15 Settembre, 2002
Il decreto salva liste di Lapo Pasquetti
Ieri notte si è consumato il funerale della democrazia.
IL DECRETO SALVA LISTE.
Ieri notte si è consumato il funerale della
democrazia.
In questi anni di governo del centro destra
gli italiani hanno assistito a tutto e si
sono abituati a digerire di tutto, scudi
fiscali, sanatorie urbanistiche, provvedimenti
“ad personam”, corruzione, svilimento delle
istituzioni democratiche, attacchi alla magistratura
ecc.
L’ultima portata dell’indigesto banchetto
propinatoci è stata preparata ieri notte
e servita stamattina fumante sulla tavola
degli italiani.
Si chiama tecnicamente Decreto Legge 5.3.2010
n. 29 – interpretazione autentica di disposizioni
del procedimento elettorale e relativa disciplina
di attuazione, in pratica decreto salva PdL.
Nel testo del decreto non un accenno interpretativo
ma solo una restituzione in termini per le
due liste irregolari che potranno essere
ripresentate, solo quelle due, entro le ore
20 di lunedì 8 marzo.
Si legge all’art. 1 co. 1 del decreto che
il rispetto dei termini orari di presentazione
delle liste si considera assolto quando,
entro gli stessi, i delegati incaricati della
presentazione delle liste, muniti della prescritta
documentazione, abbiano fatto ingresso nei
locali del Tribunale; quindi ciò vale anche
se i delegati si trovano ad esempio al bar
del Tribunale, magari a mangiare un panino.
Mentre al comma secondo si dice che le firme
si considerano valide sempre, anche se l'autenticazione
non risulti corredata da tutti gli elementi
richiesti dalla legge. In particolare, la
mancanza o la non leggibilità del timbro
della autorità autenticante, dell'indicazione
del luogo di autenticazione, nonché dell'indicazione
della qualificazione dell'autorità autenticante,
purché autorizzata (inaudito!).
E per finire, tutte le disposizioni suddette
si applicano “anche” alle elezioni regionali
in corso alla data di entrata in vigore del
decreto (ma guarda!).
Un’operazione senza precedenti che, con il
pretesto di dover interpretare norme elettorali
in vigore da più di 40 anni (gli artt.9 e
10 della legge 17.2.1968 n. 108) e mai messe
in discussione in quanto assolutamente chiare
nel loro significato, di fatto consente di
ammettere alle prossime elezioni regionali
la liste di Formigoni in Lombardia e del
PdL nel Lazio, che i competenti Uffici Elettorali
avevano escluso per la presenza di irregolarità
non altrimenti sanabili.
Un provvedimento che nel suo contenuto, al
di là dell’aspetto formale, è esclusivamente
destinato a regolare i due casi particolari
e pertanto assolutamente incostituzionale.
Ma la premessa del decreto è ancor più allarmante:
il Presidente della Repubblica ha emanato
il decreto salva liste per necessità di garantire
la coesione sociale e un sereno e pieno svolgimento
delle competizioni elettorali. Quali sollecitazioni
hanno spinto Napolitano alla firma?
Il Capo dello Stato per firmare un tale pasticcio
deve aver proprio perso la propria consueta
lucidità, forse per i precedenti imbarazzi
digestivi.
Con questo decreto è stato cantato il de
profundis della seconda Repubblica.
Noi di Sinistra Ecologia e Libertà non desideriamo
altre portate.
Che gli elettori somministrino al più presto
la purga.
Lapo Pasquetti - Sinistra Ecologia Libertà
Cremona.
 
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