15 Settembre, 2002
Diario Scolastico 1944-1944 Siamo al quinto anno di guerra ( di Franco Guindani)
Ed è bella la vita trascorsa con questi frugoli che ci assorbono completamente e ci fanno dimenticare, momentaneamente, la tragica ora che viviamo.
Diario Scolastico 1944-1944 Siamo al quinto
anno di guerra ( di Franco Guindani)
Ed è bella la vita trascorsa con questi frugoli
che ci assorbono completamente e ci fanno
dimenticare, momentaneamente, la tragica
ora che viviamo.
1944 – 1945
Ed è bella la vita trascorsa con questi frugoli
che ci assorbono completamente e ci fanno
dimenticare, momentaneamente, la tragica
ora che viviamo.
18 ottobre
Quest’anno, data la grande scarsità di materiale
scolastico (anche presso i rivenditori) ho
adottato un quaderno unico per la lingua,
su cui scrivono dettati, pensieri, compiti,
poesiole, ecc. ed uno a quadretti per l’aritmetica.
Si abituano così ad usare diligenza sempre.
L’autunno si fa sentire e vedere. Disegno
sulla lavagna una pianta con foglie ingiallite,
un grappolo d’uva; fiori e frutta di stagione.
Come sarebbe bello uscire dall’aula per ammirare
nel sole il quadro meraviglioso che Dio ci
dipinge in questo mese! Il timore di rimanere
sorpresi per la strada dagli apparecchi che
sorvolano ogni momento il nostro cielo, non
lo permette e così le osservazioni sono fatte
per ricordo.
6 novembre
Avrei voluto condurre le mie scolarine spesso
all’aperto, come gli scorsi anni, per apprendere
dalla natura tante belle nozioni; ma il passaggio
degli apparecchi le terrorizza perciò ho
preferito far portare in classe materiale,
(foglie ingiallite e disseccate) far osservare
dalla finestra o nella via, quando vengono
o tornano dalla scuola, i fenomeni della
stagione in cui siamo.
13 novembre
Una sfollatina venuta da Cremona, ci lascia
per ritornare alla sua scuola. È una scolarina
sensibilissima, intelligente e volonterosa,
a cui mi ero già affezionata. È bene però
che ritorni fra i suoi cari poiché attraverso
all’espressione triste del suo visetto, s’intuiva
la sua sofferenza per la forzata separazione.
17 novembre
Iniziamo oggi il nuovo orario; non è possibile
il riscaldamento di tutte le aule ed io farò
lezione nel pomeriggio. L’orario è ridotto;
intensificherò il lavoro e, se mi atterrò
soltanto a ciò che ha importanza nello svolgimento
del nostro programma, non trascurerò quei
particolari che mi possono rivelare i buoni
sentimenti dei miei scolarini. Ogni occasione
mi servirà per studiare l’indole dei miei
piccoli, per spronarli al bene o per correggerne
i difetti.
Un’altra sfollatina di Cremona ha dovuto
lasciare con vivo dispiacere la scuola per
tornare con la mamma in città.
20 novembre
Il freddo comincia a farsi sentire sul serio.
Non si può più lavorare al freddo, si devono
far accendere le stufe. Per insufficienza
di mezzi di riscaldamento, col permesso dei
Superiori, siamo costretti a ridurre l’orario,
poiché ogni aula verrà occupata al mattino
da una classe e al pomeriggio da un’altra:
la quinta, le due quarte e la terza avranno
lezione al mattino dalle 9 alle 12, e le
due seconde e la prima, al pomeriggio dalle
13 alle 16. L’orario è molto ridotto: attenta
a non perdere tempo.
La mia classe va al pomeriggio dalle 13 alle
16. Sono tre ore di insegnamento invece di
cinque, però lavorando con buona volontà
le piccolo progrediscono ed il programma
verrà svolto benissimo.
1 dicembre
Occasionalmente oggi abbiamo parlato della
bandiera.
Ho esposto il relativo quadro. Com’è piaciuto!
Poiché mi sembrava troppo piccola ne ho disegnata
una grandissima sulla lavagna e mentre la
facevo dicevo il nome delle singole parti,
lo facevo ripetere e lo scrivevo: asta, lancia,
drappo.
