15 Settembre, 2002
Presentato il Rapporto Anziani
Un confronto tra enti per il Welfare.Si è tenuta questa mattina a Palazzo Cattaneo la presentazione dell'aggiornamento del Rapporto Anziani, commissionato dalla Provincia di Cremona, a sette anni dalla precedente pubblicazione, per sapere come vivono gli
Presentato il Rapporto Anziani
Un confronto tra enti per il Welfare
Si è tenuta questa mattina a Palazzo Cattaneo la presentazione dell'aggiornamento del Rapporto Anziani, commissionato dalla Provincia di Cremona, a sette anni dalla precedente pubblicazione, per sapere come vivono gli over 65 e fornire supporti di conoscenza da tradurre in idee e servizi a vantaggio di una popolazione in costante crescita.
Apprezzata - con parole di ringraziamento dal Presidente Gian Carlo Corada - la presenza del Ministero del Welfare e dell'Assessorato alla Famiglia della Regione Lombardia, con Eugenia Gammarrota e Giuseppina Coppo, che hanno parlato di politiche per l'assistenza centrate sulla capacità di accudimento della famiglia e in stretta relazione ai livelli di bisogni, nelle declinazioni economiche dei buoni sociali, dei voucher sociali e dei voucher sociosanitari, all'interno di una nuova legge, la 328, che sposta molti servizi sui Comuni, nel tentativo di migliorare la qualità della vita degli anziani.
L'illustrazione scientifica dell'indagine è stata affidata a Luigi Mauri e Lorenzo Brevegliari di Synergia. Di taglio politico, invece, l'intervento di Paolo Bodini che, in qualità di Presidente della Conferenza dei Sindaci, ha sottolineato le difficoltà dei Comuni di garantire, all'interno della 328, servizi più qualificati, con i vincoli di bilancio, i tagli della finanziaria, la mancanza di flessibilità programmatoria.
Daniela Polenghi, Assessore Provinciale ai Servizi Sociali - nel tirare le conclusioni - è tornata su questo punto. "Ieri, a livello di Unione Province d'Italia - ha spiegato - è passato un documento che rivendica il ruolo delle Province, quale anello fondamentale di raccordo e coordinamento sull'applicazione della 328. Il parere della territorialità è determinante. Questa ricerca, fatta per dare risposte, conferma che i cittadini che vivono in comuni al di sotto dei 10 mila abitanti hanno una qualità della vita peggiore, per la difficoltà di accesso ai servizi. Questo è un problema per noi. Molte risposte possono arrivare dal lavoro dei Piani di zona, dove i Comuni fanno insieme quello che prima facevano da soli. Ma le risorse? Esiste poi una lettura al femminile di questi dati che è triste. Il 60% degli anziani è femmina, è sola, deve badare al marito, ha una percezione di sé peggiore della componente maschile. Se è giusto enfatizzare la centralità della famiglia, in sé, come valore e come rete di aiuti, bisogna tuttavia segnalarne l'assenza nella nostra realtà. Le convivenze con i figli sono basse. Dal '95 poi si è aperta una forbice tra chi sta bene e chi sta male.
G
li anziani dicono: facciamo fatica a fare oggi le stesse cose che facevamo prima. I ticket sui farmaci hanno fatto la loro parte. Infine, quasi la metà è disposta a pagare più tasse a patto migliorino i servizi. Ne deriva una domanda forte di autonomia programmatoria e gestionale delle risorse per reinvestirle sul territorio, per gli interventi utili, cercando il miglior raccordo tra i servizi domiciliari, che vanno potenziati, e le reti Rsa, che sono una risorsa preziosa di cui va, insieme, innovato il ruolo".
 
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