15 Settembre, 2002
Non ce la può fare nessuno degli attuali aspiranti
La sconfitta in Sardegna non è la goccia che fa traboccare il vaso. Il vaso è già traboccato da un pezzo. Se non si riesce a scalfire, neppure lievemente, la forza degli avversari al governo quando .....
La sconfitta in Sardegna non è la goccia che fa traboccare il vaso. Il vaso è già traboccato da un pezzo. Se non si riesce a scalfire, neppure lievemente, la forza degli avversari al governo quando il Paese attraversa gravissime difficoltà economiche e sociali (e istituzionali !) quali le attuali, vuol dire che proprio non si ha sostanza.
D'altra parte, che sostanza si può avere quando si attacca (a torto o ragione di principio non importa) il proprio leader persino nel pieno di una campagna elettorale nella quale il leader degli avversari si impegna a pieno tempo con il sostegno totale dei suoi !?
Apprendo ora di un "direttorio" fino alle elezioni europee. Vale a dire, la dimostrazione che non si è ancora capito che nessuno dei presunti maggiorenti, ciascuno in diversa misura già logoro in sé e ulteriormente logorato dai colpi presi e dati nel corso delle ormai pluriennali lotte intestine (per altro incomprensibili ai più ed egoisticamente imbecilli), è più presentabile al popolo. tanto meno in gruppo.
La dimostrazione che si tratta del frutto della consapevolezza che chiunque si riproponesse da solo, fosse anche veramente il migliore, diverrebbe immediatamente il bersaglio di tutti gli altri. Riconfermando che di Veltroni in sé personalmente non mi interessa un fico marcio, non posso che suggerire: ci si tenga comunque l'attuale leader, fino ad un auspicabile congresso vero (e fingendo, almeno, di considerarlo un genio in Terra; tanto poi lo si può liquidare a tempo debito dicendo che "ha la vocazione del missionario in Africa e lì vuole andare"), e si mobiliti piuttosto la massa dei micro-sedicenti-dirigenti che affollano, tutti nominanti e nessuno eletto (a parte primarie false o kafkiani rituali in cui, come a Milano ad esempio, si eleggono portavoce di cui la Città non ha ancora sentito neppure un sospiro), la pletora onanistica e autoreferenziale di comitati, assemblee, esecutivi, tavoli, "cantieri" e cazzate similari, e li si sbatta in strada a parlare ad uno a uno ai cittadini; a bussare alle loro porte; a farsi pure prendere a pesci in faccia ma almeno a dimostare che esistono e che sono in grado di produrre politica vera.
A mescolarsi alle preoccupazioni, al sudore e al sangue del Common People; alle sue delusioni, alle sue rabbie, alle sue speranze.
Leonardo Castellano (Milano)
 
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