15 Settembre, 2002
Comune di Azzanello, l’antino ontano. ( ricerca n. 53)
La forma inconfondibile di borgo fortificato conservata dalla struttura urbanistica, palesa le antiche origini di Azzanello, testimoniate anche dal ritrovamento di reperti di epoca romana e da un atto di donazione del 1019
Comune di Azzanello, l’antino ontano.
TRA STORIA E PRESENTE
Azzanello (C.A.P. 26010) dista 23 chilometri da Cremona, capoluogo della omonima provincia
cui il comune appartiene. Azzanello conta
670 abitanti (Azzanellesi) e ha una superficie
di 11,1 chilometri quadrati per una densità abitativa di 60,36
abitanti per chilometro quadrato. Sorge a
68 metri sopra il livello del mare.
Cenni anagrafici: Il comune di Azzanello ha fatto registrare
nel censimento del 1991 una popolazione pari
a 686 abitanti. Nel censimento del 2001 ha fatto registrare una popolazione pari a
670 abitanti, mostrando quindi nel decennio
1991 - 2001 una variazione percentuale di
abitanti pari al -2,33%. Gli abitanti sono
distribuiti in 307 nuclei familiari con una
media per nucleo familiare di 2,18 componenti.
Cenni geografici: Il territorio del comune risulta compreso
tra i 50 e i 68 metri sul livello del mare. L'escursione altimetrica
complessiva risulta essere pari a 18 metri.
Quattro passi ad Azzanello sulla riva dell’Oglio.
All’ingresso di levante, dalla parte di Castelvisconti,
c’è la santella della Madonna del Carmine.
Dalla parte opposta, ai margini della vecchia
strada sterrata per Genivolta la santella
della Madonna della Breda
In mezzo sta Azzanello, 680 anime in tutto
con le cascine. Case basse a due piani, allineate
lungo l’arteria principale che si snoda sinuosa
toccando il Palazzo Comunale, la parrocchiale,
l’antico oratorio sconsacrato di San Quirico,
sempre in attesa di recupero, la filanda
dismessa, i cascinali gemelli costruiti verso
la metà dell’Ottocento dalla famiglia Stanga.
Da quando, appena prima dell’ultima guerra,
non c’è più il porto natante di Villagana,
i rapporti umani e commerciali con la sponda
bresciana si sono rarefatti e le poderose
arginature di pietra impediscono ormai da
decenni i temuti capricci del fiume. Solo
in occasione delle piene primaverili e autunnali
le acque esuberanti rianimano le lanche in
via di interramento e sommergono le bassure
occupate da coltivi e pioppeti.
La storia .
La forma inconfondibile di borgo fortificato
conservata dalla struttura urbanistica, palesa
le antiche origini di Azzanello, testimoniate
anche dal ritrovamento di reperti di epoca
romana e da un atto di donazione del 1019 in cui il paese viene citato per la prima volta.
Il toponimo deriva forse da Azano, che è
nome comune dell’alnus glutinosa, l’ontano
(dal latino tardo alnotanus), pianta molto
diffusa da queste parti. Il primitivo castello
venne distrutto nel 1136 dai guastatori dell’imperatore
germanico Lotario II, come punizione per
l’alleanza della comunità locale con Cremona.
Ricostruito in posizione strategica a presidio
dei confini col Comune di Brescia, esso venne
definitivamente diroccato intorno al 1220
nel corso delle contese tra Milano e Cremona.
Anche del medievale cenobio dei padri predicatori
Domenicani non è rimasta traccia. Il territorio
venne quindi infeudato al vescovado e ai
marchesi Del Maino (1525), a cui si aggiunse
in seguito la nobile famiglia Stanga. Monumento
emergente della borgata è la rinascimentale
parrocchiale dedicata a Sant’Andrea Apostolo,
annunciata dalla neoclassica facciata disegnata
dall’architetto Luigi Voghera nel primo scorcio
del XIX secolo.
L’interno, ripartito in tre navate, conserva
all’altare della Madonna 13 quadretti superstiti
dei Misteri del Rosario, pregevole opera
datata 1610 del pittore cremonese Andrea
Mainardi, detto il Chiaveghino. Da menzionare
anche una tela ottocentesca di Giacomo Trecourt
e tre statue di Santi collocate nelle apposite
nicchie. Poco a monte della chiesa, sulla
svolta della strada principale, spicca la
facciata in mattoni a vista dell’oratorio
tardo rinascimentale di San Quirico.
