15 Settembre, 2002
Emergenza infermieri
In Italia la carenza di personale infermieristico è ormai strutturale - Solo in Lombardia ne mancano 12.800
In Italia la carenza di personale infermieristico è ormai strutturale: a confermarlo sono i parametri dell’OCSE, l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico, che definiscono il rapporto ottimale tra infermieri e abitanti in 7 ogni 1000.
Oggi, nel nostro Paese, il rapporto è di 5,4 su 1000 contro i 9,8 della Germania, i 12,8 dell’Olanda o, addirittura, i 14,8 dell’Irlanda. Ancora più preoccupante la situazione nella nostra regione, dove gli infermieri iscritti all’Albo sono 51.600, cioè circa 5 ogni 1000 abitanti. Mancano all’appello ben 12.800 figure con questa professionalità, dato
numerico che rappresenta una vera e propria ‘emergenza’.
Per far fronte ai problemi organizzativi derivanti dalla carenza di organico, alcuni ospedali lombardi hanno cercato soluzioni come quella della riorganizzazione dei turni di riposo, provocando la immediata reazione sanzionatoria dell’Ispettorato del Lavoro.
“E’ evidente che la risposta a questa annosa questione - dichiara Ardemia Oriani, promotrice di una interpellanza alla Giunta - non possa ridursi al non rispetto delle norme nazionali sui riposi di medici ed infermieri. Oggi la legge prevede undici ore di pausa tra un turno e l’altro e questo sia a tutela dei diritti dei lavoratori sia per salvaguardare la qualità delle cure. E’ altrettanto preoccupante – prosegue - che la Direzione Generale Sanità abbia chiesto agli enti competenti una deroga a questa normativa nazionale che avrebbe come ovvia conseguenza un sovraccarico di lavoro per figure professionali che hanno oggi forti responsabilità, mettendo a repentaglio la qualità dell’assistenza e della cura ai malati. Abbiamo chiesto – spiega Oriani - l’impegno all’assessore Bresciani e alla Giunta affinché mettano in campo da subito iniziative concrete per evitare accorpamenti di reparti e la diminuzione di posti letto in previsione del periodo delle ferie estive”.
L’interpellanza chiede anche di attivare un monitoraggio costante sui requisiti necessari per l’accreditamento delle strutture pubbliche e private, “considerata – conclude la consigliera – la mancata osservazione del requisito richiesto dalla legge regionale di disporre di personale sanitario, professionale e tecnico commisurato, nel numero e nella qualificazione professionale, alle attività e prestazioni erogate”.
 
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