15 Settembre, 2002
Una lettera all*Ambasciatore della Repubblica del Sudan
Le scrivo per manifestare la sofferenza e la preoccupazione di tanti cittadini, che come me seguono le dolorose vicende del Darfur.
Signor Ambasciatore della Repubblica del Sudan
Rabie Hassan Ahmed
Le scrivo per manifestare la sofferenza e la preoccupazione di tanti cittadini, che come me seguono le dolorose vicende del Darfur.
Una regione ormai tristemente conosciuta nel mondo per le ingiustizie e la violazione dei diritti umani, che vi si consumano da anni, soprattutto ad opera degli Janjaweed.
Infatti, queste milizie paramilitari non hanno mai smesso di assaltare villaggi, uccidere, violentare, bruciare capanne, causando 30.000 morti e oltre 800.000 gli sfollati, soprattutto vecchi, donne e bambini.
Di questi, 110.000 si sono rifugiati nel vicino Ciad, ma osservatori internazionali denunciano che le truppe regolari sudanesi e le milizie Janjaweed hanno più volte attraversato il confine con il Ciad per attaccare anche i campi dei rifugiati, causando tensioni tra Khartoun e N'Djamena.
Signor Ambasciatore, la tragedia del Darfur non è un affare interno, né tribale; ma interroga le coscienze di tutti noi, che ci battiamo per il rispetto dei diritti umani.
Per questo motivo, siamo in molti a chiedere al Suo Governo - tramite Lei - la traduzione dei trattati sottoscritti in azioni concrete di pacificazione, ad iniziare con il disarmo delle milizie Janjaweed,. per permettere alle agenzie Onu di intervenire.
Con fiducia ed amicizia
Massimo Marnetto
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Lettera inviata all'Ambasciata; per scrivere, l'indirizzo è ambasciatadelsudan@hotmail.com
 
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