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 Storia Cremonese

15 Settembre, 2002
San Bassano, comune di epoca romana.
In una posizione sopraelevata rispetto alla valle del Serio Morto e a quel particolare sito che fu il «Lago Gerundo»,

San Bassano, comune di epoca romana.
Cenni storici
In una posizione sopraelevata rispetto alla valle del Serio Morto e a quel particolare sito che fu il «Lago Gerundo», non lontano dal tracciato rettilineo dell’antica strada che portava da Cremona a Milano, i primi insediamenti nell’attuale territorio di San Bassano risalgono all’epoca romana. Nel 1983 è stata scoperta una necropoli (senza però quell’insieme di oggetti chiamato dagli esperti “corredo” che ne facilitano la datazione) attribuibile al periodo di passaggio tra la cultura romana e quella medioevale (sec. VI-VII d.C.). E – come succede spesso – i primi luoghi di culto cristiani sono quelli che suggeriscono l’ubicazione di quelli preesistenti, dedicati a culti pagani. Nella frazione di Ferie (toponimo solo apparentemente “vacanziero”, in realtà legato al traghettamento sul fiume Adda, vedi feria dal verbo latino ferre “portare, trasportare”), sopra la costa, domina il paesaggio la Chiesa di S. Eusebio, costruita su un sacello romano verso il IV o V secolo. Testimonianze del periodo longobardo si trovano in particolar modo nei toponimi e in documenti notarili.
Il nome del paese, verso fine del millennio, pare fosse stato Vicus Seriosus (dato mai attestato nella documentazione), giacché in quella valle, fino al secolo XI, scorreva il Serio Vivo e la sua posizione lo rendeva tutt’altro che insignificante. Già castrum militarmente strategico, luogo di passaggio e di sosta per pellegrini commercianti e soldati, nel 1157 a San Bassano vengono concessi i privilegi di borgo franco. Proprio a “San Bassano”, dal momento che con questo toponimo viene registrato nel 900 un possedimento del monastero benedettino di Nonantola.
Come certa è – in seguito alla diaspora di lodigiani fuggiti alla distruzione della città, nel 1158, per mano dei milanesi – la diffusione del culto di S. Bassiano (Siracusa, 319- Lodi, 409; già vescovo di Lodi, amico di S. Ambrogio, vescovo di Milano) anche in questa parte della pianura; i sambassanesi, nel XIV secolo trasformeranno in una più grande chiesa una piccola cappella già dedicata al santo laudese.
«Ed è questo il periodo d’oro per il nostro abitato, dotato di una chiesa importante intitolata a San Martino e di un ancor più sicuro castello tanto che l’Imperatore Federico Barbarossa vi farà alloggiare nel 1159 la propria moglie Beatrice di Borgogna per un lungo periodo mentre egli con le sue truppe era all’assedio di Crema.»
Niente di più instabile delle alleanze politico-militari del Medioevo e delle conseguenti posizioni strategiche e vantaggi economici di un insediamento. Nel XV secolo, infatti, il castello perde importanza difensiva e man mano si trasforma in una “cascina”, in azienda agricola. Ma lo stesso secolo vede qui la nascita «del grande vescovo poeta Marco Gerolamo Vida» e «assurgerà orgogliosamente San Bassano a patria del novello “Virgilio Cristiano”». Onore che non fermerà però il declino anagrafico del borgo, la cui popolazione non sarà risparmiata da guerre e pestilenze che accomunano buona parte dei comuni della pianura.

L’antica San Bassano in un quadro
«Nella chiesa del Santo Rosario, in una cappella a sinistra, vi è l’altare di Sant’Antonio da Padova. Qualche anno fa la tela è stata oggetto di un minuzioso restauro, voluto dal Comitato che ha a cuore le opere d’arte conservate in questo oratorio, questo ha rilevato il nome del fedele che commissionò l’opera.
Alle spalle del santo è emerso un interessante paesaggio. È ripreso un borgo fortificato cinto da alte mura e da un fossato. Si intravedono bene le case, le chiese e un castello.
L’ipotesi, e di più la tradizione, vogliono che sia il paese di San Bassano, ripreso nel momento in cui fu eseguito il quadro (seconda metà del 1600), su cui Sant’Antonio estende la sua protezione.»


