15 Settembre, 2002
No alla megadiscarica di Cappella Cantone; rispettare il ruolo degli Enti Locali cremonesi.
Ordine del giorno urgente dei Verdi per il coinvolgimento di tutti gli Enti Locali cremonesi per la difesa del ruolo della Provincia nella pianificazione .
No alla megadiscarica di Cappella Cantone;
rispettare il ruolo degli Enti Locali cremonesi.
Ordine del giorno urgente dei Verdi per il
coinvolgimento di tutti gli Enti Locali cremonesi
per la difesa del ruolo della Provincia nella
pianificazione .
Ordine del giorno urgente dei Verdi per il
coinvolgimento di tutti gli Enti Locali cremonesi
per la difesa del ruolo della Provincia nella
pianificazione dei siti e degli impianti
per lo smaltimento di rifiuti speciali, amianto
compreso, per impedire decisioni sul nostro
territorio calate dall’alto e dettate prevalentemente
da ragioni di business a vantaggio di privati.
E per la tutela degli habitat agricoli –
naturali ricompresi tra Soresina e Castelleone
che si sono già fatti carico, nel passato,
di una discarica per rifiuti solidi urbani.
La Giunta Regionale ha modificato in data
19 novembre 2008 il Piano Rifiuti della Provincia
di Cremona, eliminando il vincolo che imponeva
la distanza di 5 chilometri tra gli impianti
di smaltimento. In questo modo, non essendoci
più vincoli di distanza, la discarica di
amianto potrà essere localizzata in una zona
totalmente inadatta, in località Cappella
Cantone. In linea di principio non siamo
contrari alle discariche di amianto che fino
ad oggi, in assenza di tecnologie di recupero
alternative, sono necessarie affinché si
procedere alla rimozione dell’eternit (dannoso
per la salute) che ancora ricopre tetti e
coperture di capannoni ed accessori agricoli.
Riteniamo invece che questi impianti vadano
collocati in prossimità dei luoghi da bonificare
e che sia necessario con urgenza un aggiornamento
del Piano Regionale Amianto che si sta rivelando
inadatto a risolvere il problema anche a
causa dei limitati stanziamenti a favore
di chi intende procedere allo smantellamento
dell’eternit.
A seguito della deliberazione della Giunta
regionale le forze politiche cremonesi presenti
nelle Istituzioni, negli Enti Locali così
come le categorie economiche, dell’imprenditoria
agricola, sindacale ed ambientalista hanno
concordemente espresso la volontà che il
nostro territorio non debba subire passivamente
la realizzazione di una megadiscarica per
rifiuti speciali contenente amianto (260.000
metri cubi) a servizio del territorio milanese.
La Provincia di Cremona è disponibile a valutare
la realizzazione di una piccola discarica
per il fabbisogno locale all’interno di una
pianificazione pubblica e con il coinvolgimento
dei comuni e delle popolazioni. Non è disponibile
invece a subire decisioni calate dall’alto
e motivate essenzialmente da interessi di
imprenditori privati nel settore delle cave
e dello smaltimento rifiuti tesi ad ottenere
altissimi profitti nel settore dello smaltimento
dell’amianto.
Meno ancora gli Enti Locali cremonesi, in
primo luogo i Sindaci dell’area di Soresina
e Castelleone, sono disponibili a subire
una imposizione calata dall’alto e che intende
trasformare l’area di Cappella Cantone in
una “area delle discariche”, dal momento
che alla discarica per rifiuti solidi urbani
esaurita di Corte Madama si aggiungerebbe
una megadiscarica per materiali contenente
cemento-amianto a Cappella Cantone, a soli
600 metri dall’impianto esaurito.
Tutto ciò premesso ed in virtù dei compiti
di indirizzo che gli compete si chiede al
CONSIGLIO PROVINCIALE DI CREMONA
• Di confermare la contrarietà alla realizzazione
della megadiscarica per amianto di Cappella
Cantone;
• Di comunicare alla Giunta Regionale la
disponibilità del nostro territorio a farsi
carico dello smaltimento dei materiali contenenti
amianto in relazione al fabbisogno provinciale;
• Di chiedere al Presidente della Giunta
regionale di sospendere tutte le autorizzazioni
in corso relative alla realizzazione di discariche
di amianto e di deliberare solo dopo che
il Consiglio regionale abbia approvato l’aggiornamento
del Piano Regionale Amianto
• Di inviare a tutti i Consigli comunali
del territorio la richiesta che prendano
posizione affinché sia rispettato il ruolo
degli Enti Locali cremonesi (Provincia e
Comuni) nel lavoro di pianificazione degli
impianti e dei siti connessi al Piano Provinciale
Rifiuti e sia garantito il ruolo pubblico
di programmazione del territorio senza alcun
scavalcamento da parte di imprenditori privati
tesi soprattutto a ricercare alti profitti
e bussines dal settore cave - smaltimento
dei rifiuti in discarica (amianto compreso).
Il capogruppo dei Verdi in Consiglio provinciale
Andrea Ladina
Breve cronistoria della discarica di Cappella
Cantone.