Più oltre, ai margini dell’abitato, gli scenografici
prospetti morelli, bordati di giallo, delle
amplissime cascine Stanga si aprono sulla
campagna fertile e silenziosa. All’interno,
aie spaziose sono circondate da stalle e
caseggiati coronati da porticati regolari.
L’insieme viene a costituire un significativo
esempio di architettura rurale dell’Ottocento
a servizio di una grande proprietà, non raro
a vedersi nella pianura cremonese.
I dintorni del paese verso sera, sono caratterizzati
dalla presenza di numerosi canali irrigatori
contornati da filari e da piantagioni ordinate
di pioppi che rompono la monotonia monocolturale
del mais.
Nella chiesa parrocchiale di Azzanello sono
presenti alcuni bassorilievi dello scultore
Leone Lodi scultore (1900-1974) nativo nella
vicina città di Soresina.
Arte: la parrocchia di Sant’Andrea, dalla
facciata neo classica, fu edificata su disegno
dell’architetto Luigi Voghera. Al suo interno
conserva fra gli altri un dipinto ottocentesco
di Giacomo Trècourt. Di fattura tardorinascimentale
è l’oratorio di San Quirico.
Festa Patronale: si celebra il 30 novemnre
, la sagra primaverile cade l’ultima domenica
di maggio.
Il Territorio
Azzanello conta 670 abitanti (Azzanellesi)
e ha una superficie di 11,1 chilometri quadrati per una densità abitativa di 60,36
abitanti per chilometro quadrato. Sorge a
68 metri sopra il livello del mare.
Cenni anagrafici: Il comune di Azzanello
ha fatto registrare nel censimento del 1991
una popolazione pari a 686 abitanti. Nel
censimento del 2001 ha fatto registrare una popolazione pari a
670 abitanti, mostrando quindi nel decennio
1991 - 2001 una variazione percentuale di
abitanti pari al -2,33%.
Gli abitanti sono distribuiti in 307 nuclei
familiari con una media per nucleo familiare
di 2,18 componenti.
Cenni geografici: Il territorio del comune
risulta compreso tra i 50 e i 68 metri sul livello del mare.L'escursione altimetrica
complessiva risulta essere pari a 18 metri.
Cenni occupazionali: Risultano insistere
sul territorio del comune 14 attività industriali
con 116 addetti pari al 57,14% della forza
lavoro occupata, 17 attività di servizio
con 40 addetti pari al 8,37% della forza
lavoro occupata, altre 16 attività di servizio
con 28 addetti pari al 19,70% della forza
lavoro occupata e 3 attività amministrative
con 7 addetti pari al 7,88% della forza lavoro
occupata.
Risultano occupati complessivamente 203 individui,
pari al 30,30% del numero complessivo di
abitanti del comune.
Partecipa al Parco dell’Oglio Nord con la
riserva naturale delle lanche che coprono
anche parte del comune di Genivolta.
L’Amministrazione
Il municipio è sito in Via S. Antonio, tel.
0374-66032 fax. 0374-66632. L'indirizzo di posta elettronica è azzanello@tin.it.
Gli Amministratori del Comune di AZZANELLO
Sindaco (eletto nel 2006):
BRUSAFERRI MAURIZIO
La Giunta:
DUSI CARLO
RUSSO MARIA CARMINA
SANGERMANI CRISTIANO
Il Consiglio:
BRUSAFERRI NESTORE
CORBANI MAURO
DUSI ALBERTO
GASTALDI CLAUDIO
LANZONI LILIANA
MOLASCHI GUSTAVO
MOLASCHI FRANCESCA
SCALABRINI CARLO
ZIGLIOLI ROSELLA
Curiosità
Lanche di Azzanello
Situata in sponda destra del Fiume Oglio,
in essa sono compresi due rami fluviali abbandonati.
Nell'area prevalgono gli aspetti tipici degli
ambienti palustri con abbondante sviluppo
di carici, tife e cannucce di palude.
