15 Settembre, 2002
Il mondo alla fine del… mondo
Sogno (di Giorgino Carnevali), nel bel mezzo di una notte di primavera, allorquando, haimè, la catastrofe si farà… vera!
Direttore carissimo,
costruire una coscienza ci vuole molto, molto tempo:
distruggerla (viceversa!) ci vogliono solo pochi attimi. E l’avventura di questo
mio viaggio è stata “un attimo….fuggente” che ha appunto distrutto la mia
coscienza (per fortuna solamente quella ambientalista!), relegandola ai confini
della realtà. Orbene, dopo essermi accollato non meno di ventiquattro ore di
viaggio, (poichè tante ce ne vogliono per raggiungere, dall’Italia, Punta Arenas,
via Santiago, nella Patagonia cilena, l’estremo Sud del Paese), con altre sei
ore di strade per lo più sterrate, sono arrivato. Che avventura! E non mi sono
neppure impressionato allorquando, all’arrivo, ho ricevuto un altisonante
“BENVENUTO NEL MONDO ALLA FINE DEL MONDO”. Per l’intanto mi son goduto
una delle regioni più remote e selvagge della nostra terra e, nello stesso
tempo, tecnologicamente ineccepibile. E’ così infatti che si presenta:
cellulari, internet, carte di credito, piscine coperte, che ti fanno “obliare”
la solitudine; “eppoi” lusso, tanto lusso, spazi per lunghi relax! Nulla
lasciato al caso, ogni cosa funziona alla perfezione. Il tutto comunque
racchiuso in una moderna “cementizia” struttura alberghiera semplice e lineare
(solo a parere degli organizzatori!), dotata di ogni confort, con legno, tanto
legno, pensata per non risaltare troppo nell’incomparabile contesto naturale che
la circonda, immersa in un ambiente nel quale si “godono” spettacolari panorami.
Dalle montagne granitiche che si stagliano nell’azzurro cielo e poi si
specchiano nei sottostanti trasparenti ed incontaminati laghetti, a visioni di
cime maestose immacolate che risuonano solo dal suono del vento e dell’acqua,
mai dal rumore di un back-ground musicale o dal rumore di un aspirapolvere. Là
impera una strana filosofia che condivide un detto giapponese: “è meglio
viaggiare con un’illusione che arrivare” ; ‘sti giapponesi, anche
i filosofi sanno….fare! Una filosofia che personalmente non condivido e che mai
capirò, nella consapevolezza tuttavia che molti di noi vorrebbero praticare….e
basta! Viaggi dedicati a viaggiatori alla ricerca di grandi spazi, che
apprezzano la destinazione, che vogliono scoprire non solo luoghi comuni, ma
atmosfera e spiritualità, senza tuttavia tralasciare il benessere, la comodità,
il progresso, l’agiatezza: in parole povere….“la pappa belle che pronta”!
E ancora: stessi viaggiatori che apprezzano e condividono l’idea di contaminare
quegli enormi spazi con assurde cementificazioni, dotate delle più avanzate e
sofisticate tecnologie residenziali, di quelle comodità che risultano assurde e
fuori luogo in quei meravigliosi contesti paradisiaci. Eppure è così, là più che
mai, e più che mai nel resto del mondo, “laddove” le bellezze naturali da
ammirare risultano sempre più spesso aggredite e fagocitate dal progresso, da
sconsiderati insediamenti; ….e via di questo passo. Sarà che stiamo affondando
tutti (o quasi!) assieme al nostro “Titanic”, tanto che non ci resta che
“accompagnarci” con lussuosi ed interminabili balli (giusto per obliare la
nostra “ormai segnata fine”) e, nella disperazione, magari anche cullati dai
suoni di remissivi musicanti ai quali, purtroppo, non resta null’altro che
attendere, pazientemente, (del resto proprio come per quei poveri disgraziati
sul Titanic)……la fine, SI: LA FINE DEL MONDO! Che
amara, che squallida, che meschina desolazione! Ho forse sognato? Ebbene si,
caro direttore, a te lo posso confidare: EFFETTIVAMENTE HO SOGNATO! Per fortuna?
Non lo so, di certo mi sono reso conto tuttavia che, al mio risveglio,
stranamente ho provato nostalgia, tanta nostalgia! Nostalgia, per così dire, per
taluni irrinunciabili valori quali, ad esempio: i….“valori”
quotidiani dei livelli delle polveri sottili (pm10!), “spessissimo” fuori limite
e quasi se sempre più presenti nel mio “abitato”, degli assordanti rumori del
traffico, del caotico, incessante e vorticoso scorrere del nostro vivere
quotidiano, dell’immancabile diffondersi di allergie, di malattie indotte
dall’inquinamento atmosferico, dell’incombente pericolo di siccità, (…e quest’estate
ne vedremo delle “belle”!) dell’indifferenza della gente verso il prossimo in
difficoltà, della continua negazione di certi inalienabili ed irrinunciabili
principi etici e morali, della fame nel mondo, dei numerosi decessi per droga,
dei quotidiani stupri, degli assurdi omicidi per denaro, delle inevitabili
violenze negli stadi, delle sempre più crescenti “morti bianche” sul lavoro. .…e
via di questo passo! E tutte queste sensazioni mi sono apparse quasi normali,
quasi accettabili, quasi ormai facenti parte del mio e del nostro “dna”!
Assurdo, caro direttore?
« ME SA TAANT DE’…NO ! »
giorgino carnevali
(cavatigozzi - cremona)
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