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 Economia

15 Settembre, 2002
Salta il tavolo del latte. Riparte la mobilitazione dei produttori
Dopo quasi 8 ore di trattativa tra parte agricola e industriali, l'accordo sul prezzo del latte non è stato raggiunto.

I produttori chiedono 0,42 centesimi di euro al litro, gli industriali della trasformazione non ne hanno nemmeno voluto sapere. E così il tavolo di trattativa é saltato. Dunque riparte in pieno la lotta e la mobilitazione delle aziemnde agricole, per la quale non vengono escluse anche forme di lotta più radicalizzate: dal presidio dei cancelli degli stabilimenti di trasformazione fino ad iniziative di coinvolgimento dei cittadini-consumatori come, ad esempio, la possibile distribuzione gratuita di latte fresco.

L'obiettivo resta il raggiungimento di un giusto prezzo per allevatori e consumatori. La Coldiretti - una delle Associazioni protagoniste della battaglia - dice in un copmunicato: "La proposta degli industriali e' inaccettabile e rischia di provocare la chiusura di migliaia di stalle italiane dopo che negli ultimi venti anni. Sono scomparsi i tre quarti degli allevamenti nazionali che si sono ridotti da oltre 180mila a poco piu' dei 45mila attualmente in attivita', che con 1,8 milioni di mucche garantiscono una produzione di latte di 10 miliardi di chili ad alta qualita' e costi competitivi. Nonostante in Italia nel primo trimestre del 2008 si sia verificato un aumento dei consumi in quantita' e in valore dei prodotti lattiero caseari, con record di incrementi in valore del 19,1 per cento per il grana padano e del 9,6 per cento per il latte fresco (con un forte incremento dei prezzi al dettaglio), agli allevatori - denuncia la Coldiretti - viene proposta una inaccettabile riduzione dei compensi, nonostante gli aumenti vertiginosi dei costi del mangime per l'alimentazione degli animali e dell'energia".

Coldiretti sostiene anche che le maggiori spese per energia e foraggio stanno mettendo le stalle in crisi e i 42 centesimi al litro rappresentano il minimo vitale per sopravvivere ed evitare il rischio dell'estinzione del latte italiano, il cui prezzo - dalla stalla alla tavola - praticamente di quadruplica (+281 per cento) prima di arrivare sul banco del negozio a 1,6 euro al litro.

"Nella insostenibile forbice tra prezzi alla produzione e al consumo c'e' sufficiente margine - conclude la Coldiretti - per garantire una adeguata remunerazione agli allevatori e per non aggravare i bilanci delle famiglie. Nonostante i forti aumenti di costi per mangimi ed energia, gli allevatori italiani sono pronti a bloccare il prezzo di vendita del latte alla stalla ai livelli attuali per contenere con responsabilita' la spirale inflattiva, se un analogo impegno sara' assunto anche da industria e distribuzione".

La Confederazione Italiana Agricoltoria, invece, per bocca del suo Presidente regionale Giuseppe Politi, ha chiesto l'intervento di mediazione del ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali Luca Zaia, con l'obiettivo di aprire da subito un Tavolo di negoziato allargato anche alla Grande distribuzione organizzata (Gdo). 'L'allargamento del Tavolo anche alla Gdo - rileva Politi - e' indispensabile per avere un confronto completo che comprenda l'intera filiera dalla stalla alla tavola. Inoltre si contrasterebbe quel ''prezzo selvaggio' che oggi purtroppo si riscontra sul mercato. A questo punto - avverte il presidente della Cia - e' quindi quanto mai necessario che intervenga il ministro Zaia e attraverso la sua mediazione si possano riallacciare le fila per riprendere le trattative in Lombardia, dove l'accordo funziona da base importante per tutto il territorio nazionale. Come Confederazione siamo pronti e disponibili al confronto. La controparte industriale deve, pero', tenere conto dei costi produttivi (mangimi, gasolio in testa) che sono costrette ad affrontare le aziende zootecniche. La partecipazione anche della Gdo potrebbe favorire il dialogo in modo da arrivare entro tempi brevi ad un accordo che soddisfi tutta la filiera''.

 


       



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