Buona presenza di vegetazione sommersa e
di specie caratteristiche degli ambienti
umidi. Importante habitat per specie animali
legate agli ambienti palustri.
L'Area Protetta
Gestore: Consorzio Parco Oglio Nord /Sede:
Piazza Garibaldi, 15 - 25034 Orzinuovi (BS)
Tel: 030/9942033 /Fax: 030/9946564 / E-mail:
parco.oglio.nord@tin.it
Superficie: 22 ha /Provincia: Cremona
Istituzione: 1989
Geologia e morfologia
L'area sottoposta a tutela è costituita da
un sistema di lanche inciso nelle alluvioni
recenti della valle dell'Oglio, a ridosso
di un meandro fluviale attivo che, migrando
progressivamente verso est, ha determinato
l'origine dei bracci fluviali dismessi. Le
lanche sono collegate con il fiume anche
in regime di magra.
L'alimentazione degli specchi d'acqua lentica
è garantita in parte dai reflui di colo della
rete irrigua del comprensorio agricolo circostante,
in parte dal periodico rigurgito delle acque
fluviali durante i regimi di morbida e di
piena ed in parte dall'affioramento delle
acque di prima falda al cilio del terrazzo
morfologico.
Il regime delle acque e le relativamente
frequenti inondazioni dell'area condizionano
fortemente lo sviluppo della vegetazione
nella riserva naturale.
terreni compresi nella fascia di rispetto
della riserva sono a destinazione esclusivamente
agricola. Merita menzione, soprattutto per
i riflessi sulla componente faunistica, un
prato marcitorio collocato a ridosso della
riserva naturale.
Vegetazione
Nell'area tutelata si manifestano, secondo
la seriazione zonale classica, le vegetazioni
caratteristiche delle golene fluviali della
media pianura. Infatti dagli stadi pionieri
dei consorzi di alofite palustri (Phragmites
s.p., Typha ss. pp., Carex ss.pp.) che costituiscono
limitati canneti nel corpo delle lanche e
da quelli caratteristici delle ghiaie più
o meno stabilizzate lungo il corso del fiume,
si passa ai consorzi igrofili legnosi a salice
ed ontano, per arrivare alle boscaglie golenali
a prevalenza di legno dolce (purtroppo in
parte compromesse da vecchie introduzioni
di pioppi ibridi da coltura), costituite
da pioppo nero, pioppo grigio, olmo, acero
campestre, quercia farnia e relativo corredo
arbustivo.
Il querceto vero e proprio, che troverebbe
vocazionalmente idonei i terreni attualmente
ad uso agricolo, è praticamente assente nell'ambito
protetto; sporadici e begli esemplari di
quercia, talora in piccoli gruppi, sono però
collocati sul cilio del terrazzo che delimita
l'area di riserva dalla fascia di rispetto
.
Flora
Le varietà di vegetazione presenti nella
riserva consentono l'espressione della flora
carratteristica delle varie tipologie rappresentate.
Sui greti fluviali degna di nota è la presenza
di specie che, trovano distribuzione esclusivamente
nel tratto settentrionale dei fiumi planiziali
come il salice ripaiolo (Salix eleagnos)
ed alcune specie erbacee o suffrutici come
l'erba pignola (Sedum sexangulare), il fiordaliso
dei pascoli (Centaurea maculosa), l'erba
viperina (Echium vulgare) e il camedrio comune
(Teucrium camedrys). Tra la flora di corredo
delle aree umide si segnala la presenza di
alcune specie rare, dalla vistosa fioritura,
come il campanellino estivo (Leucojum aestivum),
quì non diffusissimo come nel tratto meridionale
dell'Oglio e la calta (Caltha palustris),
molto rara, mentre tra la vegetazione sommersa,
degna di nota è la primulacea viola di palude
(Hottonia palustris), che quì trova una delle
ultime stazioni della provincia.
La flora di corredo delle aree boscate è,
per contro, piuttosto paucispecifica; oltre
alla vegetazione arborea che si mescola ai
pioppi ibridi (Quercus robur; Acer campestre;
Ulmus minor; Populus canescens; Populus nigra;
Alnus glutinosa, Salix alba), e agli arbusti
( Crataegus monogyna; Prunus spinosa; Cornus
sanguinea e, con carattere invasivo, l'esotica
Amorpha fruticosa), si segnala lapresenza,
per le vistose fioriture primaverili, del
favagello (Ranunculus Sicaria) e della viola
dei boschi (Viola reichembachiana).