La Giunta Regionale in data 19 novembre 2008
ha modificato il Piano Rifiuti della Provincia
di Cremona, precedentemente approvato dal
Consiglio Provinciale, cancellando deliberatamente
il punto relativo alle prescrizioni provinciali
tendenti ad impedire che venisse realizzata
una discarica a meno di 5 chilometri da una
discarica preesistente.
Tale prescrizione era stata inserita dal
Consiglio Provinciale, con un voto all’unanimità,
per impedire che nell’area dove sorge la
discarica esaurita di Corte Madama (Castelleone)
venisse realizzata un altra discarica, nel
vicinissimo territorio di Cappella Cantone,
per conferire svariate migliaia di metri
cubi (260.000) di materiali in cemento amianto
provenienti dall’eliminazione dell’eternit
(cemento-amianto) dai tetti e dalle coperture
di civili abitazioni, capannoni industriali,
artigianali ed accessori agricoli.
Come è stato in più occasioni evidenziato
dai Sindaci dei comuni dell’area di Soresina
(14) e di Castelleone (6) non è accettabile
che un territorio a vocazione agricola di
pregio che produce delle eccellenze alimentari
venga ulteriormente oberato da una nuova
discarica, in un habitat naturale di risorgive
e a pochissima distanza (600 metri) dalla
discarica di rifiuti solidi urbani di Corte
Madama. Discarica, quest’ultima che, benché
da circa vent’anni esaurita, continua, come
tutte le discariche, ad emettere nell’atmosfera
CO2 (anidride carbonica) ed a rilasciare
percolato (per quanto rigorosamente controllato);
fenomeni determinati dal fatto che le discariche
“vivono” per molti decenni anche dopo la
loro chiusura. E ciò a causa della mancata
raccolta differenziata dei rifiuti avvenuta
nel passato dove avveniva che la raccolta
e lo smaltimento si faceva con un unico sacco
nero contenente sia secco che umido. Ed è
proprio l’umido che combinandosi con altri
elementi provoca il rilascio di CO2 nell’aria.
Impegnare un’ulteriore area di circa 10 ettari
per un’altra discarica significa trasformare
un territorio di pregio agricolo in “un’area
delle discariche”. Ipotesi che i Sindaci
del territorio respingono fermamente.
Il modo, poi, con il quale si è arrivati
a richiedere di realizzare la discarica per
conferire amianto in tale località lascia
molto perplessi dal momento che si è trattato
dell’iniziativa di un privato, la società
CAVE NORD che ha trattato direttamente con
la Regione, scavalcando, di fatto, la Provincia,
acquistando i terreni ad un prezzo superiore
al mercato sicura di realizzare comunque
un business stratosferico forse di 40 o 50
volte la spesa effettuata.
Va ricordato che la Provincia aveva posto,
invece, su questi terreni, ricompresi all’interno
di una cava in fase di esaurimento, l’obbligo
del ripristino agricolo con materiali inerti
provenienti dalle frantumazioni e demolizioni
prodotte dal comparto edilizio del territorio
provinciale.
Una bonifica agricola è cosa assai diversa
che ospitare una imponente quantità di rifiuti
di amianto calcolando che per far giungere
a Cappella Cantone centinaia di migliaia
di metri cubi di amianto è necessario ricorrere
all’utilizzo di migliaia di camion e di Tir
intasando la Paullese in una fase cronica
di congestione da traffico destinato ad aggravarsi,
nei prossimi anni, per i lavori di riqualificazione
ed allargamento di questa strada che è il
principale collegamento per raggiungere Milano.
Ed è da Milano e dall’area milanese che dovrebbe
giungere l’amianto tolto dalle coperture
in vista dell’EXPO 2015 dato che le altre
discariche di amianto previste a Brescia
e a Bergamo riguarderanno i quantitativi
prodotti in queste province. Il cremonese
dovrebbe dunque diventare la discarica di
amianto per Milano ed il suo vasto territorio!
E questa prospettiva non è accettabile perché
non si può penalizzare una provincia che,
in fatto di rifiuti è tra le più virtuose
avendo raggiunto ottimi livelli per la raccolta
differenziata, ed è tra le prime in Italia.
Oltre al fatto che sui terreni del nostro
territorio vengono smaltite ogni anno migliaia
di tonnellate di fanghi industriali in agricoltura
provenienti da aziende chimiche, tessili,
di cartiere, siderurgiche ecc. di molte province
lombarde compresa la stessa provincia di
Milano, la Brianza, Varese, Pavia, Brescia…Il
nostro territorio sopporta già il peso di
molti rifiuti lombardi, prodotti al di fuori
del nostro territorio.
Un territorio a grande vocazione agricola,
dove si produce oltre il 10% del latte italiano,
non è pensabile che diventi la “pattumiera
della Lombardia”!
Diverso è affidare alla Provincia il compito
di individuare un’area (studiata dagli esperti
in pianificazione e attraverso un confronto
con gli Enti Locali e non perché decisa “a
tavolino da un privato”) per realizzare una
piccola discarica a servizio delle esigenze
provinciali calcolando che il fabbisogno
di smaltimento dell’eternit in provincia
di Cremona è tra i 15 e 20 mila metri cubi.
Cifra lontanissima dai 260.000 metri cubi
richiesti dalle CAVE NORD per Cappella Cantone.
 
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