15 Settembre, 2002
20 novembre 2002.Maggiore attenzione all’infanzia rubata
Il naso del Governo è sempre più lungo.di Francesco Bova
20 novembre 2002.Maggiore attenzione all’infanzia rubata
Il naso del Governo è sempre più lungo
di Francesco Bova
Mentre quest’anno la Regione Lombardia dedica alla Giornata dei Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza solo la pubblicazione di un CD interattivo che contiene i lavori di un anno fa’ al Palazzo delle Stelline di Milano, io credo che qualche volta sia opportuno andare controcorrente e dichiarare che è meglio destinare le poche risorse della legge 285/97 per ridurre le forme di disuguaglianza tra i minori. Dunque, qualche Consiglio Comunale dei Ragazzi (CCR) e qualche esercitazione di progettazione urbanistica partecipata in meno e qualche intervento mirato in più per contrastare i fenomeni di esclusione e marginalità sociale e di povertà relativa che affliggono i minori e i giovani anche in una regione ricca come la Lombardia. Le recenti indagine della Commissione Povertà, del CENSIS, dell’ISTAT, della Fondazione Zancan e della Caritas italiana, nonché gli studi sull’inclusione sociale ci devono far riflettere quando fanno emergere che la povertà è in aumento e che colpisce il 16,9% della popolazione minorile e che il 7,4% risiede nelle regioni del Nord.
Il Piano Socio Sanitario della Regione Lombardia dedica poco e nulla, se non qualche dichiarazione di principio, al fenomeno multidimensionale della povertà. Non è stato programmato e pianificato alcun progetto obiettivo (PO) e le risorse destinate ai minori e agli interventi di contrasto della povertà sono solo quelle delle cosiddette leggi di settore riferite ai trasferimenti monetari dello Stato. Anzi, alcuni strumenti delle politiche sociali come quelli del Reddito Minimo di Inserimento (RMI) hanno avuto vita breve proprio in Lombardia.
E’ necessario intervenire, di fronte ad un disimpegno delle politiche nazionali e di quelle della Regione Lombardia nei confronti del disagio e della povertà relativa, la quale cronicizza le disuguaglianze sociali, richiamandosi al quel principio di realtà che ci fa affermare che i diritti dei ragazzi non si garantiscono solo con qualche esercitazione di protagonismo istituzionale con la dialettica scuola/comuni e alunni/consiglieri comunali ma, soprattutto, con azioni dirette a ridurre il rischio di povertà delle famiglie, in particolare nei confronti delle famiglie monoreddito, delle famiglie numerose e delle famiglie problematiche. Ciò a maggior ragione nelle città e nelle grandi aree metropolitane dove le differenze e i fenomeni di marginalità sono più evidenti e dove sono presenti anche altri fenomeni che riducono i diritti dei minori come quelli dell’immigrazione e quelli del nomadismo. E’ ovvio che solo i ragazzi con maggiori tutele possono impegnarsi nei progetti di democrazia in erba, ma non è tollerabile non dedicare maggiore attenzione all’infanzia rubata che vive dentro e sotto la soglia di povertà.
Il Ministro Maroni artatamente ha congelato gli studi e i progetti relativi all’inclusione sociale redatti durante il governo di centrosinistra e il Ministro Moratti, con la controriforma scolastica, aumenterà il disagio e le differenze quando con i tagli agli organici si ridurrà il cosiddetto tempo pieno. Se questo dovesse accadere allora dovranno essere proprio i Comuni a garantire interventi strutturati con un tempo pieno organizzato e finanziato con le risorse della comunità locale al fine di ridurre i disagi delle famiglie e per offrire maggiori opportunità a chi a casa e in famiglia non possiede adeguati strumenti di autonomia e di emancipazione.
E’ in questa ottica che sarebbe opportuno rileggere la ricorrenza del 20 novembre, in un contesto politico e culturale che affievolisce sempre più l’azione delle reti pubbliche della scuola, della sanità e del welfare consegnando i diritti costituzionali dell’istruzione, dell’educazione e della sicurezza sociale al mercato come unico regolatore del sistema e alla famiglia come il solo attore sociale che deve trovare al proprio interno le risorse per ridurre gli handicaps delle disuguaglianze sociali. E’ altamente simbolico che il Ministro Maroni abbia intitolato la Conferenza nazionale sull’Infanzia e l’adolescenza “….Mettiamoci il naso !” che si tiene a Collodi con l’icona di Pinocchio, perché le bugie del ministro e del governo allungano il naso e hanno le gambe corte.
 
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