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15 Settembre, 2002
Diario Scolastico 1944-1944 Siamo al quinto anno di guerra ( di Franco Guindani)
Ed è bella la vita trascorsa con questi frugoli che ci assorbono completamente e ci fanno dimenticare, momentaneamente, la tragica ora che viviamo.

Diario Scolastico 1944-1944 Siamo al quinto anno di guerra ( di Franco Guindani)
Ed è bella la vita trascorsa con questi frugoli che ci assorbono completamente e ci fanno dimenticare, momentaneamente, la tragica ora che viviamo.

1944 – 1945

Ed è bella la vita trascorsa con questi frugoli che ci assorbono completamente e ci fanno dimenticare, momentaneamente, la tragica ora che viviamo.

18 ottobre

Quest’anno, data la grande scarsità di materiale scolastico (anche presso i rivenditori) ho adottato un quaderno unico per la lingua, su cui scrivono dettati, pensieri, compiti, poesiole, ecc. ed uno a quadretti per l’aritmetica. Si abituano così ad usare diligenza sempre.

L’autunno si fa sentire e vedere. Disegno sulla lavagna una pianta con foglie ingiallite, un grappolo d’uva; fiori e frutta di stagione.

Come sarebbe bello uscire dall’aula per ammirare nel sole il quadro meraviglioso che Dio ci dipinge in questo mese! Il timore di rimanere sorpresi per la strada dagli apparecchi che sorvolano ogni momento il nostro cielo, non lo permette e così le osservazioni sono fatte per ricordo.

6 novembre

Avrei voluto condurre le mie scolarine spesso all’aperto, come gli scorsi anni, per apprendere dalla natura tante belle nozioni; ma il passaggio degli apparecchi le terrorizza perciò ho preferito far portare in classe materiale, (foglie ingiallite e disseccate) far osservare dalla finestra o nella via, quando vengono o tornano dalla scuola, i fenomeni della stagione in cui siamo.

13 novembre

Una sfollatina venuta da Cremona, ci lascia per ritornare alla sua scuola. È una scolarina sensibilissima, intelligente e volonterosa, a cui mi ero già affezionata. È bene però che ritorni fra i suoi cari poiché attraverso all’espressione triste del suo visetto, s’intuiva la sua sofferenza per la forzata separazione.

17 novembre

Iniziamo oggi il nuovo orario; non è possibile il riscaldamento di tutte le aule ed io farò lezione nel pomeriggio. L’orario è ridotto; intensificherò il lavoro e, se mi atterrò soltanto a ciò che ha importanza nello svolgimento del nostro programma, non trascurerò quei particolari che mi possono rivelare i buoni sentimenti dei miei scolarini. Ogni occasione mi servirà per studiare l’indole dei miei piccoli, per spronarli al bene o per correggerne i difetti.

Un’altra sfollatina di Cremona ha dovuto lasciare con vivo dispiacere la scuola per tornare con la mamma in città.

20 novembre

Il freddo comincia a farsi sentire sul serio. Non si può più lavorare al freddo, si devono far accendere le stufe. Per insufficienza di mezzi di riscaldamento, col permesso dei Superiori, siamo costretti a ridurre l’orario, poiché ogni aula verrà occupata al mattino da una classe e al pomeriggio da un’altra: la quinta, le due quarte e la terza avranno lezione al mattino dalle 9 alle 12, e le due seconde e la prima, al pomeriggio dalle 13 alle 16. L’orario è molto ridotto: attenta a non perdere tempo.

La mia classe va al pomeriggio dalle 13 alle 16. Sono tre ore di insegnamento invece di cinque, però lavorando con buona volontà le piccolo progrediscono ed il programma verrà svolto benissimo.

1 dicembre

Occasionalmente oggi abbiamo parlato della bandiera.

Ho esposto il relativo quadro. Com’è piaciuto!

Poiché mi sembrava troppo piccola ne ho disegnata una grandissima sulla lavagna e mentre la facevo dicevo il nome delle singole parti, lo facevo ripetere e lo scrivevo: asta, lancia, drappo.

Ho insegnato che l’asta è di legno, la lancia di ottone, il drappo può essere di tela, di seta o di lana. Ho fatto trarre da loro per una lunga via di induzioni il perché dei tre colori e, quando è entrata per combinazione una collega, hanno saputo ripetere che il bianco è il colore della neve delle Alpi, il verde è dei prati, il rosso è del sangue degli Eroi.

