Siamo sconcertati e preoccupati per le anticipazioni trapelate in questi
giorni sul rapporto finale della commissione di inchiesta sull’uccisione di
Nicola Calipari.
A distanza di poche settimane dalle scuse ufficiali presentate dall’amministrazione
Bush al governo italiano per il tragico errore in cui erano incorsi i suoi
militari, ora le autorità statunitensi sembrano non ammettere più neppure l’ipotesi
dell’incidente insinuando addirittura la responsabilità degli agenti
italiani, a dispetto dell’evidenza della dinamica dei fatti e delle
circostanziate testimonianze di Giuliana Sgrena e dell’agente del Sismi che
guidava l’auto.
Appare evidente che le autorità statunitensi intendono negare ogni
responsabilità dei propri soldati nella sparatoria, quasi a volerne
sottolineare con arroganza una sorta di vera e propria impunità. La farsa che
si sta compiendo ricorda troppo da vicino l’esito dell’indagine sulla
tragedia del Cermis.
Al senso di impotenza di fronte alla negazione della verità e della
giustizia si accompagnano interrogativi inquietanti su cosa stia accadendo in
Iraq, dove chi cerca di fare testimonianza non ha più alcuno spazio, stretto
fra i poteri della guerra e del terrore, e rischia di pagare con la vita l’esercizio
di un diritto inalienabile come quello alla libertà di informazione.
Prima si è cercato, con una scandalosa campagna denigratoria, di gettare
discredito su Giuliana. Oggi, con inaudito cinismo, si tenta di scaricare sull’uomo
che l’ha salvata a prezzo della propria vita ogni responsabilità dell’accaduto.
È come se uccidessero Calipari una seconda volta, ed è anche un affronto all’autonomia
del nostro Paese.
Il Governo italiano, se veramente vuole tutelare la propria dignità ed
onorare la memoria del suo valoroso funzionario, respinga con forza questo
tentativo e percorra ogni possibile strada per raggiungere la verità sui fatti
del 4 marzo.
La magistratura ordinaria sia messa in grado di continuare la sua indagine.
L’Arci invita le istituzioni democratiche, i cittadini, le forze politiche
alla mobilitazione per chiedere verità e giustizia per Nicola Calipari. Lo
chiediamo con migliaia di manifesti che dai prossimi giorni riempiranno le
nostre sedi e le città e che metteremo a disposizione di tutte le realtà del
movimento pacifista italiano.
Sarà questo il contributo dell’Arci alla campagna del Manifesto per la
verità sul caso Calipari.