Fauna
Pur senza macroscopiche manifestazioni faunistiche
l'area presenta, sotto questo aspetto, una
discreta diversificazione e registra la presenza
di una fauna vertebrata interessante.
Tra gli anfibi e i rettili si segnalano:
la rana di Lataste (Rana latastei), la raganella
(Hyla intermedia), il tritone crestato (Triturus
carnifex), una discreta popolazione di ramarro
(Lacerta viridis), il biacco (Coluber viridiflavus).
Sembra purtroppo scomparsa la testuggine
di palude (Emis orbicularis), a suo tempo
rilevata nell'area.
Tra i mammiferi è certa la presenza della
volpe (Vulpes vulpes), che ha di recente
ricolonizzato l'area, del tasso (Meles meles),
della faina (Martes foina) e della lepre
(Lepus europaeus), mentre una recente ricerca
sulla microteriofauna ha rilevato la presenza,
tra l'altro, del toporagno (Sorex araneus),
della crocidura (Crocidura leucodon), della
crocidura minore (C: suaveolens), del toporagno
d'acqua (Neomis fodiens), del moscardino
(Muscardinus avellanarius), del campagnolo
rossastro (Clethrionomys glareolus), del
topo selvatico (Apodemus sylvaticus) e del
topolino delle risaie (Micromys minutus).
L'avifauna rappresenta però l'aspetto più
macroscopico e più facilmente contattabile
della componente faunistica; nella stagione
riproduttiva si registra la presenza di numerose
specie caratteristiche degli habitat nemorali
o degli ecotoni tra il bosco ed i coltivi,
tra cui, a titolo esemplicativo si citano
il lodolaio (Falco subbuteo), Il gufo comune
(Asio otus), il picchio rosso maggiore (Picoides
major), il torcicollo (Jynx torquilla), il
rigogolo (Oriolus oriolus), il codibugnolo
(Aegithalos caudatus), il canapino (Hippolais
polyglotta), l'averla piccola (Lanius collurio).
Anche le specie tipiche delle aree palustri
come il martin pescatore (Alcedo atthys),
il pendolino (Remiz pendolinus) e la cannaiola
verdognola (Acrocephalus palustris), sono
ben rappresentate. Durante la stagione invernale
il panorama avifaunistico si modifica; tra
gli svernati si segnala la regolare presenza
del falco di palude (Circus aeruginosus)
e dell'albanella reale (Circus cianeus),
di numerosi piccoli uccelli silvani come
la passera scopaiola (Prunella modularis),
il pettirosso (Erithacus rubecula), il luì
piccolo (Phylloscopus collybita) e di un
grosso dormitorio di pispole (Anthus pratensis)
e spioncelli (Anthus spinoletta), collocato
nella marcita posta nella fascia di rispetto.
Sito: www.parks
Stradibus
Estensione del servizio a chiamata
A decorrere dall’ ottobre 2006 il servizio
di trasporto a chiamata Stradibus è attivo
nei comuni di Annicco, Azzanello, Cappella
Cantone, Casalbuttano, Casalmorano, Castelleone,
Castelvisconti, Formigara, Gombito, Montodine,
Paderno Ponchielli, San Bassano e Soresina,
dal lunedì al sabato, dalle ore 8 alle 12
e dalle ore 15 alle ore 19.30, alle fermate
riportate nel depliant informativo.
Sito Internet aziendale www.cremonatrasporti.it
Osservatorio per l’infanzia attraverso esperienze
estive
Il comune di azzanello è sede di un centro
di coordinamento come un vero e proprio “osservatorio
sui minori”, in continuità con le altre esperienze
educative vissute a scuola e nel territorio.Lo
spazio estivo infatti assume in quest’ottica una valenza completamente
nuova in quanto si configura come un vero
e proprio setting allargato che consente
agli educatori di ricavare, sulla base di
osservazioni mirate, dei dati significativi
sugli aspetti relazionali ed emozionali di
coloro che lo frequentano.
** materiale raccolto ed organizzato da Gian
Carlo Storti , Cremona 13 novembre 2006.
 
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