15 Settembre, 2002
Le donne dell’UISP ripartono da Catania per il diritto alle pari opportunità.
«Visto che dobbiamo vivere insieme, maschi e femmine, è meglio cominciare presto, dalla scuola. Forse un secolo fa la separazione tra i sessi aveva una sua logica […]: le donne a casa, gli uomini al lavoro, due esistenze parallele.
Le donne dell’UISP ripartono da Catania per
il diritto alle pari opportunità. Il ricordo
a Maria Dusatti e gli interventi di Rita
Borsellino e Stefania Marchesi.
«Visto che dobbiamo vivere insieme, maschi
e femmine, è meglio cominciare presto, dalla
scuola. Forse un secolo fa la separazione
tra i sessi aveva una sua logica […]: le
donne a casa, gli uomini al lavoro, due esistenze
parallele. Ma oggi conduciamo la stessa vita:
dobbiamo imparare a condividere, non a dividere».
Con questa citazione della filosofa Elisabeth
Badinter si è aperto l’incontro “Donne di
pace”, organizzato dall’Uisp e svoltosi sabato
7 marzo presso l’auditorium della Facoltà
di lettere e filosofia nel monastero dei
Benedettini a Catania. Lo sport sociale è
stato presentato come strumento di confronto
tra uomini e donne, per superare la cultura
della violenza e della paura e come mezzo
di promozione dei diritti.
«Parlando di pari opportunità – ha affermato
Rita Borsellino intervenendo al convegno
– occorre rendersi conto che la maggior parte
di coloro che fanno le leggi sono uomini:
come possiamo pensare, quindi, che le nostre
leggi possano avere anche solo una minima
connotazione femminile? Dobbiamo metterci
umilmente a disposizione di progetti di cambiamento
profondo e cercare strumenti con i quali
poter guardare al futuro con ottimismo. Bisogna
gareggiare con la vita e con le difficoltà,
con la consapevolezza di aver potuto dire
la propria qualsiasi cosa accada. Dipende
solo da noi. Nell’Uisp ho trovato una progettualità
positiva e costruttiva, ecco perché oggi
sono qui. Lo sport è il linguaggio migliore
per avvicinare i ragazzi alla cultura della
legalità e al rispetto per le regole».
La seconda parte della serata è stata dedicata
al ricordo di Maria Dusatti, direttrice dell’Ong
dell’ Uisp Peace Games, scomparsa nel 2007.
Alla sua memoria è dedicato il progetto che
l’organizzazione non governativa sta portando
avanti in Palestina: un centro educativo
nel campo profughi di Shu’fat a Gerusalemme
est. Un luogo di aggregazione per bambini
e donne del campo. Un progetto che ha coinvolto
anche gli studenti dell’istituto Mengaroni
di Pesaro, premiati da Rita Borsellino, che
hanno elaborato un modello di tuta per le
donne islamiche. Un esempio concreto per
coniugare diritto allo sport e il diritto
delle donne alla libertà di culto.
«Donne di Pace – ha detto la vicepresidente
Uisp Stefania Marchesi – è stata un’intensa
occasione di riflessione e conoscenza che
ci dà modo di ripartire insieme per superare
le paure e le difficoltà di fronte alle quali
questa crisi ci pone. La “Staffetta rosa”
dell’Uisp non finisce, piuttosto si avvia
ad intraprendere un altro percorso: quello
della rielaborazione di una nuova carta dei
diritti delle donne nello sport, nella quale
lo sport diventi un diritto civile e costituzionale”.
Fonte: Uisp Cremona
 
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