15 Settembre, 2002
Sindaco di Cremona..E perchè no una donna...!!
Intervista a Luciano Pizzetti "Capisco che i giornali abbiano bisogno di nomi...perchè si parla solo di uomini? Ci sono anche le donne..!!
Innovazione, orgoglio. E discontinuità. Queste le parole chiave di Luciano
Pizzetti. Consigliere comunale, consigliere regionale e segretario dei Ds
lombardi, si arrabbia se si definisce il suo partito l¹azionista di
maggioranza del centro sinistra cremonese: non vuole che a questo dato
quantitativamente oggettivo venga attribuita la rivendicazione di qualche
diritto in più. Alla ripresa dell¹attività politica, davanti ai mesi
importantissimi che porteranno alle elezioni comunali e provinciali,
Pizzetti ha accettato non solo di fare il punto della situazione, non solo
di delineare le speranze e le prospettive, ma anche di toccare alcuni nervi
scoperti interni alla stessa maggioranza. Come spesso accade, le sue prese
di posizione nette, il suo linguaggio diretto e senza peli sulla lingua non
mancheranno di far discutere.
Fiorenzo Gnesi
La redazione di welfarecremona ringrazia Fiorenzo Gnesi e il giornale La Voce di Cremona per la concessione a pubblicare l'intervista a Luciano Pizzetti.
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Un elettore ulivista ha scritto al sito "welfarecremona¹
sostenendo che, di questo passo, l¹Ulivo rischia di perdere elezioni già
vinte¹. L¹intervista parte da qui.
Noi perderemmo davvero se pensassimo di avere già vinto le elezioni. Non c¹è
nulla di scontato, mai nel giudizio delle persone. Si vince se si riesce a
costruire immedesimazione tra l¹azione politica e quel che sentono le
persone.
E il centro sinistra ci è riuscito?
Sull¹amministrazione ci sono, naturalmente, luci e ombre. Abbiamo avuto un
progetto di città, abbiamo fatto bene per quanto riguarda il disegno
strategico. Questo decennio ha impostato un lavoro che ha modificato
positivamente la collocazione di Cremona. Il Parco dei monasteri/Città della
musica, l¹insistenza sullo sviluppo del polo universitario come sul
rafforzamento infrastrutturale, sono scelte strategiche che indicano un¹idea
di città non ruminante e sdraiata, ma che innova.
Tuttavia proprio su alcuni nodi di questo disegno sono vive controversie e
polemiche. L¹autostrada, per esempio.
Avremmo potuto, opportunisticamente, lasciar perdere. Invece abbiamo avuto
il coraggio di cercare e trovare una risposta. Non è solo l¹isolamento, c¹è
molto di più. Come si struttura lo sviluppo lombardo? Fondandosi, ormai,
sulle piccole e medie imprese. Come sostenere questo sistema? In primo luogo
potenziando il sistema formativo, e noi lo facciamo con l¹università e la
formazione professionale provinciale. Poi sostenendo la ricerca e
l¹innovazione, e qui il piatto piange, perché dipende da Regione e Stato. E¹
scandaloso che la Regione non sostenga i Consorzi per l¹export. Infine
attraverso una rete di collegamenti rapidi con i mercati. Allora questo è
l¹autostrada. Non un collegamento con Mantova, che mi interessa
relativamente, ma parte di una rete, di sistema. Vorrei aggiungere un dato -
continua Pizzetti - Ormai si parla di Montichiari come del secondo hub
(terminal aeroportuale, n.d.r.) regionale. E l¹alta capacità ferroviaria
libererà tratte, intorno a Cremona, per il trasporto a breve e medio raggio.
Ecco dunque che in una visione strategica che comprenda gomma, aria, ferro,
e magari la nuova conca, Cremona può diventare il centro di una rete di
mobilità con ripercussioni positive sul tessuto economico. Certo
l¹autostrada è un¹infrastruttura invasiva, ma dipende da come la si fa.
Altra infrastruttura invasiva e controversa è certamente la centrale.
La nostra società è sempre più energivora. Vogliamo fare una scelta che
consenta a questa provincia di non vivere nell¹emergenza? Oppure va bene che
continuiamo a importare energia francese proveniente dal nucleare? Certo è
da valutare il rapporto costi benefici, cioè come e quante altre emissioni
vengono abbattute. Allora il problema non è la centrale, ma la raffineria.
Tutte giuste, allora, le strategie amministrative?
