15 Settembre, 2002
Lettera aperta a Haidi e Giuliano Giuliani
di Lorenzo Guadagnucci, autore di "Noi della Diaz"
LETTERA APERTA A HAIDI E GIULIANO GIULIANI
di Lorenzo Guadagnucci,
autore di "Noi della Diaz", membro del comitato "Verità e giustizia per Genova" – www.veritagiustizia.it
Cara Haidi, caro Giuliano,
noi italiani non vi meritiamo. Non meritiamo il vostro coraggio, il vostro rigore, la vostra serietà. Il 20 luglio 2001, e da allora ogni giorno con il vostro agire aperto, pulito, generoso, ci avete dato una lezione d'umanità e d'impegno civile.
Avete condiviso il vostro dolore, avete chiesto verità e trasparenza sulla morte di vostro figlio per dare un messaggio di pace, di democrazia, di rispetto per l'ordinamento civile anche a tutti quelli che a Genova non c'erano.
Avete dimostrato rispetto per le istituzioni, per il diritto, avete lavorato perché la morte di Carlo non diventasse un'occasione di scontro, uno strumento di divisione.
Avete affrontato l'inchiesta con umiltà, sopportando tutti i proclami, gli insulti, le viltà, ribattendo sempre con documenti, testimonianze, perizie, sopportando di ripercorrere decine, centinaia di volte gli ultimi minuti di vita di vostro figlio.
Avete fatto tutto questo per Carlo, certo, ma anche per noi cittadini di questo paese.
Oggi vi dicono, e ci dicono, che sulla morte di Carlo non c'è più nulla da dire, non servono approfondimenti, non serve un dibattimento pubblico.
Dicono che non ci sia nemmeno bisogno di mettere a confronto pubblico le due perizie tecniche - quella ordinata dal pm e quella prodotta dai vostri consulenti - che pure hanno dato risultati diametralmente opposti.
Oggi è una giornata molto triste.
Come possiamo accontentarci dell'archiviazione decisa da un'unica persona? Che dobbiamo pensare dell'Arma dei carabinieri, che avrebbe tutto l'interesse - se davvero non c'è nulla da nascondere, nulla da temere - alla massima trasparenza, alla completa chiarezza sui fatti di piazza Alimonda?
Trasparenza e chiarezza, in un procedimento giudiziario così difficile, si possono avere solo con un processo pubblico. Se il gip dovesse accettare questa richiesta d'archiviazione, avremmo un'unica certezza, ossia che sui fatti di Genova avremo comunque una verità mutilata, delle zone oscure invalicabili, come e più di una zona rossa.
Chi parlerà più dei 18 colpi di pistola sparati durante quei giorni?
Chi se ne sentirà responsabile? E che accadrà con le altre inchieste?
Per la Diaz, gli avvocati dei poliziotti indagati starebbero già pensando di invocare la legge Cirami, accusando i magistrati di parzialità ma con il solo fine di spostare le inchieste, in modo da arenarle...
Hanno paura di confrontarsi coi fatti, di valutarli per quello che sono. Ne hanno paura i carabinieri, la polizia di stato, il governo. Che sono i nostri carabinieri, la nostra polizia, il nostro governo. Una democrazia che teme di confrontarsi coi fatti, è una democrazia profondamente malata. Ciascun italiano deve sentirsi responsabile.
Voi, Haidi e Giuliano, ci avete dato in questi mesi una lezione, un'occasione di trasparenza, chiedendo semplicemente un dibattimento, senza tesi precostituite. Probabilmente non lo avremo.
Abbiamo anzi un Claudio Scajola, il ministro degli Interni di quei giorni, che oggi osa dire: "Ne eravamo certi dal primo momento: è scattata la legittima difesa". Lui era certo, noi invece siamo pieni di dubbi. Sappiamo solo con sicurezza che noi italiani - Scajola in testa - non siamo stati all'altezza del vostro esempio.
Oggi almeno noi, che dei fatti di Genova non abbiamo paura, come non temiamo le inchieste in corso né i processi che forse si faranno, ci stringiamo a voi e vi invitiamo a non mollare, perché la ricerca della verità e della giustizia è un diritto che nessun pm, nessun perito, nessun ministro deve impedirci di esercitare.
Un abbraccio
Lorenzo Guadagnucci
 
www.veritagiustizia.it
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