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 Attualità

15 Settembre, 2002
L’Ulivo lombardo vuole il federalismo fiscale
la mzione presentata da 60 parlamentari dell'Ulivo che impegna il Governo a presentare la legge delega sul federalismo fiscale

Se il federalismo fiscale diventerà una realtà gli italiani dovranno ringraziare il centrosinistra: il governo, da un lato, che sta predisponendo una legge delega concordata con la conferenza delle Regioni e degli enti locali; ma anche l’Ulivo lombardo, che su questo tema insiste con continuità da quando, nel 2001, la riforma del Titolo V della Costituzione è stata approvata dal referendum popolare. In questo senso va l’iniziativa di 60 parlamentari dell’Ulivo, in gran parte del nord ma con l’adesione anche del capogruppo alla Camera Dario Franceschini, che pochi giorni fa hanno presentato una mozione che impegna il Governo a discutere la proposta di legge delega sul federalismo fiscale insieme al DPEF, cioè entro poche settimane.

Presentata a Milano lunedì scorso, durante una conferenza stampa dell’Ulivo in Regione, la mozione (il cui testo riportiamo integralmente a pag. 3) sintetizza i criteri su cui la legge delega dovrà improntarsi.

Ma nella stessa direzione va anche la decisione di discutere fino in fondo la proposta di legge al Parlamento sul federalismo fiscale che la Lega ha portato in Aula martedì scorso, con l’assenso non troppo convinto della CdL.

“La proposta della Lega non ci convince nel merito e ha molti aspetti che la rendono inattuabile; ma riteniamo che la Lombardia debba comunque inviare al Governo il segnale che il tempo per l’attuazione del federalismo fiscale è scaduto” ha spiegato Giuseppe Benigni a margine della votazione in Aula, che ha visto l’Ulivo optare per l’astensione dopo aver ottenuto l’accogliemento di nove emendamenti e un ordine del giorno che impegna l’esecutivo regionale a proseguire il dialogo con il Governo nello spirito dell’accordo siglato tra la Regione, le Province e i Comuni già nel 2005.

“Biasimiamo il centrodestra che nei suoi cinque anni non ha fatto nulla per attuare la riforma federalista dello Stato – ha aggiunto il capogruppo ds -. Ma il Governo Prodi, che pure si sta impegnando a trovare un accordo con le Regioni, le Province e i Comuni sul federalismo fiscale, sa che l’Ulivo lombardo ritiene cruciale e non rimandabile questa riforma”.

La proposta della Lega non valicherà le porte della commissione parlamentare, ciò che resta è invece la sfida politica che l’Ulivo lombardo ha lanciato al Governo e alla società lombarda: sul federalismo fiscale si è determinati ad andare fino in fondo.

LA MOZIONE DEI SESSANTA

Nel corso della conferenza stampa dell’Ulivo lombardo di lunedì scorso sul tema del federalismo fiscale è stata presentata la mozione sottoscritta da 60 deputati dell’Ulivo, tra i quali il capogruppo Dario Francheschini, che impegna il Governo a presentare in Parlamento la legge delega sul federalismo fiscale contemporaneamente al Documento di Programmazione Economica e Finanziaria (DPEF).

Di seguito, il testo integrale.

Premesso che:

La riforma del Titolo V delta Costituzione, entrata in vigore nel novembre 2001, ha profondamente innovato l’articolo 119, che disciplina i rapporti finanziari tra lo Stato e gli Enti territoriali.
A sei anni di distanza, non sono stati emanati i provvedimenti legislativi di attuazione del federalismo fiscale coerentemente con le enunciazioni dell’articolo 119 della Costituzione.
L’attuale ordinamento della finanza degli Enti decentrati presenta forti squilibri e inefficienze: ne sono testimonianza il divario che si registra nei territori tra la pressione fiscale sugli individui e sulle imprese e il ritorno sotto forma di spesa pubblica, la rilevante eterogeneità nel tasso di autonomia tributaria dei Comuni e delle Province, i forti disavanzi sanitari che si verificano in alcune regioni.
Il patto di stabilità interno, cosi come modificato dalla legge finanziaria 2007, prevede il condivisibile passaggio al sistema dei saldi ma presenta alcune contraddizioni e criticità che rendono necessari interventi correttivi.
La piena attuazione del federalismo fiscale, nell’ottica di un rafforzamento della capacità tributaria e della responsabilizzazione sul versante della spesa di Enti locali e Regioni, può favorire lo sviluppo e la crescita del Paese nel rispetto dei principi di equità sociale e territoriale.

Impegna il Governo
A presentare, in occasione della discussione parlamentare del Documento di Programmazione Economica e Finanziaria, un disegno di legge sul federalismo fiscale per l’attuazione dell’articolo 119 della Costituzione, che sia improntato ai seguenti criteri:
• Coordinamento della finanza dello Stato, delle Regioni, delle Province, dei Comuni e delle Città metropolitane in relazione ai vincoli dell’UE e dei trattati internazionali
• Riconoscimento dell’autonomia tributaria di Regioni ed Enti locali attraverso la previsione di tributi propri e di adeguate compartecipazioni al gettito dei tributi erariali
• Superamento della logica della finanza derivata, rivedendo con l’accordo della Conferenza Stato-Regioni-Autonomie locali le modalità di individuazione delle risorse finanziarie statali trasferite a Regioni ed Enti locali
• Istituzione di un fondo perequativo destinato ai territori con minore capacità fiscale per abitante
• Responsabilizzazione dei comportamenti di spesa, con la previsione di adeguati meccanismi premiali e sanzionatori in relazione a parametri oggettivi di efficienza della gestione finanziaria di ciascun ente, in modo da favorire processi virtuosi nella finanza pubblica.

 


       



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