15 Settembre, 2002
Triste Natale di Linda Malnati
Giorgino Carnevali ci ripropone un suo scritto tratto dal libro “ Lezioni e racconti del 1892”
Triste Natale di Linda Malnati
Giorgino Carnevali ci ripropone un suo scritto
tratto dal libro “ Lezioni e racconti del 1892”
L I N D A M A L N A T I
LEZIONI E RACCONTI
LIBRO DI LETTURA
PER LA CLASSE TERZA ELEMENTARE
anno 1892
Mi garba d’iniziare con versi oltre modo rimati
a patto che i nostri cuori non ‘appariscan’
rassegnati.
In tutto il mondo Natale è augurio di bontà,
serenità e felicità
da condividere con "tutti gli uomini
di buona volontà”.
Caro direttore G.Carlo,
rinvenire un vecchissimo libro di lettura
sgualcito, consunto, polveroso, magari di
un caro “bisnonno”; riscoprire storie di
un tempo passato, haimè!….che sempre più
spesso ritornano, incalzanti, d’attualità,
che ti rattristano l’animo…..anche, soprattutto
nelle imminenti festività natalizie. Custodirlo
gelosamente….quel libro di un Natale di tantissimi
anni fa, recante la data: anno del Signore
1892 (più facile a scriverlo che a pensarlo,
quell’anno!). Ora, come allora, in tutto
il mondo si festeggia il Natale, in ogni
paese. Tutti i popoli, cristiani e non cristiani,
si impegnano per festeggiare la pace, la
fratellanza, la gioia e la serenità, ciascuno
secondo la propria cultura, mantenendo antiche
tradizioni che aprono l’animo di ognuno di
noi a quella luce divina che porta pace in
ogni cuore. Vò a favorirvi, direttore, la
lettura di una novella per bimbi (quindi
anche per “voi”!), haimè, purtroppo triste,
troppo triste per il Natale. Vi garba, direttore?
Ed allora vò con decisione.
TRISTE NATALE
Lo so, lo so, bambini miei, che il titolo
vi dispiace e non vi incoraggia a leggere.
Ma che volete! Non per tutti il Natale è
una festa gioiosa: e ci sono dei bambini chi incominciano presto.…a fare
conoscenza con questa triste verità. Gli
orfani, gli abbandonati, oh….come possono
sorridere al Natale? Del resto voi, bambini
felici, leggerete questa novellina senza
che il Natale venga a turbare la vostra gioia
serena e quando avrete esclamato, forse sospirando….”Oh,
povera e cara Rosetta!”, avrete finito e
potrete tornare, giulivi e spensierati, ai
vostri giochi e alle vostre gioie.
L’anno prima Rosetta aveva passato un buon
Natale davvero. Doni dal babbo, tornato da
un lungo viaggio dall’estero per lavoro, dallo zio Carlo. Doni a Gigino,
il piccolo fratellino, alla mamma. Che festa
per la Rosetta era stata quel Natale! Ah, il bel Natale! Tavola imbandita, addobbata
a festa, luci, colori. Un bell’albero accanto
ad un bel presepe.
Ma quest’anno che tristezza in casa di Rosetta!
Pensate: il suo babbo è morto solo due mesi
or sono, in viaggio. Gigino, il fratellino
tanto amato, anche lui era stato richiamato
da Dio, il quale (come dice Rosetta) ha avuto
bisogno di un angelo in paradiso. Lo zio
Carlo ha preso moglie e si è stabilito lontano,
lontano e la mamma….oh povera mamma buona,
ora com’è triste e pallida. Il giorno della
vigilia Rosetta e mamma non sapevano darsi
pace. Amiche di mamma erano venute a pregarla
di passare il Natale da loro: “Vieni, ti
servirà di distrazione. Se vuoi ti lasceremo
piangere, ma fallo almeno per la piccina
questo sacrificio, se non vuoi farlo per te”. Ma
la mamma aveva risposto: “Grazie, ma resto
a casa mia”. E lei, la piccina, aveva approvato
l’idea della mamma: “Si, resteremo qui insieme,
ti cingerò il collo con le mie braccia, così
tu dimenticherai, nell’amore della tua bambina,
i dolori che ti fan triste e pallida”. Il
giorno di Natale è venuto dunque anche quest’anno.
Prima, con devozione, ad ascoltare la Messa,
poi assieme al campo santo a trovare il babbo
ed il fratellino, sepolti l’uno vicino all’altro.
Mentre pregavano a Rosetta venne da chiedere
alla mamma se anche in Paradiso si festeggiasse
il Natale. Ma, guardata in viso la mamma,
le si strinse forte forte al collo e le asciugò
coi baci le grosse lacrime che le vide scendere
dagli occhi. Tornate a casa la mamma preparò
un modestissimo desinare. Niente di nuovo
o di diverso in quel giorno; la solita minestra,
un po’ di carne e di formaggio…pel corpo;
ma per lo spirito….quanta festa le aspettava!
Perché, vedete, bambini, vi sono gli alimenti
anche per lo spirito e consistono nell’affetto
di chi ci circonda e nella soddisfazione
che ci viene dalle buone opere. Finito quel
pasto frugale, modesto, la mamma ebbe il
desiderio di dare un’occhiata ai biglietti
ed alle lettere di auguri che erano pervenute in
quel giorno. Auguri pietosi, parole d’affetto
e di conforto le chiamarono sulle ciglia
ancora tante lagrime. La bambina, colta da
tanta solidarietà, soprattutto da tanto affetto
per la propria mamma, le si gettò piangendo
tra le braccia. Madre e figlia restarono
a lungo abbracciate, piangenti…..
Pace a te, donna sconsolata, privata prematuramente
dagli affetti più cari. Pace a te, povera
madre, che trovi nella tua bambina il miglior
conforto alla tua sventura e la più sicura
promessa, la più lieta speranza per l’avvenire.
Stringetevi vicine, creature elette: i vostri
perduti assistono alla festa dell’anima vostra
e vi benedicono e gioiscono nel sapervi così
unite e vicendevolmente di aiuto l’una all’altrai.
Così quel Natale di Rosetta e di mamma finisce
in pianto, ma la mamma di sicuro veglierà
su quella piccina indifesa cantandole dolcemente:
“Dormi, chiudi i lumi santi/ quelle stelle
fiammeggianti/ Dormi, cuore della mamma/
fai la ninna, fai la nanna”.
Grazie dell’ascolto, direttore buono,
Natale anche a voi, nobil galantuomo.
Giorgino Carnevali
Lidia Malnati. Note biografiche
Linda Malnati (Milano 19 agosto 1855 - Blevio
(Como) 22 Settembre 1921).
Maestra comunale e organizzatrice delle associazioni
delle insegnanti
elementari, sostenne il movimento per la
pace e il diritto di voto delle
donne.
Maestra comunale, partecipò ai moti sociali del 1898,
venne per questo sospesa
dall'insegnamento e denunciata. Fu riabilitata
nel 1900 e nominata
direttrice di una scuola elementare. In seguito
fece parte del Consiglio per
l'amministrazione degli orfanotrofi cittadini.
Andata in pensione nel 1909,
continuò a collaborare con Alessandrina Ravizza
in varie opere
assistenziali, soprattutto a favore dell'infanzia
abbandonata.
 
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