- E quello in mezzo? – mi hanno chiesto indicando lo stemma sabaudo. Io non l’avevo ancora cancellato, perché avrei dovuto fare una macchia d’inchiostro della quale non avrei saputo dare la spiegazione. Non ho avuto la forza di dire nemmeno cosa fosse in realtà ( i piccoli non avrebbero capito, avrebbero portato a casa una nozione sconclusionata che sarebbe stata, probabilmente, fraintesa). Ho detto semplicemente che era un ricamo del quale si poteva anche far senza ed io, per la prima, sulla lavagna non l’ho fatto.

Quale stringimento ho sentito nel cuore! Che diranno di me i miei piccoli quando dalla Storia verranno a sapere la cruda realtà?

La lezione è piaciuta ed è riuscita vivace. Molti sulla lavagnetta hanno disegnata e colorata una bandiera mettendo la nomenclatura al dovuto posto.

Hanno scritto con gioia : “ Patria – Italia”.

2 dicembre

Si è presentata alla scuola una sfollata di 15 anni che ha frequentata la prima classe chissà da quanto tempo. È assai scarsa d’intelligenza, ma attenta e volonterosa; se ne sta intimidita tra le piccole; incoraggiata parla con accento forestiero perciò attira l’attenzione.  

In principio i suoi abiti erano trasandati e sciatti, ora ad ogni strappo ripara subito e si presenta più ordinata e dignitosamente vestita.

Il nuovo programma di storia e geografia riesce molto utile ed interessante, perché porta alla minuta conoscenza della conformazione e della storia del paese e della provincia con particolare riguardo alle personalità e alle tradizioni storiche.

5 dicembre

Gli apparecchi continuano a rombare sulle nostre scuole e mettono in apprensione le mie piccole che ad ogni rumore di mitragliamento sussultano spaventate, per quanto mi mostri serena e tranquilla. Qualche volta interrompiamo le lezioni per allinearci lungo le pareti.

La frequenza è al completo, nonostante il continuo passaggio di aerei nemici che turba non poco la tranquillità del nostro paese, fuori dall’ambito di qualsiasi obbiettivo.

7 dicembre

Sebbene il nostro sia un paese molto frazionato, nonostante le continue incursioni aeree, pure la frequenza di tutte le scolaresche è totalitaria. In certi giorni però, il lavoro della scuola è continuamente disturbato, o dal rombo dei motori, o dal rumore cupo e spaventoso di bombe che scoppiano, poco lontano.

Le mie scolarine allora impallidiscono ed io le invito a schierarsi lungo le pareti, poste ai lati delle finestre. Insieme preghiamo, poi, più o meno serenamente, ritorniamo al lavoro.

10 dicembre

Natale si avvicina. Nella vita della scuola è entrata una festosa nota, di trepida attesa, soffusa di bontà. Le mie scolarine cantano con gioia le pastorali che già sanno, ed una nuova, insegnata dalla suora maestra d’asilo, e registrano le piccole vittorie di ogni giorno.

Chissà che Gesù Bambino porti, nel povero mondo dolorante e sconvolto, il grande dono della pace.

13 dicembre: S. Lucia, festa dei bimbi!

Nonostante i sacrifici e le privazioni portate dal triste attuale stato di guerra, le mie scolarine hanno ricevuto dai loro buoni genitori, modesti, ma graditi doni: articoli di abbigliamento, libri, oggetti scolastici, pochi dolciumi e molta frutta. Vengono in classe raggianti e, spontaneamente offrono con molta generosità alle due compagne, che non ricevettero nulla.

Ricordano anche, senza il mio intervento poiché l’iniziativa non è nuova, le vecchiette ed un vecchietto povero ed ammalato del paese: cominciano a gustare, alcune, le gioie della carità ed a sentirsi felici di poter donare.

Sia ringraziato e glorificato il Signore!

15 dicembre

Le vacanze anticipate e che tanto si prolungheranno mi lasciano titubante sull’esito del lavoro appena iniziato. Si cominciava ora ad affiatarsi ed ad orizzontarsi nel nuovo metodo. Dovrò ricominciare alla fine di gennaio? Andrà perduto questo tempo? Che peccato!