Ho insegnato che l’asta è di legno, la lancia
di ottone, il drappo può essere di tela,
di seta o di lana. Ho fatto trarre da loro
per una lunga via di induzioni il perché
dei tre colori e, quando è entrata per combinazione
una collega, hanno saputo ripetere che il
bianco è il colore della neve delle Alpi,
il verde è dei prati, il rosso è del sangue
degli Eroi.
- E quello in mezzo? – mi hanno chiesto indicando
lo stemma sabaudo. Io non l’avevo ancora
cancellato, perché avrei dovuto fare una
macchia d’inchiostro della quale non avrei
saputo dare la spiegazione. Non ho avuto
la forza di dire nemmeno cosa fosse in realtà
( i piccoli non avrebbero capito, avrebbero
portato a casa una nozione sconclusionata
che sarebbe stata, probabilmente, fraintesa).
Ho detto semplicemente che era un ricamo
del quale si poteva anche far senza ed io,
per la prima, sulla lavagna non l’ho fatto.
Quale stringimento ho sentito nel cuore!
Che diranno di me i miei piccoli quando dalla
Storia verranno a sapere la cruda realtà?
La lezione è piaciuta ed è riuscita vivace.
Molti sulla lavagnetta hanno disegnata e
colorata una bandiera mettendo la nomenclatura
al dovuto posto.
Hanno scritto con gioia : “ Patria – Italia”.
2 dicembre
Si è presentata alla scuola una sfollata
di 15 anni che ha frequentata la prima classe
chissà da quanto tempo. È assai scarsa d’intelligenza,
ma attenta e volonterosa; se ne sta intimidita
tra le piccole; incoraggiata parla con accento
forestiero perciò attira l’attenzione.
In principio i suoi abiti erano trasandati
e sciatti, ora ad ogni strappo ripara subito
e si presenta più ordinata e dignitosamente
vestita.
Il nuovo programma di storia e geografia
riesce molto utile ed interessante, perché
porta alla minuta conoscenza della conformazione
e della storia del paese e della provincia
con particolare riguardo alle personalità
e alle tradizioni storiche.
5 dicembre
Gli apparecchi continuano a rombare sulle
nostre scuole e mettono in apprensione le
mie piccole che ad ogni rumore di mitragliamento
sussultano spaventate, per quanto mi mostri
serena e tranquilla. Qualche volta interrompiamo
le lezioni per allinearci lungo le pareti.
La frequenza è al completo, nonostante il
continuo passaggio di aerei nemici che turba
non poco la tranquillità del nostro paese,
fuori dall’ambito di qualsiasi obbiettivo.
7 dicembre
Sebbene il nostro sia un paese molto frazionato,
nonostante le continue incursioni aeree,
pure la frequenza di tutte le scolaresche
è totalitaria. In certi giorni però, il lavoro
della scuola è continuamente disturbato,
o dal rombo dei motori, o dal rumore cupo
e spaventoso di bombe che scoppiano, poco
lontano.
Le mie scolarine allora impallidiscono ed
io le invito a schierarsi lungo le pareti,
poste ai lati delle finestre. Insieme preghiamo,
poi, più o meno serenamente, ritorniamo al
lavoro.
10 dicembre
Natale si avvicina. Nella vita della scuola
è entrata una festosa nota, di trepida attesa,
soffusa di bontà. Le mie scolarine cantano
con gioia le pastorali che già sanno, ed
una nuova, insegnata dalla suora maestra
d’asilo, e registrano le piccole vittorie
di ogni giorno.
Chissà che Gesù Bambino porti, nel povero
mondo dolorante e sconvolto, il grande dono
della pace.
13 dicembre: S. Lucia, festa dei bimbi!
Nonostante i sacrifici e le privazioni portate
dal triste attuale stato di guerra, le mie
scolarine hanno ricevuto dai loro buoni genitori,
modesti, ma graditi doni: articoli di abbigliamento,
libri, oggetti scolastici, pochi dolciumi
e molta frutta. Vengono in classe raggianti
e, spontaneamente offrono con molta generosità
alle due compagne, che non ricevettero nulla.
