15 Settembre, 2002
OSSERVAZIONI DI ANCI LOMBARDIA AL PDL SULLA RIFORMA DEL SERVIZIO IDRICO
ANCI Lombardia ha preso visione del PDL sulla riforma del servizio idrico licenziato dalla Giunta.
OSSERVAZIONI DI ANCI LOMBARDIA AL PDL SULLA
RIFORMA DEL SERVIZIO IDRICO
ANCI Lombardia ha preso visione del PDL sulla
riforma del servizio idrico licenziato dalla
Giunta.
A questo proposito ha avanzato proposte puntuali
di emendamenti al testo con l’obiettivo di
sottolineare la necessità di un diretto ed
esplicito ruolo decisionale dei Comuni nella
definizione del piano d’ambito, della tariffa,
dei contratti di servizio e della modalità
di gestione.
Non è possibile, infatti, relegare i Comuni
ad un ruolo secondario di fronte a decisioni
che impattano direttamente con la qualità
di un servizio fondamentale per i cittadini.
E’ al sindaco che naturalmente i cittadini
fanno riferimento quando hanno reclami da
avanzare o richieste d’intervento. Allontanare
le decisioni facendole assumere ad un livello
meno diretto e più lontano significa contraddire
quanto ogni giorno è nella concretezze delle
cose e contraddire il principio di sussidiarietà.
Ricordiamo che la proprietà delle reti è
dei Comuni che hanno effettuato negli anni
investimenti cospicui sia con finanziamenti
diretti sia con altri strumenti.
La proprietà delle reti implica per il Comune,
come tutti i diritti di proprietà, il diritto
di godere e disporre della cosa, quindi il
riconoscimento sia di un potere di gestione
che di un correlativo dovere di controllo,
dai quali non si può e non si deve prescindere,
altrimenti si avrebbe una sottrazione totale
o parziale del bene stesso all’Ente proprietario,
al di fuori delle ipotesi previste dalla
Legge, svuotando il diritto di proprietà
del suo contenuto effettivo.
Il trasferimento dell’esercizio delle funzioni
e delle competenze degli Enti Locali, non
comporta quindi una dismissione della proprietà
ma determina comunque la necessità di riconoscere
a questi ultimi un potere di direzione e
di controllo effettivo affinché la gestione
del servizio idrico iintegrato venga svolta
secondo quanto previsto dagli Enti stessi.
I Comuni riconoscono che sia necessario un
livello di governo di area vasta ma senza
in alcun modo togliere potere decisionale
ai Comuni.
Le proposte contenute nella versione del
PDL approvato dalla Giunta presentano certo
alcuni passi in avanti, frutto del confronto
e delle proposte dei Comuni, ma presentano
ancora elementi di forte criticità su cui
ANCI Lombardia mantiene una sua contrarietà.
La proposta della Consulta dei Comuni evidenzia
un ruolo solo secondario dei Comuni chiamati
ad esprimere un parere che non ha alcun effetto
reale. Per questo proponiamo di nuovo l’istituzione
di una Conferenza dei sindaci con un parere
vincolante circa piano d’ambito, tariffa
e scelta della modalità di gestione.
In particolare si ribadisce che:
ü dalla lettura del DL 2/2010 convertito
nella Legge n. 42/2010 non si rileva nessun
obbligo di assegnazione diretta alle Province
della funzione rivestita dagli ATO, ma si
parla di attribuzioni delle funzioni nel
rispetto dei principi di sussidiarietà, differenziazione
e adeguatezza. Pertanto la decisione di affidare
le funzioni, precedentemente attribuite agli
ATO, alle Province, non è da ritenersi scontata.
Ribadiamo ancora una volta che i Comuni,
effettivi proprietari delle reti, devono
mantenere un ruolo primario nella governance
del servizio idrico integrato. Da qui l’indispensabilità
che ai Comuni siano affidati poteri di indirizzo
e di controllo propri di chi detiene la responsabilità
del bene pubblico e gli obblighi di fornitura
di un servizio considerato vitale per il
cittadino-utente: in particolare i Comuni
devono avere un ruolo protagonista nella
definizione dei piani d’ambito, degli investimenti
e delle tariffe;
ü così come nella gestione degli ATO si era
considerata indispensabile la costituzione
ed il funzionamento dell’Assemblea dei Sindaci
dell’ATO, che in molte realtà ha funzionato
e attivato azioni proficue, anche nel nuovo
sistema di governance del servizio idrico
integrato, la costituzione della Conferenza
dei Sindaci rientranti nell’ATO può essere
lo strumento per assicurare la partecipazione
dei Comuni. La pura espressione di un parere
obbligatorio da parte di una Consulta non
soddisfa questa richiesta tanto più che non
è prevista alcuna conseguenza in ordine ad
un parere negativo, nemmeno la motivazione
da parte dell’Ufficio di Ambito o della Provincia;
ü per rispetto dei principi di sussidiarietà
ed equità appare pertanto evidente che i
pareri espressi dalla Conferenza dei Sindaci
debbano essere considerati, per l’Istituzione
cui saranno affidate le funzioni di gestione
del servizio idrico integrato, vincolanti
per tutti gli aspetti di indirizzo, per la
scelta della modalità di gestione, per la
creazione del piano d’ambito, per la pianificazione
strategica degli investimenti, per la determinazione
delle tariffe. In caso di parere negativo
l’Ente proponente ha l’obbligo di modificare
la proposta. Inoltre, per la società patrimoniale,
potrebbe avere un potere di indirizzo circa
la tutela del patrimonio delle reti. In subordine
si può prendere in considerazione lo strumento
dell’intesa obbligatoria in sede di Conferenza
dei Sindaci. Anche in questo caso una mancata
intesa comporta la necessità della riformulazione
della proposta;
ü quanto alla prospettata creazione di Azienda
speciale da parte della Provincia, qualora
si decidesse la sua istituzione, si ritiene
indispensabile che la rappresentatività dei
Comuni debba esprimersi nella Presidenza
e nella indicazione da parte della Conferenza
dei Sindaci dei rappresentanti dei Comuni
da nominare nel CdA. Altrimenti varrebbe
solo il criterio del rapporto fiduciario
tra Presidente della Provincia e nominati
senza alcun valore rappresentativo;
ü si ritiene opportuno per i Comuni affidare
le responsabilità delle proprie reti ad una
società patrimoniale, da loro integralmente
detenuta e gestita, che ne tuteli gli interessi
generali. Tale società potrebbe individuare
il soggetto gestore secondo le norme regionali
e nazionali, e definire il valore delle reti
e la possibilità di richiedere canoni di
utilizzo parametrati sui livelli di efficienza
e di vetustà;
ü resta aperta la questione relativa all’obbligo
o meno di una azienda speciale del rispetto
degli obblighi legati al patto di stabilità;
ü in merito alla possibilità che la Giunta
Regionale possa determinare ambiti interregionali
ci sembra opportuno che siano consultati
anche gli EE.LL.
ü sarà inoltre opportuno che per Legge si
determini una percentuale di tariffa minima
che, obbligatoriamente, dovrà essere destinata
a investimenti.
Milano 10 novembre 2010
fonte: Giuseppe Torchio
 
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