Due brave scolarette ci lasciano per sempre. La prima, orfana di guerra, andrà con la mamma a stabilirsi dai nonni, e la seconda, una sfollatina di Milano, ritornerà colla zia presso i parenti. Il desiderio di novità le rallegra e ci salutano abbastanza liete, ma … che pena provo io nel lasciarle! Ricevetti la prima in prima classe, quando c’era ancora il suo buon babbo, che con me si rallegrava d’ogni suo successo scolastico. È una scolarina timida, ma intelligente, affezionata e volonterosa.

Ricevetti l’altra in seconda classe, nei primi mesi di scuola. è una ragazzina intelligente, vivacissima, molto leale e sbrigativa ed assai volonterosa. Confessa i suoi sbagli con grande pena, ma con molta sincerità. Per riuscir bene negli esercizi linguistici scritti, sa raccogliersi e riflettere con una serietà da donnina.

Il Signore le benedica e le preservi dal male!

16 dicembre

Per mezzo della collega che insegna in terza classe, ho mandato alla signora Direttrice le offerte di noi insegnanti per gli sfollati e sinistrati, e quelle degli scolari per i soldati: £ 164.

Oggi è stato l’ultimo giorno di scuola. si riprenderanno le lezioni il 22 gennaio 1945.

 

La notizia dell’anticipazione delle vacanze natalizie,  prolungate fino al 22 gennaio mi ha non poco turbato. Mi manca così il tempo materiale di consegnare i compiti e di far compitare la letterina d’augurio.

Gli alunni verranno anche lunedì per tale lavoro; mi sono proposta di chiamare per gruppi a casa mia, una volta alla settimana gli scolari per seguirli nell’esecuzione dei compiti, per cambiare i libri della biblioteca e per sentirli leggere.

27-31 dicembre 1944

In questa settimana, in quattro riprese, ho ricevuto i miei scolari; solo tre, i più negligenti, hanno disertato. Nell’accogliente stanzetta riscaldata i bambini si sono trovati a loro agio: li ho sentiti leggere, mi hanno riassunto oralmente il brano letto, abbiamo ripassato grammatica e qualche nozione di geometria. Parecchi sono assistiti a casa e mostrano con compiacenza quanto hanno fatto; molti invece sono lasciati a sé ed hanno fatto ben poco.

4 gennaio

Sfidando il freddo eccessivo e il pericolo degli apparecchi, stamattina abbiamo partecipato al convegno magistrale  indetto dalla Signora Ispettrice e dalla Sig.na Direttrice.

Il ritrovarci insieme, il poter dirci le nostre preoccupazioni, le nostre prove, le nostre gioie è sempre tanto utile e bello. Si ritorna incoraggiate, illuminate e spronate a continuare e a far meglio.

La Signora Ispettrice insiste sull’insegnamento della lingua, l’osso duro delle nostre scuole. Qui il bambino parla sempre e solo il dialetto, per cui la conoscenza dell’italiano gli torna gravosa, difficile. Dice che la lettura deve avere il primo posto: tutti i giorni si deve far leggere. La maestra deve pretendere che l’alunno pronunci bene l’ultima sillaba per obbligarlo ad andare adagio.

Anche per l’arricchimento del comporre è necessario che l’alunno scriva ogni giorno qualche pensiero. Il diario dovrà essere sempre e soltanto l’espressione della vita vissuta del bambino; dovrà scriverlo soltanto quando ne sente il desiderio e perciò dovrà essere un esercizio di tutti i giorni.

Dà lettura poi di diverse circolari:

in caso di allarme si deve stare in classe e lasciare uscire solo quegli alunni i cui genitori vengano a richiederli.

I libri di Stato usciranno quanto prima e bisognerà acquistarli.

Legge poi una lunga circolare sui doveri che incombono sulla Scuola nella tragica ora presente. La scuola deve essere in questo doloroso periodo di prova elemento di forza costruttiva.

20 gennaio

Il timore che la prolungata sosta recasse danno ai miei scolari, ha fatto si che me li chiamassi a casa a gruppetti di 8-9 a turno, una volta ogni settimana per vedere il loro lavoro. Non sono venuti tutti, ma di quelli che si sono presentati sono rimasta abbastanza soddisfatta.

Insieme ho fatto qualche dettatino e li ho avviati alla compilazione di brevi diari scritti.

 

22 gennaio 1945

Questa mattina mi sono vista ricomparire in classe due alunni che avevano traslocato  in un paese vicino. Io, seguendo le istruzioni del registro, li avevo già cancellati con inchiostro rosso.