Questo progetto resta per il futuro: una città che si muove per mantenere le
sue condizioni di benessere, che non sono mai date una volta per tutte.
Cremona oggi è una città ad alta qualità, e per molti aspetti è
all¹avanguardia. Su tutto questo le amministrazioni di centro sinistra sono
state d¹eccellenza, e dobbiamo esserne orgogliosi.
Ma allora perché si percepisce un clima di insoddisfazione?
Perché c¹è stata quasi una scissione fra gli impegni strategici e la vita
quotidiana. Bisognava dedicare molta più attenzione alla quotidianità.
Un esempio sono i giardini di piazza Roma?
E¹ una buona operazione, che promuove la città. Ma è indubbio che ci sono
stati degli errori. E poi qualche intervento in più sulle periferie andava
fatto, anche se a volte non si vede quel che viene realizzato, come i dieci
miliardi ottenuti dalla vendita delle farmacie comunali e destinati a
rendere più dignitose molte case popolari.
Una lezione per il futuro?
Certo, bisogna sempre imparare e andare avanti. Ora le premesse strategiche
sono consolidate. Nel futuro si tratterà di passare dai grandi investimenti
strategici a quelli sulla fruibilità della città. Sappiamo di partire da una
situazione che colloca Cremona al top delle graduatorie, ma sappiamo anche
che ci saranno molte difficoltà, se è vero che la prossima Finanziaria
sembra che taglierà ancora il 5% dei trasferimenti ai Comuni. E soprattutto
con la capacità di cambiare se la strada intrapresa risulta impercorribile,
come per piazza Marconi.
Allargare la coalizione è, per l¹Ulivo, un imperativo. Ma questo progetto di
città non sembra essere granché condiviso da Rifondazione comunista.
No, invece ci sono convergenze su molti temi. Rifondazione si caratterizza
per le sue battaglie sui temi sociali. Noi mettiamo al centro della nostra
azione la cittadinanza, i diritti.
Tuttavia le Ipab sono un terreno di scontro.
Può essere che lo diventino, ma solo sul tipo di gestione, non sulle
finalità o l¹importanza da attribuire a questi enti. E io confido che, se si
abbandoneranno posizioni ideologiche, un punto d¹incontro lo si possa
trovare. Io penso che l¹apporto di Rifondazione sia importante e
indispensabile, così come quello della Lista Di Pietro.
Rafforzare il centro sinistra. Con le primarie?
Intanto diciamo che si tratta di rafforzare una coalizione politica e
programmatica già molto coesa. Le primarie sono un bene, ma non mi ci
impiccherei. Più importante è la coesione, come sentire comune, dare un
messaggio chiaro: che nel modo in cui governi sei determinato e coeso nel
portare avanti gli impegni. Non parlo però solo di accordo fra partiti.
Molti altri soggetti sono entrati in campo, con i quali dovremo avere
maggiore capacità di dialogo.
Però assistiamo a una sorta di fuggi fuggi dei possibili candidati, in
entrambi gli schieramenti.
E¹ vero che la politica ha perso appeal. Ma noi siamo alla ricerca non di
una persona che faccia il sindaco, ma di una persona che incarni un
progetto, e in condizioni che richiedono un impegno sempre maggiore.
Rappresentatività ampia da parte dei candidati. E¹ per questo che il tiro
alla giacca¹ verso Corada continua perché accetti di fare il sindaco?
Corada sarebbe un ottimo candidato e un ottimo sindaco. Ma io credo che al
di là dei nomi bisogna definire una filosofia. Non possiamo affrontare il
prossimo decennio beandoci delle cose fatte. Il percorso di innovazione deve
continuare. Non ci può essere un semplice continuismo. Nel 90 abbiamo
saputo innovare. Ora dobbiamo avere la stessa capacità. E dirò di più: non
mi interessa in alcun modo l¹equilibrio fra Comune e Provincia. Non sta
scritto da nessuna parte che se in Provincia il candidato sarà, come spero,
Giuseppe Torchio, in Comune debba essere espressione della sinistra, dei Ds.
Quel che mi importa è che il candidato incarni davvero un progetto
condiviso. Il nome, dunque, verrà quando sarà concluso questo processo che,
non dimentichiamo, deve coinvolgere anche altri soggetti. Capisco che i
giornali abbiano bisogno di nomi da dare in pasto ai lettori. Ma poi, perché
si parla solo di uomini? Ci sono anche le donne!.
E chissà se è solo una boutade o, invece, dietro c¹è un¹idea.
 
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