Ricordano anche, senza il mio intervento
poiché l’iniziativa non è nuova, le vecchiette
ed un vecchietto povero ed ammalato del paese:
cominciano a gustare, alcune, le gioie della
carità ed a sentirsi felici di poter donare.
Sia ringraziato e glorificato il Signore!
15 dicembre
Le vacanze anticipate e che tanto si prolungheranno
mi lasciano titubante sull’esito del lavoro
appena iniziato. Si cominciava ora ad affiatarsi
ed ad orizzontarsi nel nuovo metodo. Dovrò
ricominciare alla fine di gennaio? Andrà
perduto questo tempo? Che peccato!
Due brave scolarette ci lasciano per sempre.
La prima, orfana di guerra, andrà con la
mamma a stabilirsi dai nonni, e la seconda,
una sfollatina di Milano, ritornerà colla
zia presso i parenti. Il desiderio di novità
le rallegra e ci salutano abbastanza liete,
ma … che pena provo io nel lasciarle! Ricevetti
la prima in prima classe, quando c’era ancora
il suo buon babbo, che con me si rallegrava
d’ogni suo successo scolastico. È una scolarina
timida, ma intelligente, affezionata e volonterosa.
Ricevetti l’altra in seconda classe, nei
primi mesi di scuola. è una ragazzina intelligente,
vivacissima, molto leale e sbrigativa ed
assai volonterosa. Confessa i suoi sbagli
con grande pena, ma con molta sincerità.
Per riuscir bene negli esercizi linguistici
scritti, sa raccogliersi e riflettere con
una serietà da donnina.
Il Signore le benedica e le preservi dal
male!
16 dicembre
Per mezzo della collega che insegna in terza
classe, ho mandato alla signora Direttrice
le offerte di noi insegnanti per gli sfollati
e sinistrati, e quelle degli scolari per
i soldati: £ 164.
Oggi è stato l’ultimo giorno di scuola. si
riprenderanno le lezioni il 22 gennaio 1945.
La notizia dell’anticipazione delle vacanze
natalizie, prolungate fino al 22 gennaio mi ha non poco
turbato. Mi manca così il tempo materiale
di consegnare i compiti e di far compitare
la letterina d’augurio.
Gli alunni verranno anche lunedì per tale
lavoro; mi sono proposta di chiamare per
gruppi a casa mia, una volta alla settimana
gli scolari per seguirli nell’esecuzione
dei compiti, per cambiare i libri della biblioteca
e per sentirli leggere.
27-31 dicembre 1944
In questa settimana, in quattro riprese,
ho ricevuto i miei scolari; solo tre, i più
negligenti, hanno disertato. Nell’accogliente
stanzetta riscaldata i bambini si sono trovati
a loro agio: li ho sentiti leggere, mi hanno
riassunto oralmente il brano letto, abbiamo
ripassato grammatica e qualche nozione di
geometria. Parecchi sono assistiti a casa
e mostrano con compiacenza quanto hanno fatto;
molti invece sono lasciati a sé ed hanno
fatto ben poco.
4 gennaio
Sfidando il freddo eccessivo e il pericolo
degli apparecchi, stamattina abbiamo partecipato
al convegno magistrale indetto dalla Signora Ispettrice e dalla
Sig.na Direttrice.
Il ritrovarci insieme, il poter dirci le
nostre preoccupazioni, le nostre prove, le
nostre gioie è sempre tanto utile e bello.
Si ritorna incoraggiate, illuminate e spronate
a continuare e a far meglio.
La Signora Ispettrice insiste sull’insegnamento
della lingua, l’osso duro delle nostre scuole.
Qui il bambino parla sempre e solo il dialetto,
per cui la conoscenza dell’italiano gli torna
gravosa, difficile. Dice che la lettura deve
avere il primo posto: tutti i giorni si deve
far leggere. La maestra deve pretendere che
l’alunno pronunci bene l’ultima sillaba per
obbligarlo ad andare adagio.
