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 Cronaca

15 Settembre, 2002
Cremona «pizzicata» dai Khaossia
Tarantismo o neotarantismo: musica e danza sono «medicina popolare»

«Una ventina d’anni fa, in Puglia, se chiedevi in giro della taranta, ti guardavano male. Oggi non si può fermarsi a suonare un tamburello per strada senza rischiare il blocco del traffico.» Dopo il concerto dei Khaossia - gruppo di musica tradizionale salentina di recentissima formazione [www.khaossia.too.it] - all’ArciFesta, Vincenzo Urso racconta e dice del su stupore (sgomento?) di fronte alla dilagante, tracimante passione (moda?) per questa musica e per questa danza. Neotarantismo? Una volta ci furono “soltanto” le donne (quasi sempre donne) morse da un ragno e guarite - una volta identificato il tipo di ragno con l’aiuto dei nastri colorati, aggiunge Viviana Calabrese - con un determinato tipo di musica e di ballo. Non è il caso di richiamare qua decenni di ricerche di antropologia, di etnomusicologia, o di psichiatria sposata con lo studio delle tradizioni: mi fermo ad una sottolineatura dei ricercatori-musicisti dei Khaossia: le “tarantate” erano donne (persone) spinte fuori dal tessuto sociale e dall’obbligo di osservanza delle sue regole, o meglio, ad esso appartenevano proprio attraverso questo loro “ruolo”. La loro “guarigione” - il patrono San Paolo a parte - era affidata ad un rito collettivo che è la danza.

Alcuni mesi fa il “ballo spontaneo” eseguito davanti al “Chocolat” di Cremona da un gruppo di “tarantati” ha dato l’inizio ad una imprevedibile serie di eventi. Intervento delle forze dell’ordine, interventi - questi verbali - di consiglieri e commissioni comunali, assessori, sindaci… Dell’accaduto si è data notizia persino nella stampa salentina. Ma cosa costituiva il cuore della disputa: la mancata osservanza di una norma di “ordine pubblico” (non si balla dove non ne esiste una esplicita autorizzazione) o concetti più generali e più sottili come “diversa sensibilità” e “accoglienza della diversità”? Su un punto anche Luca Congedo, allora studente della Facoltà di Musicologia di Cremona, deve convenire: i riflettori incidentalmente accesi hanno contribuito ad accompagnare il gruppo fino all’onore di aprire il Festival [www.castrignanodeigreci.it/lanottedellataranta], il 12 agosto, nella piazza di Corigliano D’Otranto. Sindaco di Cremona presente, ospite della città della Grecìa salentina. Non tutte le multe vengono per nuocere. E il gruppo ha “adottato” un cremonese, Fabio Turchetti, per niente “fuori contesto”, specialmente quando si tratta dell’arrangiamento e dell’esecuzione di brani tradizionali del ‘600. È fresco di registrazione di musiche barocche del cremonese Tarquinio Merula - rivisitate in chiave “etno-jazz”, se mi si perdona la sbrigativa definizione - con la collaborazione anche di Luca Congedo.

«Ho avuto la fortuna di partecipare come ospite dei Khaossia alla famosa “Notte della taranta”, un festival che si tiene ogni anno nel Salento e che è diventato un evento ormai nazionale.» - racconta Turchetti. «Khaossia è un gruppo di recentissima formazione, nato proprio a Cremona. Questa è la ragione per cui ne faccio parte. I componenti infatti vengono un po’ da tutta Italia: c’è un sardo, un siciliano, un abruzzese, quattro pugliesi e un lombardo. La ragione di questa “mistura” è che quasi tutti hanno frequentato l’Università di Musicologia di Cremona. Musicalmente trovo molto stimolante suonare un repertorio tradizionale: per chi come me ha sempre eseguito in pubblico solo musica propria, è veramente rigenerante ed è anche fonte di futura ispirazione. L’approccio musicale del gruppo nei confronti della tradizione è molto rispettoso; trovo che sia questo il loro punto di forza.

In questo organico il mio strumento è il laud che ho acquistato durante una delle mie tante peregrinazioni: una specie di mandola di origine spagnola dalla sonorità molto simile alla ”chitarra battente”, strumento di origine barocca molto usata nella musica popolare del Sud Italia. La ricchezza sonora del laud è stata quindi una risorsa in più per arrangiare acusticamente questi bellissimi brani della tradizione salentina.»

E la sera del 26, davanti al Chocolat in piazza Roma di nuovo musica dal vivo. Il ballo forse è un po’ meno spontaneo, ma la musica, non c’è niente da fare, resta davvero coinvolgente. Una vera “medicina popolare”.

M.T.

 


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