Siccome il paese è sottoposto ad incursioni nemiche, le famiglie hanno preferito proporre ai figlioli il sacrificio di qualche chilometro di più di percorso piuttosto che saperli in pericolo. I compagni hanno fatto loro festa e i due scolaretti hanno ripreso il loro posto con la massima naturalezza. Anch’io ho lodato la loro buona volontà ed ho vivamente raccomandato di studiare molto  per non rendere inutile il loro sacrificio.

26 gennaio

Oggi non si è svolto l’orario stabilito causa la continua e fitta nevicata, s’è fatto ripasso e disegno. La scuola era quasi deserta.

L’abbondante nevicata ha bloccato gli alunni; sono presenti soltanto 17.

29 gennaio

Il freddo è intensissimo, ma gli scolaretti lo hanno coraggiosamente affrontato. Anche i due più lontani sono giunti coperti di brina, a piedi, felici di mostrare la loro fedeltà al dovere. Vedendoli penso non senza commozione a quanto facevo io, alla loro età, quando per frequentare la quarta al capoluogo, venivo dalla frazione a piedi, imbacuccata in un ampio mantello e desideravo segretamente il brutto tempo per far vedere alla mia impareggiabile maestra Bignamini quanto volessi bene alla scuola.  

1 febbraio

La sosta ha fatto bene. Le menti nel riposo si sono maturate. A casa hanno lavorato, molti sono stati curati. Sono abbastanza soddisfatta.

Si sono aggiunte due nuove scolarine, sfollate in seguito ai bombardamenti. Una è rimasta senza casa. È ancora tutta impaurita. Tutte e due hanno perduto l’anno e fino ad ora non avevano frequentato.

5 febbraio

La sincerità è virtù poco conosciuta tra le bambine, forse perché nelle famiglie si dà poca importanza ad una bugia. Sgriderò severamente per ogni bugia e loderò e premierò la sincerità. C’è già tanta falsità nel mondo!

13 febbraio

Il carnevale di guerra non ha impedito di parlare delle maschere specialmente di Arlecchino. Ho raccontato la sua storia, ne ho fatto il disegno alla lavagna e si sono divertiti un mondo quando ho rivestito un alunno del costume della bella maschera.

15 febbraio

Lo studio della geografia comincia ad interessare: parliamo da parecchio tempo della nostra provincia e le nozi0ni relative le cerchiamo insieme, partendo dallo studio del Comune. I bambini ogni mattina nel periodo dell’ingrasso, si soffermano volentieri davanti alle carte topografiche della provincia e fanno osservazioni e ricerche. Sono stati incaricati di informarsi presso i loro papà dell’origine dei nostri canali e le notizie raccolte non sempre collimano. A me non è stato possibile trovare appunti sicuri ed ampi riguardanti i nostri corsi d’acqua artificiali.

Lo studio della Storia invece quest’anno non ha ancora avuto un indirizzo sicuro.

Avevamo iniziato per sommi capi lo studio della Storia romana coll’intenzione di arrivare a quella  contemporanea per poi innestarvi la storia del Comune, della Provincia, della Regione. Poi ho tralasciato, perché tale studio avrebbe assorbito troppo tempo ed io sono assillata dalla Lingua e dalla lettura.

Dal 17 novembre le lezioni sono state ridotte a tre ore giornaliere e il tempo vola inesorabile.

In questo mese però mi propongo di dare a questa importante materia il posto che si merita nello svolgimento del programma.

16 febbraio

È mancato sulla cattedra un cannello di gesso; io immagino chi l’ha preso. Domani mi servirò di questo fatto per insegnare alle mie alunne a rispettare la roba altrui. Insisterò perché la colpevole confessi il suo fallo e si corregga del brutto vizio.

17 febbraio

Ho preso occasione dalla lettura d’un bel racconto del libro di lettura: Dio vede tutto.

Dio ha visto anche colei che ha preso il gesso. Ho narrato un fatto emozionante tolto dal libro di quarta. Le bimbe sono rimaste impressionate. Finita la scuola, uscite le alunne, una giovinetta, la sfollata. È rimasta in classe, mi ha mostrato il gesso preso, l’aveva rubato per giocare a tombola la domenica. Mi promise che mai più avrebbe rubato.