Anche per l’arricchimento del comporre è
necessario che l’alunno scriva ogni giorno
qualche pensiero. Il diario dovrà essere
sempre e soltanto l’espressione della vita
vissuta del bambino; dovrà scriverlo soltanto
quando ne sente il desiderio e perciò dovrà
essere un esercizio di tutti i giorni.
Dà lettura poi di diverse circolari:
in caso di allarme si deve stare in classe
e lasciare uscire solo quegli alunni i cui
genitori vengano a richiederli.
I libri di Stato usciranno quanto prima e
bisognerà acquistarli.
Legge poi una lunga circolare sui doveri
che incombono sulla Scuola nella tragica
ora presente. La scuola deve essere in questo
doloroso periodo di prova elemento di forza
costruttiva.
20 gennaio
Il timore che la prolungata sosta recasse
danno ai miei scolari, ha fatto si che me
li chiamassi a casa a gruppetti di 8-9 a turno, una volta ogni settimana per vedere
il loro lavoro. Non sono venuti tutti, ma
di quelli che si sono presentati sono rimasta
abbastanza soddisfatta.
Insieme ho fatto qualche dettatino e li ho
avviati alla compilazione di brevi diari
scritti.
22 gennaio 1945
Questa mattina mi sono vista ricomparire
in classe due alunni che avevano traslocato in un paese vicino. Io, seguendo le istruzioni
del registro, li avevo già cancellati con
inchiostro rosso.
Siccome il paese è sottoposto ad incursioni
nemiche, le famiglie hanno preferito proporre
ai figlioli il sacrificio di qualche chilometro
di più di percorso piuttosto che saperli
in pericolo. I compagni hanno fatto loro
festa e i due scolaretti hanno ripreso il
loro posto con la massima naturalezza. Anch’io
ho lodato la loro buona volontà ed ho vivamente
raccomandato di studiare molto per non rendere inutile il loro sacrificio.
26 gennaio
Oggi non si è svolto l’orario stabilito causa
la continua e fitta nevicata, s’è fatto ripasso
e disegno. La scuola era quasi deserta.
L’abbondante nevicata ha bloccato gli alunni;
sono presenti soltanto 17.
29 gennaio
Il freddo è intensissimo, ma gli scolaretti
lo hanno coraggiosamente affrontato. Anche
i due più lontani sono giunti coperti di
brina, a piedi, felici di mostrare la loro
fedeltà al dovere. Vedendoli penso non senza
commozione a quanto facevo io, alla loro
età, quando per frequentare la quarta al
capoluogo, venivo dalla frazione a piedi,
imbacuccata in un ampio mantello e desideravo
segretamente il brutto tempo per far vedere
alla mia impareggiabile maestra Bignamini
quanto volessi bene alla scuola.
1 febbraio
La sosta ha fatto bene. Le menti nel riposo
si sono maturate. A casa hanno lavorato,
molti sono stati curati. Sono abbastanza
soddisfatta.
Si sono aggiunte due nuove scolarine, sfollate
in seguito ai bombardamenti. Una è rimasta
senza casa. È ancora tutta impaurita. Tutte
e due hanno perduto l’anno e fino ad ora
non avevano frequentato.
5 febbraio
La sincerità è virtù poco conosciuta tra
le bambine, forse perché nelle famiglie si
dà poca importanza ad una bugia. Sgriderò
severamente per ogni bugia e loderò e premierò
la sincerità. C’è già tanta falsità nel mondo!
13 febbraio
Il carnevale di guerra non ha impedito di
parlare delle maschere specialmente di Arlecchino.
Ho raccontato la sua storia, ne ho fatto
il disegno alla lavagna e si sono divertiti
un mondo quando ho rivestito un alunno del
costume della bella maschera.
15 febbraio
Lo studio della geografia comincia ad interessare:
parliamo da parecchio tempo della nostra
provincia e le nozi0ni relative le cerchiamo
insieme, partendo dallo studio del Comune.
I bambini ogni mattina nel periodo dell’ingrasso,
si soffermano volentieri davanti alle carte
topografiche della provincia e fanno osservazioni
e ricerche. Sono stati incaricati di informarsi
presso i loro papà dell’origine dei nostri
canali e le notizie raccolte non sempre collimano.
