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15 Settembre, 2002
Ultime News dei DS Lombardi..
Formigoni non cambia mai.... solo promesse, i fatti sono da un'altra parte...

TICKET SANITARI: PROVVEDIMENTO INSUFFICIENTE

Dopo un lungo braccio di ferro fra Giunta e sindacati, si è conclusa lunedì scorso la vertenza per estendere le esenzioni dal ticket sui farmaci e sul pronto soccorso. L'accordo firmato dalla Giunta con i sindacati conferma la nostra tesi, portata avanti con determinazione in questi due anni anche attraverso una massiccia raccolta di firme (300.000 in tutto), e cioè l'iniquità dei ticket. L'accordo in sostanza prevede, a partire dal 1° gennaio 2004, l'esenzione dal ticket farmaceutico per i pensionati che abbiano un reddito familiare complessivo inferiore a 8.263,31 euro (incrementato fino a 11.362,05 euro in presenza del coniuge e di ulteriori 516,45 euro per ogni figlio a carico), per i lavoratori in mobilità, in cassa integrazione straordinaria o iscritti ai centri per l'impiego. Inoltre nessun ticket è più dovuto per le prestazioni di pronto soccorso per chi ha più di 65 anni. "La Giunta ha dovuto alla fine cedere, ha dovuto riconoscere l'iniquità del sistema dei ticket - così ha dichiarato il consigliere regionale Ds Carlo Porcari - ma ha compiuto solo un piccolo passo in avanti, perché nessuno sconto è stato ancora previsto per i malati cronici e per i lavoratori a basso reddito. Questa è una grave ingiustizia: i malati cronici sono i più tartassati e ai loro ticket la Giunta non ha voluto rinunciare. Un sistema sanitario che fa pagare chi è più fragile non è un sistema giusto". "Noi continuiamo a ritenere - ha concluso Porcari - che i ticket vadano aboliti. Questo vale a maggior ragione a partire dal 2004 quando, dopo l'approvazione del cosiddetto decretone collegato alla finanziaria nazionale, si determinerà un paradosso: i proventi dei ticket sui medicinali non produrranno un beneficio per il bilancio regionale, ma una maggiorazione di utili per le case farmaceutiche. Infatti il decreto prevede che, qualora la spesa farmaceutica di ogni singola Regione fosse superiore al 16% della propria spesa sanitaria totale, i costi eccedenti dovrebbero essere pagati per il 60% dalle case produttrici di medicinali. In pratica le case farmaceutiche sarebbero obbligate ad applicare un consistente sconto sui farmaci, fino a coprire il proprio debito con la Regione".


RIDOTTE LE ESENZIONI PER IL TRASPORTO PUBBLICO

Il Consiglio regionale ha approvato una modifica della legge regionale sul trasporto pubblico locale che, di fatto, abolisce le tessere di libera circolazione per gli invalidi e per i pensionati al minimo. Il provvedimento è approdato in aula mercoledì scorso per la seconda volta, poiché due settimane fa, era stato votato il suo ritorno in commissione mediante una risoluzione presentata in tal senso dai Ds. Dal 1° agosto prossimo, quindi, viaggeranno gratuitamente solo gli invalidi al 100% (con i loro accompagnatori), mentre i disabili dal 67 al 99%, oggi esenti, dovranno acquistare un abbonamento particolare. Così sarà anche per i pensionati al minimo, dai 60 anni per le donne e dai 65 per gli uomini, oggi esenti. L'abbonamento, il cui prezzo dovrà essere stabilito dalla Giunta, e che secondo l'assessore Corsaro potrebbe essere di circa 60 euro, sarà acquistabile solo in formato annuale o trimestrale, e non anche mensile come chiesto dal gruppo Ds. Nel provvedimento si introduce anche una tessera regionale unica valevole per tutti i mezzi del trasporto pubblico in Lombardia. La sua attuazione, però, ancora non è chiara: si parla di un passepartout unico per tutto il territorio regionale, con un improponibile costo di 1500 euro. "La politica della mobilità della Regione Lombardia segna gravemente il passo - ha dichiarato la consigliera regionale dei Ds Maria Chiara Bisogni - con il progressivo congestionamento delle aree urbane e i disagi crescenti dei pendolari. È indispensabile che la Finanziaria in discussione in Parlamento definisca le risorse necessarie per incrementare il fondo per il trasporto pubblico: noi chiediamo un incremento del 10% annuo in modo retroattivo, a partire cioè dal 1997, anno in cui il fondo è stato bloccato". "Mentre la Regione decide l'aumento delle tariffe - ha concluso Bisogni - e l'eliminazione delle esenzioni per i disabili e i pensionati, si dimostra incapace di affrontare i nodi principali. Si tratta, infatti, di provvedimenti socialmente iniqui che si sommano all'incapacità di migliorare il trasporto pubblico. Tutto questo condanna la Lombardia al degrado ambientale, soffoca il suo sviluppo e la riporta indietro rispetto alla grande tradizione di solidarietà sociale".