2 marzo

Ritorno all’orario normale dalle 9 alle 12 dalle 14 alle 16. Siamo tutte contente.

Quali notevoli progressi ci ripromettiamo da un’intera e buona giornata di scuola!

Causa le continue incursioni il R. Provveditore raccomanda quest’orario: dalle 8 ½  alle 11 ½, dalle 13 alle 15 che noi subito adottammo e che è convenientissimo.

18 marzo

Dopo tante incertezze, per il timore di mettermi in contrasto col programma che propone la storia del Comune e della Provincia soltanto, ho messo mano allo studio della Storia romana.

L’ho fatta per sommi capi, ma l’ho vivificata con letture relative e gli alunni si sono entusiasmati per le gesta degli antichi romani ed hanno goduto e godono delle conquiste di Roma. Così con diverse lezioni di seguito siamo giunti all’Impero di Augusto, al periodo della pace feconda durante la quale si avvera il più grande fatto della storia del mondo: la nascita di Cristo.

Passiamo così a parlare della donazione di terre ai veterani, delle grandiose opere di bonifica che i coloni romani compiono anche nella nostra Lombardia e mettiamo in relazione tali fatti con l’origine romana di alcune delle nostre frazioni. Seguendo poi la storia che il Cattagni fa di Cremona, abbiamo parlato a suo tempo della nostra città durante la discesa di Annibale (222 av. C.) dalle Alpi e veniamo a conoscere in quali condizioni si trovasse Cremona al tempo di Augusto. Tuffandoci nella storia gloriosa del passato, dimentichiamo per qualche istante le dolorosissime vicende odierne e ci confortiamo pensando che se gl’italiani vorranno seguire le orme degli avi potranno vedere risorgere la loro Patria, terra invitta di eroi e di martiri.

28 marzo

È Pasqua! Gesù risorto ci porti la pace.

29 marzo

Ho chiesto lo sdoppiamento e mi è stato negato: ne ho provato dolore! Anche fisicamente sto troppo poco bene e sento bisogno di un po’ di sollievo.

I ragazzi si fanno molto irrequieti: forse è la mia salute che lascia loro poco freno, forse sono i bombardamenti sui paesi vicini che li agitano. Il continuo passaggio di apparecchi, le picchiate, gli scoppi che fanno tintinnare i vetri in modo impressionante, mette in loro paura ed irrequietezza.

Il programma va un poco a rilento.

15 aprile

La bella stagione porta in classe un’ondata di letizia e di vita. I vasetti dei fiori si moltiplicano e ornano anche il leggio di parecchi banchi.

25 aprile

Il passaggio di truppe tedesche ci obbliga a sospendere, provvisoriamente, le lezioni. Ci rivedremo liberi!!

Oggi i numerosi aeroplani ed una compagnia di tedeschi che s’è fermata in piazza ci ha costretti a lasciare a casa i bimbi.

Ordini dai nostri superiori non ne vengono, ma trovo temerario il continuare la scuola: affacciandomi alla finestra vedo una colonna di tedeschi, armati fino ai denti, in ritirata, dirigersi verso la piazza. Invito le colleghe nel corridoio e tutte ci comunichiamo le nostre impressioni. A scanso di gravi responsabilità decidiamo di rimandare immediatamente le scolaresche. Sono circa le 10 e 30.

 

2 maggio. La guerra è finita. Deo gratias!

 

7 maggio

Oggi si sono riaperte le scuole. Finalmente si gode un’aura di tranquillità e di pace. Farò notare ai piccoli l’eroismo grande dei nostri bravi partigiani che ci hanno ridato l’Italia libera.

Riprendiamo il nostro lavoro dopo la breve sosta; quante cose hanno da raccontarmi i miei piccoli! Anche loro sentono che questa è l’ora decisiva par la nostra Patria!

I loro giochi consistono nella lotta tra partigiani e tedeschi; è bello ed interessante osservarli.

