15 Settembre, 2002
Un assegno di disoccupazione, affinché gli *ultimi* non siano i primi a pagare la crisi
Intervento di Annamaria Abbate, segretario cittadino PD Cremona
Un assegno di disoccupazione, affinché gli “ultimi” non siano i primi a pagare la crisi.
La crisi economica internazionale che imperversa ormai da mesi si profila di giorno in giorno sempre più rovinosa. Finalmente se n’è accorto anche Tremonti che oggi, per la prima volta, usa parole consone alla gravità del momento e dichiara: “ Il 2009 sarà un anno ancora più difficile del 2008. Il che è tutto dire”.
Gli ultimi dati del Servizio studi della Confindustria, configurano il 2009 e il 2010 come due anni di recessione gravissima con un vero e proprio tracollo dei posti di lavoro. Già nel mese di dicembre 2008, il ricorso alla cassa integrazione è incrementato del 526% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente.
In questo quadro fosco si inserisce il problema dei lavoratori con contratto a termine, i cosiddetti precari, che nel nostro paese sono un su 8. Si tratta di un fenomeno di proporzione vastissima ed in costante crescita, migliaia di lavoratori privi di tutele che saranno i primi a pagare i gravissimi effetti di questa crisi. Circa 305 mila contratti sono scaduti al 31 dicembre 2008, ma il Governo ha risposto con una misura vistosamente inadeguata: un sussidio poco più che simbolico e di là da venire, pari al 10 per cento sull’ultima retribuzione. Se non bastasse ha abolito il processo di stabilizzazione del personale precario della PA avviato con le due leggi finanziarie del Governo Prodi, il che provocherà la perdita del lavoro di oltre 60 mila precari della pubblica amministrazione e della scuola.
Il Governo ha sprecato ingenti risorse per interventii inopportuni come l’eliminazione dell’ l’Ici anche ai più abbienti, la detassazione degli straordinari, che in piena crisi sono un miraggio per le aziende, o per l’affare Alitalia. Queste risorse non avrebbero potuto invece essere indirizzate verso gli ammortizzatori sociali? Purtroppo a questo governo manca totalmente una strategia di sostegno all’occupazione, e perciò non ha nemmeno messo mano ad un disegno organico di riforma degli ammortizzatori sociali, secondo le linee guida concordate tra Governo e parti sociali, con il Protocollo del 23 luglio 2007, si è limitato ad un accordo con le Regioni dalla praticabilità farraginosa e di consistenza inadeguata.
Sarebbe necessario invece approntare misure eccezionali, che assicurino, in caso di licenziamento, protezione ai lavoratori attualmente esclusi dall’accesso agli ammortizzatori sociali. Le misure di sostegno al reddito dei disoccupati sono non solo uno strumento di giustizia sociale, ma anche un elemento prezioso di sostegno ai consumi, un fattore di rilancio dell’economia, e un argine alla dispersione di risorse umane preziose, indispensabili per la futura ripresa. Gli effetti della crisi non devono gravare esclusivamente sui lavoratori, tantomeno sui lavoratori più deboli, i precari, i lavoratori delle imprese artigiane e delle piccole imprese industriali.
Per questi motivi il PD incalza il Governo ad adottare immediatamente una forte misura di sostegno del reddito: l’istituzione di un assegno mensile di disoccupazione, pari almeno al 60 per cento della retribuzione percepita ogni mese nell’ultimo anno lavorativo, per tutti i lavoratori attualmente esclusi dal sistema di ammortizzatori sociali e che hanno perso il posto di lavoro dal 01 settembre 2008.
Si tratta di una richiesta sostenibile, forte e ragionata, accompagnata da precise proposte per la sua copertura, la prima delle quali è il riavvio delle politiche anti-evasione, il cui smantellamento ha portato, al netto della crisi economica, ad una perdita di 7 miliardi di euro nel solo 2008.
Annamaria Abbate, Segretario cittadino PD Cremona
 
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