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15 Settembre, 2002
La proposta del Comitato Acqua Pubblica che verrà presentata al CdA ATO
Modalità di affidamento prevista dal comma 2, lettera b) dell’Art. 23 bis, e cioè ad una società mista pubblico-privata con scelta del socio privato mediante procedura ad evidenza pubblica

La proposta del Comitato Acqua Pubblica che verrà presentata al CdA ATO
Modalità di affidamento prevista dal comma 2, lettera b) dell’Art. 23 bis, e cioè ad una società mista pubblico-privata con scelta del socio privato mediante procedura ad evidenza pubblica.
E’ una soluzione, questa che,in tutti gli ATO italiani in cui è stata adottata, ha sempre provocato: aumento delle tariffe, riduzione e precarizzazione del lavoro, riduzione della qualità del servizio. Il perché è presto detto: nelle società a capitale misto pubblico-privato, si verifica un tale antagonismo strutturale tra il socio pubblico (tendente alla qualità del servizio) e quello privato (tendente alla massimizzazione del profitto) da diventare prima o poi conflittuale. Alla fine chi “comanda” (l’esperienza e lì a dimostrarlo) è sempre il socio privato. La spiegazione sta nel fatto che pubblico e privato non competono tra loro sull’efficace dello strumento, ma sulla evidente ed alla fine decisiva alternatività degli obiettivi.
Nel caso cremonese poi, oltre a queste tre situazioni, si rischierebbe di minare nelle fondamenta il patrimonio culturale, umano e professionale rappresentato dalle nostre aziende e dai suoi lavoratori (interessati anch’essi dal processo di privatizzazione).
Tanto è vero che per evitare questo rischio, ben presente anche nei fautori di questa proposta, si sta cercando di studiare il modo di permettere a LGH (o alla stessa in ATI con qualche altro soggetto industriale) di partecipare alla futura gara senza eccessivi “rischi.
Secondo noi si tratta di una soluzione ancora più pasticciata della proposta; per cercare di tutelare le nostra aziende (obiettivi di per sé condivisibile) si cerca un percorso ad ostacoli che francamente nessuno può sapere a priori dove possa portare.
La nostra proposta (già presentata a tutti i sindaci cremonesi)
Affidamento ad una Azienda Speciale Consortile unica provinciale.
Presuppone il riconoscimento del servizio idrico come servizio privo di rilevanza economica; grazie a questo ci si pone al di fuori del disposto dell’ Art. 23bis, e si ricorre al Testo Unico degli Enti Locali (Artt. 31 e 114) che disciplinano per l’appunto le aziende speciali consortili.
La nostra proposta dimostra (con riferimenti dettagliati e specifici a trattati dell’Unione Europea e documenti della stessa Commissione) che non è vero che l’Europa impone la privatizzazione, ma solamente che demanda agli stati membri e alle loro articolazioni la scelta sulla definizione di servizio pubblico a rilevanza economica (da mettere sul mercato) e servizio di interesse generale (da gestire autonomamente).
Su questa proposta hanno lavorato fior di costituzionalisti, giuristi ed economisti di fama italiana ed europea (Alberto Lucarelli, Riccardo Putrella, Luigi Meconi, Marco Bersani, Corrado Oddi) i quali hanno dimostrato che è perfettamente percorribile a legislazione italiana vigente.
Inoltro questa proposta metterebbe davvero al riparo da qualsiasi rischio le nostre aziende ed i loro lavoratori.
Infine, se Parigi (per citare un caso europeo, dove dal 1° Gennaio 2010 il servizio idrico è ripubblicizzato) o la Puglia, con l’acquedotto più grande d’Europa, hanno potuto intraprendere questo stesso percorso significa che giuridicamente è possibile.
Cosa faremo adesso
Non vogliamo avere ragione a tutti i costi, come invece pare voglia il pensiero dominante di Salini e delle Aziende; vogliamo solo che questa proposta possa avere il tempo di essere vagliata dai sindaci esattamente come quella che proporrà il CdA dell’ATO.
Non vogliamo credere che ci siano Sindaci che si sentano di decidere in un giorno o addirittura in un’ora e a cuor leggero del destino di un servizio fondamentale per la vita quotidiana dei loro cittadini. Qualcuno comunque ha capito (per es. Sindaco di Acquanegra) ed ha già pubblicamente chiesto tempo per poter vagliare le proposte alternative, a suo dire, fondate.
Pertanto inizieremo con un presidio lunedì pomeriggio davanti all’aula magna dell’ITIS dove si svolgerà l’assemblea, nel quale chiederemo ai Sindaci di non prendere decisioni affrettate ma di valutare (e far valutare) la nostra soluzione esattamente come quella che verrà proposta da Salini.
Poi continueremo, come sempre fatto, a tenere il fiato sul collo su tutti gli atti e decisioni che via via si prenderanno per il percorso verso la privatizzazione; sappiamo cosa fare perché abbiamo dalla nostra l’esperienza decennale di comitati che in tutto Italia si battono per l’acqua pubblica.
Perché il contrario di pubblico (vedi dizionario della lingua italiana) non è privato ma segreto; ci preoccuperemo noi di far diventare pubblico quello che loro vogliono mantenere segreto.

Per il Comitato Acqua Pubblica
Giacomo Bazzani

 


       



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