Sembrano passati mill’anni dal nostro ultimo incontro! Quanta storia (e che storia!) nel giro di pochi giorni! I nostri coraggiosi ed ardenti Patrioti hanno liberato l’Italia settentrionale dall’odiosa prepotenza tedesca e tutto questo dal 25 al 30 aprile. Quanto entusiasmo e quale spirito di sacrificio in quei generosi figlioli! Essi ci hanno anche risparmiato da desolanti distruzioni poiché ogni tedesco in ritirata è una belva ferita a morte! Anche il nostro paese fu validamente difeso dai nostri Patrioti ben organizzati, ed il Signore preservò il paese da terribile distruzione poiché la frazione fu invasa da più di 500 soldati tedeschi armati fino ai denti e decisi a seminare rovina e morte nel “paese dei partigiani”. I nostri figlioli furono costretti a fuggire nella campagna, ma un forte gruppo di Patrioti, venuti in camion da un paese vicino, su cui vi era anche un Russo che tra noi, poveretto, trovò la morte, bastò a far temere ai tedeschi nuovi rinforzi ed a volgerli in fuga.

Tutte le mie scolarine, specialmente quelle della frazione minacciata, che hanno passato ore di terrore, vogliono parlare, hanno molte cose da raccontare.

Tutte però sono pervase dall’ondata d’indipendenza e di libertà che risveglia i nostri cuori ed attendo dalla scuola un indirizzo nuovo.

Maggio 1945

C’è stata una sosta nella mia cronaca, parecchi motivi non mi hanno permesso di continuarla con costanza: la salute (dovevo mettermi a letto subito dopo la scuola) i fatti politici, la guerra che è passata dal nostro paese e che ha lasciato, anche se per pochi giorni, la sua impronta.

Ora abbiamo ripreso, dopo la breve sosta, con buona volontà.

Quanto hanno da raccontare i miei piccoli!

Chi vuol parlare della bandiera, bianca, issata sulla torre.

Chi ha visto a disarmare i tedeschi!

Chi ha visto il cannone e le mitragliatrici piazzate nelle contrade di Aspice.

- Io avevo i tedeschi in casa.

- A me hanno portato via la bicicletta.

- Io ho visto quando hanno fucilato il “russo”.

Non la finirebbero più se non mettessi un freno. Ma la lezione non può continuare a lungo, perché non hanno detto tutto ( i bimbi sono tanto concreti) e la interrompono e continuano a voler dire.

Il padre di un alunno ha riportato nella lotta, una ferita grave ad un braccio causando la perdita della mano.

15 maggio

Alcuni alunni, sfollati tornano in città. Mi spiace, perché sono elementi discreti che davano all’ambiente un certo brio che lo rendeva festoso.

Quanti posti vuoti mi si fanno intorno! Ciò mi da un senso di smarrimento.

21 maggio

Anche i nostri fanciulli subiscono le tragiche conseguenze della guerra; un alunno di quinta è rimasto vittima dell’esplosione di una bomba, questa mattina, nella nostra chiesa, si è celebrata una S. Messa di suffragio per la sua anima.

Tutti gli alunni erano presenti.

Oggi tutte le scolaresche hanno assistito alla S. Messa fatta da loro celebrare in suffragio del loro compagno di quinta classe, vittima dello scoppio d’una bomba. Il triste fatto li ha impressionati. Alcune parole pronunciate dal Sig. Parroco in chiesa ed un breve discorso fatto dal Sig. Maestro di quinta classe li scosse, compresero che le armi non si devon toccare e che muoiono anche i bimbi e che solo il bene si porta Lassù.

11 giugno

Nonostante l’intenso lavorio dei bachi e campestri la scuola è regolarmente frequentata. Nella prima mezzora in cui il caldo è snervante si fa disegno o si tengono occupate le bambine in qualche cosa di piacevole.

 

14 giugno

Ultimo giorno di scuola: domani chiusura dopo la S. Benedizione per ringraziare il Signore dei benefici concessici in questo burrascoso anno scolastico.

16 giugno. Funzione di chiusura della scuola.

Alunni ed insegnanti abbiamo assistito ad una S. messa di ringraziamento al Signore che ci ha protetto ed assistito in quest’anno tanto disastroso. Il Signor Parroco dopo un paterno discorso ai piccoli per incoraggiarli a mantenersi buoni a non commettere monellerie e cattiverie, ha impartito a tutti la Santa benedizione.

Dopo aver ricevuto istruzioni per i compiti delle vacanze le mie piccole hanno preso il volo. Torneranno il 14 a prendere gli attestati.

 

Altre voci

22-1-45 -

Abbiamo avuto la visita di due soldati di passaggio che hanno voluto passare a salutare. Hanno voluto conoscere un alunno e farsi raccontare come aveva fatto a rubare la lana alle pecorine per la giornata del fiocco. Hanno voluto sentire la preghiera che i  miei bambini recitano ogni giorno per l’Italia. Sono partiti invitando i bambini ad essere bravi e ad imparare ad amare e rispettare sempre i soldati d’Italia.