Marco Gerolamo Vida

Di Marco Antonio Vida (che mutò poi il nome in Marco Gerolamo), non conosciamo né la data né il luogo di nascita. L’anno probabilmente è attorno al 1480; il luogo viene “stabilito” dalla tradizione nella villa rurale della famiglia, a San Bassano.
La famiglia a Cremona è conosciuta dal XIII secolo; i Vida sono patrizi, qualcuno era arrivato anche al rango di console del Comune di Cremona. Da parte materna troviamo la nobile famiglia cremonese degli Oscasali.
Il Vida inizia gli studi a Cremona e li prosegue a Padova, forse a Bologna, e sicuramente a Mantova. Mantova è luogo “virgiliano”: lo si legge e lo si commenta a corte come nelle scuole ed è così che anche il Vida ne rimane profondamente influenzato.
Le prime opere del Vida nascono forse proprio a Mantova: il poemetto De Bombice è dedicato a Isabella d’Este, ed è un “trattato” poetico sui bachi da seta (“bigati”). Scacchia è un poemetto sul gioco degli scacchi. Allo stesso periodo risalgono le Bucolica, egloghe di gusto virgiliano. Questi primi lavori saranno perfezionati durante il suo “ritiro” nella villa di San Bassano. All’epoca Vida è già ordinato sacerdote; il vescovo Ascanio Sforza gli assegna le parrocchie di Ticengo, Monticelli Piacentino, Solarolo Monasterolo, Paderno Ponchielli. In seguito Clemente VII lo ordinerà vescovo di Alba ma Vida manterrà sempre il contatto con Cremona dove periodicamente risiederà tutte le volte che la situazione instabile e poco sicura della sua residenza ad Alba gli suggerirà cautela.
A Cremona è punto di riferimento della vita culturale, artistica. La ricostruzione della chiesa di S. Margherita avrà in lui sostegno “da mecenate” (1547); la volle su disegno di Giulio Campi e da lui decorata con affreschi e statue. Di questo patrocinio è testimonianza la lapide sul fianco della chiesa verso via dei Rustici la quale ricorda che l’opera è stata voluta dal Vescovo di Alba «ne qua i patriae splendori i pro fortunis i deesset», «in altre parole, per contribuire con questa opera al decoro della propria città, quasi in risarcimento delle sventure che la colpivano».
Marco Gerolamo Vida morirà nel 1566, da noto ed apprezzato poeta al quale, però, taluni rimproveravano una sorta di “fanatismo” virgiliano, l’uso ritenuto eccessivo di immagini e di locuzioni mitologiche, “pagane”. Chi lo vuole “riscattare” da quell’accusa di “paganesimo”, sottolinea quanto il Vida avesse utilizzato l’immaginario legato al culto di Roma «con fine puramente ornamentale».
Ai cremonesi è certamente caro il suo inno dedicato a S. Omobono, Beate pauperum pater ma con altri versi raggiunse la fama nel mondo culturale dell’epoca. De arte poetica, gli inni sacri Carmina diversi generis e molti Hymni, la Cristiade, poema in sei canti sulla vita di Cristo, scritto su incoraggiamento di papa Leone X, Christiados libri sex, un «capolavoro quella letteratura epica religiosa che fiorì nella varietà della produzione poetica in latino fra il Quattro e il Cinquecento».



Parco Sovracomunale “Valle del Serio Morto”

«La sfida che l’Amministrazione Comunale si pone con l’istituzione del Parco è quella di tutelare la valle relitta del Serio Morto, i segni territoriali presenti (scarpate, tratti rimasti dell’antico corso del fiume una volta attivo), le ricchezze di elementi florofaunistici, paesaggistici e storico archeologici, un vantaggio ambientale che il nostro territorio attualmente conserva e che può portare risultati sorprendenti sia in tema di qualità della vita che di opportunità di reddito integrativo per gli operatori agricoli. Tra gli obiettivi prioritari appaiono il recupero delle aree degradate o abbandonate, la salvaguardia degli ambiti agricoli a beneficio di una agricoltura sempre più in armonia con la tutela dell’ambiente anche attraverso il recupero o l’incentivazione di forme di agricoltura biologica, la fruizione sociale del territorio per il tempo libero, la ricreazione e l’accrescimento culturale.» «È auspicabile, e in tal senso sta operando l’Assessorato al Territorio e all’Ambiente della Provincia, la valorizzazione dell’intera Valle del Serio Morto da Madignano a Pizzighettone.»