CULTURA MALTRATTATA: LE NOSTRE PROPOSTE

La politica culturale del centrodestra in Lombardia, sotto la guida dell'Assessore Albertoni, è povera di risorse e discrezionale negli interventi. Lo hanno sostenuto i consiglieri regionali dell'Ulivo in un convegno tenutosi lunedì scorso nel palazzo del Consiglio regionale. Da un'analisi comparata dei rendiconti finanziari tra il 1999 e il 2002 e del bilancio 2003, emerge un trend netto di riduzione delle spese correnti in questo settore. In Lombardia si spendono in un anno 4,23 euro pro capite per la cultura, contro i 13,96 di media nazionale. Questo significa che in Italia siamo terzultimi in graduatoria. Solo nell'ultima legislatura sono diminuiti del 37,5% i finanziamenti per le produzioni culturali, da 43 a 26 miliardi di vecchie lire, ma l'assessore leghista è riuscito ad aumentare quelli per le identità locali, che dal 7% sono saliti al 25%. Questa linea di sviluppo della politica regionale si pone in contrasto con gli indirizzi storicamente definiti ed acquisiti della Lombardia, da sempre caratterizzata da una forte apertura verso l'esterno e una inclinazione decisamente europeista. "E' evidente che la Regione - ha spiegato Maria Chiara Bisogni, consigliere Ds, prima firmataria di una proposta di legge ad hoc discussa durante il convegno - ritiene la cultura marginale nella vita civile ed economica della nostra Regione, in controtendenza rispetto agli orientamenti delle più avanzate regioni e città italiane ed europee che puntano proprio sulle funzioni culturali per attrarre investimenti e turismo e per il rilancio economico nella fase post-industriale". "L'avarizia - ha concluso Bisogni - e l'assoluta discrezionalità nella erogazione dei fondi da parte della Regione mette in seria difficoltà gli operatori". Il Pdl, presentato dall'Ulivo per contrastare questa politica, punta ad attribuire significative funzioni di programmazione e risorse agli Enti locali, oltre che ad istituire un Fondo Unico Regionale per lo Spettacolo che raccolga tutte le risorse a disposizione del settore e le ripartisca tra i soggetti coinvolgendo sia le autonomie territoriali, sia gli operatori culturali.


DPEFR: PAROLE SENZA IMPEGNI REALI

Bloccato a luglio da un'eccezione di legittimità statutaria presentata dal Centrosinistra, il DPEFR (Documento di Programmazione Economica e Finanziaria Regionale) è giunto in Aula dopo una modifica legislativa che ha restituito al Consiglio le proprie prerogative. Intervenendo nel corso della discussione, alla quale la maggioranza non ha partecipato, il capogruppo dei Ds Pierangelo Ferrari ha denunciato l'inconsistenza del Documento, privo di reali indicazioni di programmazione. "Dopo avere incalzato per anni i governi di Centrosinistra in difesa delle regioni del Nord, il Presidente Formigoni - ha detto Ferrari - è ora subalterno al governo nazionale e subisce, senza reagire, scelte centralistiche e tagli delle risorse destinate alle Regioni. Con la differenza che i governi dell'Ulivo sostennero con convinzione e con risorse consistenti le politiche di sviluppo della Lombardia, mentre il governo Berlusconi sta facendo pagare all'intero Paese, e al nord in particolare, gli effetti disastrosi della finanza creativa del Ministro Tremonti." "Il DPEFR è vuoto - ha aggiunto Ferrari - perché è privo di risorse reali e descrive una regione priva di iniziative, di investimenti, di ruoli. Tutto ciò in una fase di stagnazione economica della Regione, di collasso persistente della mobilità e di crescente difficoltà del sistema sanitario".


