15 Settembre, 2002
Salone dello studente: scuola in saldo (di Guido Regonelli)
In queste ultime settimane Cremona è stata animata da alcune iniziative di carattere promozionale ed espositivo....
In queste ultime settimane Cremona è stata animata da alcune iniziative di carattere promozionale ed espositivo, quali il "Bontà" e la "Festa del Torrone". Solitamente, scusate la semplificazione, le fiere tendono a mostrare al pubblico dei prodotti o delle attività e le relative innovazioni che queste hanno conseguito rispetto alla fiera precedente.
Ciò è quello che dovrebbe avvenire anche per il "Salone dello Studente", ma purtroppo non sarà così, almeno per ciò che riguarda le offerte della scuola pubblica.
Negli stand del Salone dello Studente, infatti, troveremo imbarazzati insegnanti che, per l'anno scolastico 2010-2011, non solo potranno proporre un'offerta formativa migliore rispetto a quella degli anni precedenti, ma nemmeno assicurarne una quanto meno di pari dignità rispetto a quella dell'anno in corso.
Questo perché il curricolo di ogni istituto di scuola superiore sarà ridotto, quantificarlo al momento è difficile in quanto molto dipende dai tempi burocratici del Ministero dell'Istruzione per attuare il DL 137, ma si parla comunque di tagli di 2, 3, 4, 5 ore settimanali di lezione per classe.
La Riforma Gelmini, o Controriforma come ha scritto il pedagogista Franco Frabboni nel suo ultimo libro presentato recentemente a Cremona, si sta rivelando per quello che è: un taglio indiscriminato alle risorse della scuola, dettato da una bieca ideologia reazionaria.
Tanto per citare qualche numero ricordo che gli alunni portatori di handicap iscritti alla scuola nell'attuale anno scolastico 2009-2010 sono poco meno di 180 mila, 4 mila in più dell’anno precedente. Per loro, da quest’anno, “grazie" alla “riforma” ci sono però 500 insegnanti di sostegno in meno.
Le scuole cremonesi, ma pare che la situazione sia democraticamente diffusa in tutto il Paese, vantano un credito nei confronti dello Stato per 7 milioni e 232 mila euro: risultato non ci sono soldi per pagare supplenti, insegnanti di terza area (che svolgevano anche 5 ore settimanali di lezione nelle classi quinte degli istituti professionali), insegnanti di madrelingua straniera, progetti e materiale di consumo per i laboratori (e per la toilette).
Poi c'è la qualità dell'insegnamento e le televisioni ed i giornali-megafono fanno a gara per diffondere le parole della Gelmini o di Brunetta quando parlano di volere una classe insegnante giovane e motivata, preparata e selezionata per merito. Si omette di dire, però, che dal 1998 esistevano in Italia corsi universitari selettivi a numero chiuso per la formazione dei docenti di scuola media inferiore e superiore, le SSIS, le cui rette erano pagate in gran parte dagli stessi corsisti, ma che con l'arrivo del nuovo governo, dal 2008, questi corsi sono stati soppressi senza offrire proposte di qualifica sostitutive. I primi insegnanti precari, poi, ad avere perso il posto per via dei tagli sono stati proprio i più giovani, spesso con in mano tanto di abilitazione ottenuta con le SSIS.
Dall'ultimo trattato di Lisbona era uscito un documento che indirizzava gli stati membri dell'UE ad investire in un'istruzione permanente e per tutti, un orientamento riassumibile con lo slogan, mutuato da Don Milani, "non uno di meno".
Negli Stati Uniti di Obama si risponde alla crisi economica con un massiccio investimento nell'istruzione, dall'asilo all'università, e soprattutto a favore della scuola pubblica.
In Italia, invece, si lanciano vere e proprie cortine fumogene (voto in condotta, grembiulini, studio del dialetto, crocifissi in classe) per distrarre l'opinione pubblica e coprire la vera realtà delle nostre politiche scolastiche ed educative: tagli finanziari e disinvestimento totale.
Al Salone dello Studente, dunque, ci sarà poco da stare allegri, a meno che non ci capiti tra le mani un'anticipazione della nuova, ma anche prima ed unica credo, pubblicazione scritta dal ministro Gelmini: un libro di favole.
Guido Regonelli
 
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