15 Settembre, 2002
Legge casa: applicazione legge 27/2007. Le richieste di Anci Lombardia
Sul tema casa e sull’applicazione della Legge regionale 27/2007 Anci Lombardia ha sempre avuto grande attenzione.
Sul tema casa e sull’applicazione della Legge regionale 27/2007 Anci Lombardia ha sempre avuto grande attenzione. “Già in fase di definizione della Legge regionale – sottolinea Giacomo Bazzoni, presidente del Dipartimento Welfare e Servizi alla persona – avevamo dato un nostro contributo, frutto dell’esperienza e della consapevolezza delle problematiche del territorio. Due erano stati i concetti di fondo: particolare attenzione per la sopportabilità dei nuovi canoni verso gli inquilini, riconoscimento del ruolo dei Comuni, in una logica di sussidiarietà verticale, garantendo alcuni margini di flessibilità nell’applicazione della legge in base ad accordi locali”.
“E’ positivo rilevare – aggiunge Bazzoni - che la Regione abbia voluto anticipare l’istituzione dell’Osservatorio della condizione abitativa, che doveva iniziare il proprio lavoro entro la fine dell’anno e che invece a giugno ha già svolto alcune riunioni. Noi continuiamo ad avere un atteggiamento costruttivo, teso a dare un contributo per il miglioramento di una legge che riguarda un tema tanto importante come quello della casa”.
Nei recenti incontri dell’Osservatorio Regionale della condizione abitativa, Anci Lombardia, anche attraverso una lettera inviata all’Assessore Scotti, ha evidenziato le questioni aperte e le richieste che ad oggi sono emerse da parte dei Comuni sull’applicazione della legge 27/2007.
Osservazioni e problematiche che si possono così riassumere.
Rinvio dei tempi di applicazione della legge per l’aggiornamento dell’anagrafe utenza in base all’ISEE-ERP.
Richiesta dettata dall’impossibilità dei Comuni di essere pronti per l’applicazione della legge dal gennaio 2008 non avendo la Regione impartito prima del dicembre 2007, adeguate disposizioni per l’aggiornamento dell’anagrafe utenza in base all’ISEE-ERP.
La revisione e la rivalutazione dei valori e dei parametri che concorrono alla determinazione del canone al fine di migliore la sopportabilità.
Anche se siamo consapevoli che i tempi di monitoraggio, per un’efficace valutazione che consentirà di introdurre le opportune modifiche alla norma, sono sicuramente indispensabili, siamo altrettanto convinti che si potrebbe già da oggi, sulla base di accordi locali e affidando al Comune, per il suo ruolo istituzionale, la convocazione delle rappresentanze degli enti proprietari e degli inquilini, intervenire sull’ampliamento dei criteri che potranno portare alla modifica del costo convenzionale, anche in diminuzione e fino ad un massimo del 30%.
L’ampliamento dei criteri potrebbe riguardare, la valutazione delle condizioni di svantaggio sociale, di degrado urbanistico, ambientale e dei costi di costruzione per l'edilizia sociale effettivamente praticati a livello locale spesso inferiori rispetto a quelli indicati attualmente nella legge.
Inoltre, essendo già stato verificato che i valori di classe demografica e d’ubicazione nei Comuni Capoluogo e in particolare in quelli con popolazione inferiore ai 100.000 abitanti sono eccessivamente spinti verso l’alto, ne è stato richiesto l’abbassamento.
Infine, i risparmi derivanti dalle risorse destinate all’ ICI relativi all’edilizia sociale, dovranno confluire nel fondo per i contributi di solidarietà e per l’abbattimento dei costi energetici negli alloggi di edilizia residenziale pubblica.
 
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