15 Settembre, 2002
PD, elezione del Segretario e dell'Assemblea Costituente
Meglio che siano due elezioni totalmente scollegate, votando su due schede separate
Il presupposto che l'unico sistema per eleggere il segretario sia quello di collegarlo a delle liste, è per molti cittadini ansiosi di votare il prossimo16 ottobre assolutamente inaccettabile.
Le due elezioni dovrebbero essere invece totalmente scollegate, si dovrebbe cioè votare su due schede separate e questo per una serie di ottime ragioni così evidenti che è persino inutile esplicitare.
Ogni candidato segretario elabori il suo programma e presenti, con un numero stabilito di firme, la sua candidatura sul modello di quanto fu fatto per i candidati alla primaria del 2005. Questo mi sembra un ottima legittimazione dal basso che non può che accrescere l'appeal verso i cittadini.
Contemporaneamente per l'elezione dei delegati alla Costituente si formino sui territori liste plurali e trasversali alle appartenenze basate esclusivamente sulle proposte e sui programmi, completamente libere da qualsiasi apparentamento, anzi nessun apparentamento dovrebbe essere possibile.
Il progetto del partito democratico si muove in una cornice piuttosto chiare e definita di valori, si tratta solo di giocare all'interno di questa cornice valorizzando questo o quell'aspetto, ed è proprio su questo che i cittadini devono essere chiamati a pronunciarsi, non certo sui massimi sistemi già ampiamente assodati.
Mi spiego: le varie liste devono farsi carico di portare avanti idee e proposte precise che possono anche riguardare singole questioni fondamentali, come ad es. la laicità del partito, oppure la democrazia interna, la questione di genere, le tematiche liberal, i problemi dei "lavori", le tematiche ambientali ecc....Solo così intorno a queste liste si potranno raccogliere sostenitori indipendentemente dalle appartenenze pregresse, solo così il cittadino potrà scegliere i contenuti che predilige.
Viceversa, con l'apparentamento ad un candidato leader, il cittadino si troverebbe a dover abbracciare non solo le proposte della lista, ma l'intero programma del candidato collegato. Ecco che le liste non verrebbero più ad essere concepite come ventaglio di proposte e di contenuti, ma soprattutto come sostegno alle "personalità" dei candidati, riemergerebbero le tanto temute appartenenze, fatalmente ci troveremmo sul groppone liste se non di partito, di correnti e di sottocorrenti.
Annamaria Abbate, Cremona
 
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