15 Settembre, 2002 LA POLITICA, LA LEGA,LO SPORT, LA SICUREZZA di Mario Superti Ci rammentiamo tutti, forse, di alcuni antefatti più o meni lontani che caratterizzano il percorso ideologico della Lega.
LA POLITICA, LA LEGA,LO SPORT, LA SICUREZZA
di Mario Superti
Ci rammentiamo tutti, forse, di alcuni antefatti
più o meni lontani che caratterizzano il
percorso ideologico della Lega.
Ritorna così alla mente la visita che Bossi
fece a Milosevic nella città di Belgrado
ai tempi che precedettero la tragedia Jugoslava.
Che cosa spinse il personaggio che ci occupa
ad una simile iniziativa è ancora avvolto
dalle brume padane anche se qualcosa è stato
detto o qualcosa si può intuire.
Di sicuro c’è che Bossi aveva simpatie per
il capo dei Serbi e della sua politica conservatrice
e di esaltazione della indipendenza a fini
“razziali” di quella sfortunata parte del
mondo slavo.
E’ nei fatti che molti dei cittadini della
Serbia già praticavano iniziative separatiste
ed indipendentiste con risvolti razziali
a scapito di altre etnie e sottoposte poi
ad una crudele e vergognosa pulizia etnica.
Anche l’Italia più o meno in forma indiretta
ha partecipato alla severa punizione che
le forze della NATO hanno dovuto mettere
in campo per porre fine ad eventi così scandalosi,
condannati anche dal Papa con parole che
ancora risuonano nelle menti degli Italiani.
Alcuni forse si sono ricordati di quel fatto
o hanno fatto propria l’idea che anche in
Italia magari ci possano essere ancora simpatie
per l’assetto politico e sociale di quel
tempo.
Ma gli stessi considerano anche l’Italia
fra gli stati “aggressori” e si comportano
ancora con qualche “indisposizione”.
Abbiamo visto quindi gli effetti anche ora
allorquando non pochi individui si sono permessi
di “invadere” il suolo italiano con finalità
ben precise : seminare scompiglio e disordine.
In questo frangente il ministro degli Interni
si è mosso seguendo canoni anche per certi
versi accettabili se non fosse per la eccessiva
prudenza nell’affrontare la situazione prima
della partita allo stadio di Genova :sembra
che già vi fossero segnali di allarme : forse
era li che si doveva agire con durezza.
Risultato : la Stato serbo ci accusa di inadeguatezza
anche se sa bene di aver fatto poco ( così
traspare ) per informare come si deve le
autorità italiane.
Nulla da dire sulla conduzione delle forze
dell’ordine all’interno dello stadio : la
prudenza ha dato i suoi frutti ed ha scongiurato
una tragedia che una volta consumata avrebbe
reso difficile il tirare le fila da parte
delle autorità.
Ma livello internazionale la brutta figura
resta e segnerà per molto tempo la storia
del calcio e della nostra incapacità di dare
sicurezza preventiva agli eventi sportivi.
Ma tornando al mondo delle idee e delle ideologie
sappiamo che la Lega non nasconde comportamenti
“razziali” nei confronti del “diverso” :
forse gli intrusi serbi non sono stati percepiti
come tali.
Sarebbe stato diverso se quei personaggi
fossero stati un poco “abbronzati” ?
Si sa bene che quegli pseudo tifosi sono
e sono stati già identificati come violenti
, estremisti, cultori di idee razziali e
con riferimenti anche ad accadimenti del
XIV secolo in terra Kossovara.
Tale regione è considerata sacra nelle menti
de popolo serbo anche per i meno politicizzati
e meno estremisti , ma adduce pericolosi
comportamenti ancora oggi in chi da quei
fatti riparte per la integrazione del suolo
sacro della patria : non finirà tanto facilmente.
La considerazione finale è che non è la stessa
cosa come destreggiarsi fra i cittadini padani
, le intemperanze di qualche sindaco osservante
dei sacri principi celti e gli accadimenti
di livello internazionale.
Se poi cerchiamo di renderci conto di che
cosa ci aspetta in futuro circa i comportamenti
sociali ed economici io penso che ci saranno
ben altri motivi per essere poco tranquilli
: il mondo dei giovani , maltrattato per
anni comincia a rendersi conto di non avere
un futuro,finora garantito solo da qualche
genitore o nonno pensionato.
Per ora il Pd , solo nella mente di chi si
crede ancora arbitro della situazione locale
ci si limita all’invito a mandare a casa
“assessori infedeli” : io spero che la strada
di casa venga trovata in “autonomia” anche
da chi ha ormai poco o nulla da dire sia
“in loco” che in campo nazionale.
Cordialità e buon lavoro.
MARIO SUPERTI
CREMONA