15 Settembre, 2002 REGIONALI. PAR CONDICIO: ACLI, LE ELEZIONI NON SONO UN "TELEVOTO" Il presidente Olivero: "Servizio pubblico deve garantire spazi informativi di approfondimento giornalistico"
REGIONALI. PAR CONDICIO: ACLI, LE ELEZIONI
NON SONO UN "TELEVOTO"
Il presidente Olivero: "Servizio pubblico
deve garantire spazi informativi di approfondimento
giornalistico"
La decisione del consiglio di amministrazione
della Rai di sospendere le trasmissioni di
approfondimento giornalistico in vista delle
elezioni regionali è «un fatto grave e preoccupante,
perché per la prima volta vengono tolti spazi
di confronto e di approfondimento indispensabili
ai fini dell'esercizio consapevole del diritto
di voto».
Ad affermarlo è il presidente nazionale delle
Acli Andrea Olivero, che spiega: «I problemi
nel nostro Paese non mancano e la politica
ha di per sé la tendenza a rifuggire il confronto
serrato con i problemi dei cittadini. Eliminare
allora gli spazi di confronto che ad oggi
esistono - con tutti i limiti che queste
trasmissioni possono avere - è quanto di
più negativo si possa immaginare per allontanare
i cittadini della politica intesa come servizio
del bene comune».
«A meno che - aggiunge Olivero - l'idea della
democrazia che si ha in testa non sia quella
di un gigantesco reality in cui i politici
esibiscono se stessi con la gente che vota
da casa. Ma la democrazia non è uno spettacolo
di intrattenimento, le elezioni non sono
un "televoto". Il servizio pubblico
deve garantire un di più di spazi informativi
di approfondimento giornalistico. Anche per
questo i cittadini pagano il canone. Semmai
la Rai dovrebbe impegnarsi a qualificare
maggiormente questi spazi per evitare che
si trasformino in "pollaio", ad
aprirli di più alla società civile organizzata,
a promuovere e sostenere un giornalismo non
compiacente con la politica. Chiudere invece
questi spazi, eliminare la mediazione giornalistica
e lasciare le tribune ai politici per recitare
i loro slogan è decisione grave che desta
molta preoccupazione nei cittadini».