servizio di prevenzione, per le aziende a grande rischio, comporta-come quelle che fabbricano esplosivi- comportanto l’arresto  da 6 mesi ad un anno.

Su questo impianto sanzionatorio  il giudizio di Confindustria rimane critico e lamenta il fatto che di fronte ad un inasprimento , non condivisibile, delle sanzioni vi è una insufficiente attenzione alla formazione ed alla sicurezza attiva.

Di opposto parere i sindacati Conferedali di CGIL-CISL-UIL che si rallegrano per l’indicazione al paese di un segnale forte rispetto a questo gravissimo problema delle morti bianche.

Sicuramente i numeri delle morti bianche in Itali sono quantitativamente superiori ad altri paesi europei. Questo fenomeno si accompagna ad alte percentuali di lavoro nero, ad un numero elevatissimo di ore straordinarie, allo sfruttamento di manodopera extracomunitaria e comunitaria ( gli europei degli ex paesi dell’est)  che non trova paragone in europa.

In sostanza quindi una buona normativa che necessariamente può riaprire una fase  nuova di relazioni sindacali , sia nella piccola che media impresa, che veda al centro la persona.

In fondo una buona sicurezza sui luoghi di lavoro è un obiettivo che deve essere coniugato sia con la qualità della vita che con la produttività dell’impresa.

 

Gian Carlo Storti

Cremona 6 maggio 2008

 


       



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