 23-2-XXIII

È caduto in un duello (se così si può chiamare l’impari lotta di uno contro sette), un apparecchio tedesco assalito al ritorno da una missione di guerra. I due piloti sono feriti: uno di essi è un valoroso ufficiale decorato, l’altro un giovane maresciallo. Che tormento vederlo in fiamme, vedere l’impazzare dei nemici che lo bersagliavano di colpi! Povera gente! Alla nostra terra, ai nostri campi appena liberi dalla neve fu riservato l'onore di accogliere quel sangue di Eroi, di udire i palpiti di quei cuori generosi e, chissà, di far loro men dura l’agonia.

26-2-XXIII

Prima passeggiata. Ma siamo stati quasi costantemente nel fosso perché gli apparecchi mitragliavano da poco lontano.

 

28-2-XXIII

Tutt’oggi è continuato il passaggio dei bombardieri. La scolaresca è nervosa e il far scuola, anche per me, è oggi un tormento. Tante cose vorrei fare, vorrei dire per fermare la morte che passa nel cielo, e mi pare di sciupare la mia giovinezza appassionata e fremente, stando quaggiù, mentre passano rombando i bombardieri, mentre nessuno freme del mio ardore, mentre tutti sopportano passivi o piagnucolosi la sorte che un tradimento ci ha riservato. O sommo Iddio, salva Tu la nostra Patria! Tu che lo puoi!

6 marzo

Oggi è venuto un soldato tedesco della Felgendarmeria del paese vicino a visitare la mia scuola. ha la moglie che insegna in una prima e seconda come me ed una bambina che frequenta la prima. Parla molto bene l’italiano. Ha voluto vedere di che materiale mi servivo per insegnare a leggere e scrivere; ha intrattenuto i miei bambini facendoli molto parlare, guardando loro i quaderni, le figurine, i pensierini. I miei bambini sono molto entusiasti ed ora, penso, ogni volta che vedranno un soldato tedesco non avranno più paura e non lo guarderanno con quegli occhi sbarrati, pieni già di lacrime, che avevano i primi giorni.

10 marzo

Prima gita all’aperto per constatare i progressi della primavera. È stata interrotta dal passaggio di numerosissimi apparecchi. Molto spavento e formale promessa di non uscire più, altro che per andare in luoghi molto vicini e al riparo.

27 marzo

Da una quindicina di giorni mostro ogni tanto la carta d’Italia ed i bambini vanno prendendo famigliarità con essa. Vi sanno già ritrovare i monti più importanti, i fiumi, i mari, le città, e soprattutto, insistendo nel parlare dell’Italia si va facendo sempre più profondo il sentimento d’amore e di ammirazione verso la nostra Patria così bella.

7 aprile

I miei bambini hanno fatto dei disegnini stupendi per illustrare la partenza del soldato tedesco che li aveva una volta visitati. Ho sentito il bisogno spedirgliene una decina, pregandolo di mandare due righe ai miei bambini. Spero mi ascolterà. Chissà che festa!

27 aprile-7 maggio 45

Le scuole sono sospese. Gli eventi bellici precipitano. L’Insurrezione, l’ansia di tanti mesi che diviene realtà, prima; poi una festa del lavoro veramente popolare ed unanime, indi la fine di ogni ostilità.

7 maggio

Non più la torbida ed offuscata atmosfera di 12 giorni fa ma un’atmosfera limpida di pace e serenità. La guerra è finita; abbiamo la pace. Pare un sogno.

La burrasca è ormai passata; una nuova aurora più fulgida e radiosa si profila sul cielo dell’Italia libera.

9 maggio: Ripresa delle scuole.

È l’1 e ½ : entrano i miei piccoli di I classe. Una cinquantina di vispi occhietti sono fissi su di me con una certa aria interrogativa.

-         Una nuova maestra? Perché?

Ne spiego il motivo e noto il vivo dispiacere dei piccoli per la malattia della Signorina a cui senz’altro sono affezionatissimi.