La valle del Serio Morto è una importante testimonianza delle antiche anse fluviali del fiume Serio. È un “libro di storia” geografico e naturalistico che illustra, oltre le variazioni morfostrutturali di questa parte della pianura, anche il passato dei centri abitativi in stretta connessione con il corso vivo del fiume: da esso derivava la loro funzione strategica, nella difesa militare, nell’economia, nelle comunicazioni.
Gli studiosi fanno notare «il differente orientamento della maglia centuriale romana a destra e a sinistra della valle»: il Serio costituiva già nei tempi antichi una linea di confine, in tempi romani separava l’ager cremonensis e l’ager bergomensis. «Sappiamo che ancora nell’anno 960 il nostro fiume andava a sfociare in Adda nel punto dove più tardi (1133) sarebbe sorto l’abitato di Pizzighettone. Sennonché un documento del 1361 ci avverte che, nel frattempo, il fiume aveva cambiato percorso, andando ad occupare la sede che ancor oggi gli é propria e che lo porta a confluire con l’Adda nei pressi di Montodine, abbreviando, così, il suo tracciato di una ventina di chilometri.»
Il ramo “vivo” del fiume aveva abbandonato questo territorio, percorso poi solo da corsi d’acqua residui, a volte alimentati da sorgive. A queste acque veniva in seguito “strappato” dall’opera umana della bonifica, ultimata con la realizzazione, negli anni ’30, di un canale. Dell’antico percorso restano solo tracce: sono le lanche, ancora collegate al fiume che garantisce loro il ricambio d’acqua. Quando anche questo ricambio idrico viene meno, resta la morta, la palude: uno scrigno per la conservazione di un ecosistema di grande pregio, di una flora e di una fauna tanto variegate quanto compromesse in assenza di politiche territoriali-ambientali adeguate.

Parco Sovracomunale
Riconoscimento: delibera n. 6/15215 del 27 giugno 1996 della Giunta Regionale della Lombardia (ai sensi della Legge Regionale 30/11/1983 n. 86, art. 34) per l’ambito territoriale del Comune di Castelleone.
Ampliamento al territorio del Comune di San Bassano: delibera n. 7/1157 del 18 settembre 2000
Estensione: 5,9 km² pari ai 42% dei territorio comunale, da San Giacomo, San Bassano, Oltre Serio, Castelline.
Compiti: valorizzazione dei beni culturali e paesistici; riqualificazione ambientale; ripristino delle risorse naturali paesistiche e ripristino delle risorse ambientali
Norme di supporto: Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP), Piano di sviluppo turistico


Fondazione Istituto Carlo Vismara - Giovanni De Petri Onlus

L’ospedale a San Bassano è stato fondato nel 1884 dall’allora parroco Mons. Carlo Vismara, e chiamato “Ospizio S. Carlo”. Lo Statuto ne stabiliva lo scopo: «dar ricovero e procurare necessaria assistenza e cura di inabili a proficuo lavoro, di dementi tranquilli e di malati cronici di ambo i sessi». È del 1904 il Regio decreto che lo istituisce Ente Morale. La denominazione cambierà nel 1958, segue, nel 2000, il cambiamento da IPAB in Fondazione onlus nel 2000. Inalterato ne è rimasto invece lo scopo sociale, la “vocazione” di essere un luogo di cura, accogliente, umanizzante.
Oggi l’Istituto Vismara accoglie gli ospiti in piccoli nuclei abitativi predisposti per 20-30 persone, dove le persone possono vivere circondate dai propri oggetti, ricordi. Per garantire un servizio di alta qualità è fondamentale la collaborazione tra personale specializzato (circa 390 dipendenti), suore dell’ordine di “Figlie di S. Camillo” e volontari opportunamente coordinati. Questa molteplicità di apporti professionali e umani sta a garanzia del benessere di quasi 400 ospiti tra anziani non autosufficienti e parzialmente autosufficienti, persone affette dal morbo di Alzheimer e persone disabili psichici.
L’Istituto garantisce un servizio anche al territorio, attraverso il Centro Diurno Integrato e gli ambulatori attrezzati per le cure fisioterapiche, radiologiche e per la medicina specialistica.
«L’animazione, in collaborazione con il resto del personale persegue obiettivi di risocializzazione, rimotivazione, con tanti variegati interventi: laboratori interni di manipolazione e pittura, uscite per visitare i mercati dei paesi limitrofi, le rappresentazioni teatrali, tanto frequentate, dei nostro gruppo culturale, la radio con i servizi curati dagli stessi ospiti, gli incontri con le scolaresche di San Bassano».
È stato recentemente istituito anche l’asilo nido aziendale “Il Girasole”, il quale – oltre che aiutare i dipendenti – intende soddisfare anche le esigenze del territorio.


