A quattro anni di distanza dall’omicidio la memoria di Marco Biagi è più viva
che mai nel ricordo dei socialisti cremonesi. Il suo studio serio e approfondito
del mercato del lavoro ,insieme alle sue intuizioni originali, sono oggi uno dei
temi più contrastati del confronto elettorale ed alimentano ogni giorno il
confronto tra le parti sociali.
A Biagi va riconosciuta la capacità di aver saputo organizzare il mercato del
lavoro senza prevenzioni culturali, ispirato da una visione scientifica di come
rendere più efficiente e trasparente l’incontro tra la domanda e l’offerta di
lavoro , e di aver dato il via ad un processo che, nonostante i proclami dei
politici che strizzano l’occhio al conservatorismo di sinistra , sarà molto
difficilmente reversibile.
Dalla fase sperimentale della riforma Biagi si sta passando a quella del
compiuto funzionamento alimentata da quella pluralità di operatori che vanno
dalle università al sistema confindustriale alle agenzie private,ai consulenti
per il lavoro.
Rispettare la memoria di Biagi significa riconoscere la sua visione di una
società attiva ,inclusiva ,che consente anche a giovani ,donne, anziani, di
esprimere le proprie potenzialità attraverso il lavoro. Accusarlo di “ avere
bruciato un’intera generazione “ o di aver voluto “destrutturate il diritto del
lavoro “ e quindi il sistema di tutele è particolarmente odioso, soprattutto se
viene adoperato come tema strumentale in campagna elettorale.
Ma la navigazione è sempre controcorrente, soprattutto quando si toccano i
tasti e le leve sui quali si sono posate la ruggine e le incrostazioni di anni e
anni di immobilismo a sinistra. La ruggine porta alla paralisi e da qui si
spalancano gli abissi della paura e del terrore.
Perché il sacrificio di Biagi non sia stato invano è dovere di tutti i
socialisti continuarne l’opera di coraggiosa riforma. Questo mi auguro
sinceramente che accada e che su queste basi si possa riparlare in un prossimo
futuro di unità socialista.
Gianmario Beluffi
Coordinatore del Nuovo Psi di Cremona