15 Settembre, 2002
El Ciavàro Racconto di Giannino Aletti
La sua passione erano le moto e una ce l’aveva: era una bella moto Guzzi che lui teneva come un gioiello, ma un difetto quella moto l’aveva.
El Ciavàro
Racconto di Giannino Aletti
Un po’ bizzarro, un po’ matto secondo alcuni,
si arrabbiava se lo chiamavano “el Ciavàro”*,
ma il soprannome aveva fatto dimenticare
il suo nome di battesimo. Faceva il saldatore
ed era un artista se saldava una qualsiasi
cosa: dalle sue mani usciva perfetta, come
nuova.
La sua passione erano le moto e una ce l’aveva:
era una bella moto Guzzi che lui teneva come
un gioiello, ma un difetto quella moto l’aveva.
Era priva di ruote. El Ciavàro aveva provveduto
e se le era costruite con il legno, cave
e riempite di stracci. Più avanti aveva trovato
anche il modo per procurarsi delle vere ruote,
da sostituire a quelle che toglievano un
po’ di lustro alla sua bella moto Guzzi.
Venne a sapere che il Duce si trovava sul
lago di Garda e da lui si recò con la sua
moto dalle ruotedi legno.
Nessuno seppe come andò quel viaggio, ma
tutti, a Pessina, restarono sbalorditi ed
increduli quando el Ciavàro ricomparve con
la Guzzi dotata di normali ruote, con copertoni
e camere d’aria.
Dovettero credergli: raccontò che il Duce
in persona gli aveva dato un buono per restituire
alla sua moto l’originale bellezza e funzionalità.
da un racconto di Giannino Aletti
Cremona, 11 ottobre 2005
* EL CIÀVARO
Ciàvaro: era il soprannome dato a chi aveva
una “vocazione” per
la manipolazione del ferro.
 
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