Curiosità.

SCUOLA MEDIA STATALE "MARCO GEROLAMO VIDA" - CREMONA
La scuola si trova nel centro storico di Cremona; a capo di un complesso architettonico ed artistico del sec. XI, che comprende la Chiesa di S. Lorenzo, sede del laboratorio dei mosaici, e la Cappella Meli.
L'edificio venne costruito in una zona paludosa e poi bonificata dai Benedettini i quali eressero qui il loro monastero. A fianco di questo istituto i Benedettini costruirono prima del 1000 una chiesa dedicata a San Lorenzo che è probabilmente la più antica di Cremona. Alcuni ritrovamenti archeologici hanno dimostrato che l'antico convento è stato costruito sopra un'antica necropoli galloromana, utilizzata ancora in epoca paleocristiana, situata nelle vicinanze di della via Postumia, nel primo tratto fuori delle mura della città.
Nell'ottocento Chiesa e Monastero di San Lorenzo furono ridotti a magazzini finché, nel 1884, i gesuiti riscattarono il convento e la chiesa; demolirono il convento e vi fecero costruire l'immenso edificio tuttora esistente, restaurato che dedicarono al vescovo Marco Gerolamo Vida, destinandolo a scuola e a convitto riservato a famiglie nobili ed abbienti.
Nel 1912 fu acquistato dal comune e dall'amministrazione degli orfanotrofi.
Nel 1913 vi furono ospitati gli orfani e le orfanelle e in un secondo tempo varie scuole statali.
Oggi , in Via san Lorenzo , vi ha sede la scuola media statale "M. G. Vida".

Il Territorio

San Bassano (C.A.P. 26020) dista 23 chilometri da Cremona, capoluogo della omonima provincia cui il comune appartiene.

San Bassano conta 1.999 abitanti (Sambassanesi) e ha una superficie di 13,9 chilometri quadrati per una densità abitativa di 143,81 abitanti per chilometro quadrato. Sorge a 59 metri sopra il livello del mare.

Cenni anagrafici: Il comune di San Bassano ha fatto registrare nel censimento del 1991 una popolazione pari a 2.104 abitanti. Nel censimento del 2001 ha fatto registrare una popolazione pari a 1.999 abitanti, mostrando quindi nel decennio 1991 - 2001 una variazione percentuale di abitanti pari al -4,99%.

Gli abitanti sono distribuiti in 694 nuclei familiari con una media per nucleo familiare di 2,88 componenti.

Cenni geografici: Il territorio del comune risulta compreso tra i 49 e i 63 metri sul livello del mare.

L'escursione altimetrica complessiva risulta essere pari a 14 metri.

Cenni occupazionali: Risultano insistere sul territorio del comune 49 attività industriali con 237 addetti pari al 48,87% della forza lavoro occupata, 27 attività di servizio con 53 addetti pari al 5,57% della forza lavoro occupata, altre 48 attività di servizio con 131 addetti pari al 10,93% della forza lavoro occupata e 16 attività amministrative con 504 addetti pari al 9,90% della forza lavoro occupata.

Risultano occupati complessivamente 485 individui, pari al 24,26% del numero complessivo di abitanti del comune.

L’Amministrazione.

Il municipio è sito in Piazza Comune 1, tel. 0374-373163 fax. 0374-373234:l'indirizzo di posta elettronica è comune.sbassano@libero.it.

Gli Amministratori del Comune di SAN BASSANO
Sindaco (eletto nel 2004): BASSANETTI CESIRA
La Giunta: CARAMATI GIUSEPPE
FERABOLI MONIA
Il Consiglio:
ADAMI RICCARDA
ANZONI RITA
BASSINI GIANLUCA
CATTANEO EMANUELA
CLERICI MARIO
DOLERA ETTORE
FACIOCCHI ADRIANO
LENCI GABRIELE
MORANDI CLAUDIO
VENTURA MARIA



· materiale raccolto ed ordinato da Gian Carlo Storti
· cremona , marzo 2006
· si ringrazia il Comune di San Bassano per la collaborazione
· Fonte: www.comune.sanbassano.cr.it/storia

 


       



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