15 Settembre, 2002
Autostrada: far quadrare il cerchio?
di Pier Attilio Superti – segretario DS Cremona
Autostrada: far quadrare il cerchio?
di Pier Attilio Superti – segretario DS Cremona
Ho letto, nei giorni scorsi, la lettera dei rappresentanti della zona pastorale di Casalmaggiore.
Vi sono contenute osservazioni che stimolano qualche riflessione.
Mi limito, per brevità, ad esporne qualcuna che più mi riguarda sperando che serva ad un dialogo franco e sereno.
Nella discussione che si è giustamente avviata sul tema delle infrastrutture per il nostro territorio un tema ritorna: la democrazia e la partecipazione alle scelte.
E’ un tema vero, delicato su cui c’è riflessione da parte di tutte le correnti di pensiero europee e non solo.
Il tema è come conciliare la necessità di decisione e di efficienza/efficacia di una democrazia con quella del consenso: come “far quadrare il cerchio” ha scritto Darendorf.
Soprattutto in un’epoca di transizione come la nostra, in cui i partiti (non solo in Italia) hanno mutato il loro ruolo e in cui i mass-media hanno modificato i meccanismi di formazione dell’opinione pubblica.
Da alcuni anni ogni giorno sono scritti fiumi di inchiostro in cui si sostiene che i politici devono saper assumere decisioni anche impopolari se necessarie al bene comune, al futuro di una comunità.
Per decenni in questo paese si è praticata una politica che non poneva la responsabilità fra i suoi cardini.
Io, come responsabile di un partito, penso invece che l’etica della responsabilità sia uno dei tratti caratteristici di una politica seria, fatta con la P maiuscola.
Responsabilità come capacità di assumere decisioni.
Responsabilità verso le future generazioni. Un detto degli Indiani di America sostiene che quando si fa una scelta bisogna pensare a quanto ricadrà almeno sulle prossime sette generazioni.
Responsabilità verso la comunità e la sua coesione, verso la costruzione del bene comune in cui si opera non sottraendosi a confronti.
Il nostro Paese, le nostre città, la politica e le istituzioni che le governano devono saper decidere, dire dei sì e dei no, imporre regole e limiti, proporre uno scenario di futuro, un progetto.
Non c’è dubbio che i tempi stretti imposti dalle normative regionali sulla CR-MN, ad esempio, abbiano sollevato perplessità e contrarietà in molti.
E’ altrettanto vero che sono decenni che si insiste sulla necessità per la nostra realtà di investire in infrastrutture necessarie per consentire al nostro territorio di poter svilupparsi ovviamente in armonia con l’ambiente.
Necessità da tutti condivisa.
Bene hanno fatto le amministrazioni locali a concertare queste operazioni con le associazioni sindacali e di categoria (i corpi intermedi tanto cari alla tradizione della dottrina sociale della Chiesa mi sembra) dalle quali è venuto un consenso pressoché unanime.
Bene hanno fatto a legare strettamente queste infrastrutture alla soluzione di problemi che rendono invivibile la vita ad interi paesi della nostra provincia.
Non penso che la realtà oggi della nostra provincia, dei nostri paesi sia il migliore dei mondi possibili che non deve essere intaccato e che ha bisogno al massimo di buona manutenzione ordinaria.
Anzi. Penso ci sia un rischio di impoverimento del nostro tessuto culturale e civile nonostante la grande opera svolta dal volontariato civile, culturale ed anche politico.
Penso che non viviamo in un’isola felice ma in realtà che ha ancora grandi punti di debolezza nonostante i passi in avanti fatti.
Per dare un futuro alle nostre stesse radici di qualità bisogna osare innovando. Altrimenti perderemo capacità attrattiva, di futuro e rischieremo di essere solo bei quartieri residenziali.
In questi mesi i partiti hanno discusso, hanno confrontato opinioni diverse ed hanno deciso una propria posizione, le amministrazioni locali hanno incontrato i cittadini, convegni e consulte si sono svolte e dovranno svolgersi.
Alla fine chi manterrà un atteggiamento negativo avrà motivi per sostenerlo, sempre e comunque.
La politica deve cogliere nell’azione di governo le critiche e le osservazioni avanzate, migliorando anche le proposte iniziali come è stato fatto per quanto riguarda, ad esempio, l’incrocio tra TIBRE e CR-MN e per l’Asolana, con una progettazione all’avanguardia e non solo attenta ai costi.
Deve decidere con un respiro ampio, sulla base di un progetto di sviluppo compatibile non sulla base delle sole esigenze locali per quanto legittime.
La decisione, in un sistema democratico come il nostro, è di competenza delle istituzioni salvo che ci si rifaccia ad un’idea referendaria o assembleare della democrazia che non condivido e che non produrrebbe un sistema paese capace efficace e giusto.
Pier Attilio Superti
Segretario Federazione DS Cremona
 
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