15 Settembre, 2002
Riflessioni sul Palazzo dell'Arte di Sandro Gugliermetto
Le decisioni recenti della giunta comunale riguardo al suo utilizzo mi inquietano assai.
Non mi sento particolarmente affezionato
a quel geometrico sgorbio
che domina piazza Marconi. Tuttavia, le decisioni
recenti della
giunta comunale riguardo al suo utilizzo
mi inquietano assai: e
vorrei, in due punti, spiegarne il perché.
1) Un "Museo del violino" (magari
"nazionale", per abbondare con
la
retorica risorgimentale) si può fare in molti
modi. Si può puntare
sull'aspetto espositivo, unendo lo Stradivariano
con la collezione
storica comunale; o sull'aspetto storico-comparativo,
presentando i
violini nella loro evoluzione storica e confrontandoli
con opere
pittoriche e musicali; o sull'aspetto costruttivo,
ponendo
all'interno dell'erigendo Museo dei laboratori
dove gli studenti
neodiplomati alla Scuola di Liuteria possano
perfezionarsi con degli
stages e, al contempo, spiegare ai visitatori
d'ogni nazione i
segreti della loro arte; meglio e sopra di
tutto, si può studiare una
compenetrazione delle tre modalità, di maniera
che il "Museo
Nazionale del Violino" non sia un'etichetta
trombonesca su ciò che
già esiste, ma sia un effettivo luogo di
ricerca, di didattica, di
attrattiva turistica.
Ora: non tutti i progetti sono adatti al
medesimo luogo. A seconda
del progetto, e del dosaggio tra le diverse
esigenze sopra enunciate,
va trovato un luogo strutturalmente consono.
So per certo che il
Palazzo dell'Arte non sarebbe adatto al Museo
del Violino che ho in
mente io - che mira cioè principalmente all'aspetto
costruttivo, ma
la mia idea potrebbe non essere la migliore.
Il problema è che qui il
progetto, semplicemente, non c'è. Come si
possa pensare di
individuare un luogo per realizzare un non-progetto,
è un mistero. È
poi particolarmente misterioso il peana intonato
dal presidente della
Fondazione Stradivari di fronte all'estemporanea
idea del
vicesindaco: come è mai possibile che il
presidente di una fondazione
che s'occupa di liuteria non si sia accorto
che manca un progetto, e
che non basti apporre l'etichetta di "Museo
del violino" per creare
un'operazione culturale (e turistica, e commerciale)
significativa?
2) D'accordo con la città policentrica: ma
ogni centro deve avere
un'anima. S'era studiato un secondo centro
della città presso il
Parco dei Monasteri (e di quest'idea, sarò
sempiternamente grato
all'ex assessore Terzi), consacrando questo
nuovo fulcro civico alla
musica ed alla liuteria. Gli spazi ci sono,
e lo testimonia l'eterna
indecisione delle amministrazioni locali
- compresa quella di cui ho
fatto parte - riguardo alla destinazione
d'uso dell'interessante
spazio del "magazzino carri". Pensare
di spostare il baricentro di
quel turismo legato alla tradizione liutaria
da lì a piazza Marconi è
anzitutto un colossale errore urbanistico.
Un errore che rileva una
volta di più il drammatico e storico problema
della nostra città:
l'incapacità di scegliere; o peggio, l'incapacità
di investire sulle
buone scelte.
Sandro Gugliermetto
Dott. Sandro Gugliermetto
>
 
|