10 maggio- Stamane le mie piccole hanno accolto con grande entusiasmo l’idea di scrivere una letterina alla loro maestra. Nei loro cari lavorucci ho scorto il loro profondo rincrescimento e tutta la comprensione e l’affetto che nutrivano, più che giustamente e meritatamente, verso di Lei.

 

 

Tema di un’alunna di quinta:

“Una bella pagina di diario”

 

Il mese scorso è arrivata mia cugina con la sua bambina a sbozzolare. Appena arrivata sono andata a giocare con la mia cuginetta; ma ecco la mamma mi chiamò a sbozzolare, io andai subito. Appena messa al lavoro mia cugina cominciò a raccontare del suo marito in soldato, nella lontana Cefalonia dove fu tanta distruzione. Io le domando sempre, quando viene, del suo marito, le dico :- Ti ha scritto?

Ma lei comincia subito a piangere. Delle volte domando alla sua bambina e le dico :- Dov’è tuo babbo?

Lei mi risponde :- È in Cefalonia.

Mi ricordo ancora quando è venuto a trovarmi con la sua bambina prima di andare soldato. Ed ora sono tre anni che non viene più. Noi siamo molto malcontenti perché non viene a casa. Io prego sempre il signore che lo faccia ritornare presto sano e salvo, per vedere ancora la sua famiglia.

Appendice

Ora che l’Italia è liberata, ci aiuti il Signore a formare gl’italiani.

 

Tema : “Una bella pagina di diario”

Era una giornata di agosto. Io, mio papà, mia mamma e mia zia, dovevamo andare al campo. Mio papà attaccò il somarello al carretto, prendemmo con noi la merenda e un fiasco di acqua. Arrivati al campo il papà attaccò il somarello alla zappatrice e cominciò a zappare. Io rimasi alla capanna. Lì fuori c’era un mastello. Io presi il fiasco e cominciai a vuotare acqua sul mastello la quale andava a finire in ruscelletti da me preparati. Intanto il fiasco era vuoto. Raggiunse il babbo il quale mi domandò dov’era l’acqua e trovato il fiasco vuoto mi picchiò severamente che quasi morivo perché ero già ammalato di pertosse. Mi portarono a casa e mi curarono dandomi due iniezioni al giorno. Ho sofferto quel giorno ma ci fosse ancora il mio caro papà anche a battermi. Ci sarà ancora il mio caro papà? Oppure avrà lasciato la vita sul campo di battaglia combattendo contro i comunisti?* Se ci fosse a casa ci farebbe compagnia alla sera e così invece non abbiamo nessuno.

* la maestra corregge, cancella “comunisti” e  sostituisce con “fascisti”.

 


       



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Ricordando El Che (di Deo Fogliazza) – 15 Settembre, 2002
E Bobo si infuriò *Annulliamo le primarie* (di Sergio Staino) – 15 Settembre, 2002
A proposito di bavagli (di Bruno Tinti dal Blog L*Antefatto) – 15 Settembre, 2002
Papi girls in a Papi world – 15 Settembre, 2002
La stalla da un racconto di Giannino Aletti – 15 Settembre, 2002

Precedenti:
il 25 aprile 45 a Cremona: giorni di vita vissuta – 15 Settembre, 2002
Diario Scolastico 1943-1944 Siamo al quarto anno di guerra ( di Franco Guindani) – 15 Settembre, 2002
11 settembre 1973- 11 settembre 2008 A Salvador Allende di G.C.Storti – 15 Settembre, 2002
Tre parroci in gamba di Massimo Negri  – 15 Settembre, 2002
La candela che brucia da tutte due le parti (di Giorgino Carnevali) – 15 Settembre, 2002


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 Il Punto
44°Rapporto Censis. Un inconscio collettivo senza più legge, né desiderio ( di Gian Carlo Storti)
Le Considerazioni generali introducono il Rapporto sottolineando come la società italiana sembra franare verso il basso


 La biblioteca di welfare
Verso il destino, con la vela alzata
Lo ricordo qui con un brano tratto dalla sua rubrica “Colloqui col padre"


 Scuola... parliamone!
Ata. Sottoscritto il contratto per il compenso una tantum di 180 euro
Il Miur prevede il pagamento nel mese di febbraio 16/12/2010


 Welfare Per Te
COMPLETATA LA CONSEGNA DELLE STUDENT E UNIVERSITY CARD
E' stata completata in questi giorni la consegna, negli istituti superiori cittadini e nellele sedi universitarie, delle student e delle card.

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