BLOCCO AUTO: GARANTIRE I TRASPORTI PER TUTTI

Con una interrogazione urgente alla Giunta lombarda, primo firmatario il Consigliere dei Ds Marco Cipriano, le forze dell'Ulivo in Consiglio regionale hanno chiesto di conoscere i dati relativi alla concentrazione di polveri sottili nel periodo di attuazione del blocco dei veicoli non catalizzati, nonché quali siano le misure previste per il potenziamento dei mezzi pubblici nelle aree interessate dal provvedimento annunciato per il prossimo fine settimana. "In previsione del blocco totale del traffico di domenica 30 novembre - ha dichiarato Marco Cipriano - vogliamo conoscere la consistenza effettiva del potenziamento del trasporto pubblico locale e, in particolare, della rete dei trasporti dei comuni limitrofi ai centri urbani interessati dal blocco. Infatti le necessarie misure anti-inquinamento non si devono trasformare nell'impossibilità di garantire il diritto alla mobilità per i cittadini, tanto più alla luce dell'introduzione delle misure della Giunta di aumento delle tariffe e di diminuzione delle agevolazioni con le quali ci si accanisce contro le categorie deboli degli anziani e dei disabili".


PENDOLARI: EMERGENZA PER CREMONESI E MANTOVANI

La condizione dei pendolari cremonesi e mantovani è ormai da codice rosso. I ritardi sono quotidiani, la tensione sociale è prossima alla soglia dell'esasperazione. Mentre si litiga su chi debba acquistare i nuovi locomotori i pendolari rimangono bloccati nelle campagne. "Occorre intervenire - ha denunciato Luciano Pizzetti, consigliere regionale e segretario dei Ds lombardi - senza ulteriori dilazioni sulle linee Mantova-Cremona-Milano e Cremona-Treviglio-Milano. Basta con il rimpallo delle responsabilità tra la Giunta e Trenitalia. Ognuno faccia la sua parte: Trenitalia mantenga gli impegni assunti e la Regione metta più risorse nel proprio bilancio per l'acquisto di nuovi mezzi ed eviti nel frattempo di applicare gli aumenti tariffari ai pendolari di queste due linee da terzo mondo".


NON AUTOSUFFICIENTI: 16.000 FIRME NEL CESTINO

Mercoledì scorso è stata portata in Aula consiliare una proposta di legge regionale a sostegno dei non autosufficienti e la maggioranza ha proposto e votato che nemmeno fosse discussa. "La maggioranza di Formigoni - ha dichiarato il consigliere regionale Ds Marco Tam - ha bocciato una proposta di legge di iniziativa popolare firmata da 16.000 cittadini lombardi che intendeva rafforzare le cure ai non autosufficienti sgravando le famiglie. In due giornate la maggioranza di centrodestra ha detto tre no secchi, senza appello: un no a esenzioni più ampie per i ticket, un no sulla gratuità dei trasporti pubblici per tutti gli invalidi e i pensionati, un terzo no sull'esonero dei costi sanitari ai non autosufficienti nelle case di riposo". "La verità - ha concluso Tam - è che l'Assessore Abelli nel 2004 sarà più povero, perché non ha ottenuto in bilancio neppure la cifra sufficiente per coprire l'inflazione. Per questo motivo i costi della retta delle case di riposo aumenteranno, ed è facile prevedere che si darà la colpa alla privatizzazione delle IPAB e non alla fuga di responsabilità della Regione sulle cure sanitarie. Resta risolutiva la proposta dei Ds del fondo regionale per la non autosufficienza".

 


       



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