15 Settembre, 2002
“La pedonalità va intesa come risorsa ... di uno spazio monumentale dedicato anche al commercio"
Sindaco e il Vice sindaco sui dati del commercio cittadino
Egregio Direttore,
nei giorni scorsi i rappresentanti dell’Associazione Commercianti e dell’Associazione
“Le Botteghe del Centro”, spiegando le loro iniziative di protesta contro l’avvio
del Piano della Sosta e della Mobilità in Centro Storico, hanno parlato, fra l’altro,
di un trend assolutamente negativo del commercio cremonese, soprattutto per
quanto riguarda il rapporto tra aperture e cessazioni di attività. In dati
raccolti dal Settore Legislazione Commerciale, riguardanti il commercio al
dettaglio, ci dicono cose diverse.
Prima comunque di entrare nel merito delle cifre, va premesso che la filosofia
del decreto Bersani di riforma della disciplina del settore del commercio è
fortemente incentrata sul concetto della libertà d’impresa, che ne
costituisce uno dei principali capisaldi. Nel rinnovato quadro normativo
scaturito dalla riforma, i Comuni devono attuare politiche generali di sviluppo
e di sostegno del settore, ovvero creare le condizioni ottimali per favorire l’insediamento
ed il radicamento sul territorio delle imprese commerciali, ma non possono
interferire in alcun modo sulle libere scelte imprenditoriali dei singoli
operatori. I Comuni pertanto individuano e, se necessario, attrezzano con le
necessarie infrastrutture, le aree che, sulla base di appositi studi di
carattere urbanistico, ambientale, viabilistico e commerciale, risultino più
idonee alla localizzazione di strutture di vendita, ma non possono imporre
vincoli di alcun tipo.
I dati a nostra disposizione dimostrano un trend positivo del commercio
cremonese, anche in controtendenza rispetto alla situazione regionale e
nazionale. Infatti, dal monitoraggio effettuato dall’Ufficio Commercio sull’intero
decennio che va dal 1993 al 2002 è risultato che nel 1993 sono stati aperti 48
nuovi esercizi (livello minimo) contro i 76 del 2002; nel 1993 sono stati chiusi
63 esercizi contro i 55 del 2002, nel 1993 si sono avuti 69 subingressi, contro
i 46 del 2002, con conseguente riduzione del turn over. Per quanto riguarda l’anno
in corso, secondo l’aggiornamento all’11 novembre scorso, le nuove aperture
di esercizi di vicinato (alimentari e non alimentari e misti) sono state 44,
contro 41 cessazioni, dunque con un saldo attivo di tre negozi in più in
attività. Lo stesso trend positivo si ha se si aggregano i dati concernenti gli
esercizi di vicinato e le medie strutture di vendita.
Dall’analisi dei risultati dell’ultima approfondita indagine di carattere
econometrico commissionata dal Comune si può affermare che la rete distributiva
comunale è in generale sufficientemente efficiente, moderna e ben articolata, e
che i suoi principali punti critici sono: mancanza di un grande polo commerciale
di rilievo sovracomunale; carenza di medie strutture del settore non alimentare
(superficie superiore a 2500 mq); presenza, soprattutto in centro, di numerosi
esercizi di piccole dimensioni, con conseguente necessità di favorire l’ampliamento
delle relative superfici fino alla quota ritenuta ottimale di 600 mq. Per il
settore alimentare è stato invece riscontrato un livello di offerta più che
adeguato. Queste indicazioni sono poi state tradotte in specifiche linee
programmatiche nell’ambito della variante commerciale al Piano regolatore
Generale, attualmente in fase di attuazione.
Sono stati poi avviati tre progetti di forte spessore a sostegno delle imprese.
Uno di essi ha proprio per oggetto la tutela delle botteghe storiche e degli
esercizi tradizionali del Comune di Cremona: con esso sono previste particolari
agevolazioni, soprattutto di natura fiscale, per salvaguardare le attività
imprenditoriali, commerciali ed artigianali che operano da più tempo e che
hanno conservato le caratteristiche originarie. Si tratta di forme di
incentivazione e non certo di disposizioni vincolistiche. Gli altri due sono
finalizzati alla concessione di contributi economici rispettivamente alle
piccole imprese commerciali e ai giovani imprenditori. Per questi progetti sono
stati elaborati specifici regolamenti comunali per la definizione di linee guida
di carattere generale.
Il commercio cremonese, importante valore aggiunto alle bellezze monumentali, ha
indubbiamente subito una contrazione negli ultimi anni perdendo quella capacità
di attrarre clienti dai territori limitrofi, azione importante, per il
negoziante e per la "vitalità" del centro: quest'azione sinergica ha
sempre contraddistinto il commercio cittadino. Difficile capire il perché di
questa inversione di tendenza; sarebbe però estremamente riduttivo ricondurre
tutti i problemi del commercio alla difficile accessibilità o alla mancanza di
parcheggi, ostacolo peraltro facilmente superato nei giorni di mercato o di
grande afflusso del centro per manifestazioni. Risulta comunque estremamente
improduttivo individuare colpe e responsabilità poiché probabilmente l'attuale
condizione è frutto di più fattori. È certamente più importante definire gli
obiettivi da raggiungere concertando con tutti gli attori coinvolti, ognuno per
le proprie competenze, le migliori strategie nella consapevolezza che una facile
viabilità, un adeguato numero di aree di sosta, un efficace trasporto pubblico
ed una sicura passeggiata possono incrementare la fruizione del centro al pari
di una offerta commerciale differenziata ed economica. La pedonalità va intesa
come risorsa, come elemento qualificante di uno spazio monumentale dedicato
anche al commercio. Proprio per la necessità di individuare la strategia
vincente e di condividere le scelte che questa fase del piano ha le
caratteristiche di una proposta su cui effettuare osservazione, considerazioni e
nuove proposte.
Grazie per l'ospitalità e cordiali saluti
IL SINDACO
Gian Carlo Corada
Il VICE SINDACO
Luigi Baldani
Cremona, 13 novembre 2004
 
I manifesti dei Commercianti del Centro (red.)
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