A me non è stato possibile trovare appunti
sicuri ed ampi riguardanti i nostri corsi
d’acqua artificiali.
Lo studio della Storia invece quest’anno
non ha ancora avuto un indirizzo sicuro.
Avevamo iniziato per sommi capi lo studio
della Storia romana coll’intenzione di arrivare
a quella contemporanea per poi innestarvi la storia
del Comune, della Provincia, della Regione.
Poi ho tralasciato, perché tale studio avrebbe
assorbito troppo tempo ed io sono assillata
dalla Lingua e dalla lettura.
Dal 17 novembre le lezioni sono state ridotte
a tre ore giornaliere e il tempo vola inesorabile.
In questo mese però mi propongo di dare a
questa importante materia il posto che si
merita nello svolgimento del programma.
16 febbraio
È mancato sulla cattedra un cannello di gesso;
io immagino chi l’ha preso. Domani mi servirò
di questo fatto per insegnare alle mie alunne
a rispettare la roba altrui. Insisterò perché
la colpevole confessi il suo fallo e si corregga
del brutto vizio.
17 febbraio
Ho preso occasione dalla lettura d’un bel
racconto del libro di lettura: Dio vede tutto.
Dio ha visto anche colei che ha preso il
gesso. Ho narrato un fatto emozionante tolto
dal libro di quarta. Le bimbe sono rimaste
impressionate. Finita la scuola, uscite le
alunne, una giovinetta, la sfollata. È rimasta
in classe, mi ha mostrato il gesso preso,
l’aveva rubato per giocare a tombola la domenica.
Mi promise che mai più avrebbe rubato.
2 marzo
Ritorno all’orario normale dalle 9 alle 12
dalle 14 alle 16. Siamo tutte contente.
Quali notevoli progressi ci ripromettiamo
da un’intera e buona giornata di scuola!
Causa le continue incursioni il R. Provveditore
raccomanda quest’orario: dalle 8 ½ alle 11 ½, dalle 13 alle 15 che noi subito
adottammo e che è convenientissimo.
18 marzo
Dopo tante incertezze, per il timore di mettermi
in contrasto col programma che propone la
storia del Comune e della Provincia soltanto,
ho messo mano allo studio della Storia romana.
L’ho fatta per sommi capi, ma l’ho vivificata
con letture relative e gli alunni si sono
entusiasmati per le gesta degli antichi romani
ed hanno goduto e godono delle conquiste
di Roma. Così con diverse lezioni di seguito
siamo giunti all’Impero di Augusto, al periodo
della pace feconda durante la quale si avvera
il più grande fatto della storia del mondo:
la nascita di Cristo.
Passiamo così a parlare della donazione di
terre ai veterani, delle grandiose opere
di bonifica che i coloni romani compiono
anche nella nostra Lombardia e mettiamo in
relazione tali fatti con l’origine romana
di alcune delle nostre frazioni. Seguendo
poi la storia che il Cattagni fa di Cremona,
abbiamo parlato a suo tempo della nostra
città durante la discesa di Annibale (222
av. C.) dalle Alpi e veniamo a conoscere
in quali condizioni si trovasse Cremona al
tempo di Augusto. Tuffandoci nella storia
gloriosa del passato, dimentichiamo per qualche
istante le dolorosissime vicende odierne
e ci confortiamo pensando che se gl’italiani
vorranno seguire le orme degli avi potranno
vedere risorgere la loro Patria, terra invitta
di eroi e di martiri.
28 marzo
È Pasqua! Gesù risorto ci porti la pace.
29 marzo
Ho chiesto lo sdoppiamento e mi è stato negato:
ne ho provato dolore! Anche fisicamente sto
troppo poco bene e sento bisogno di un po’
di sollievo.
I ragazzi si fanno molto irrequieti: forse
è la mia salute che lascia loro poco freno,
forse sono i bombardamenti sui paesi vicini
che li agitano. Il continuo passaggio di
apparecchi, le picchiate, gli scoppi che
fanno tintinnare i vetri in modo impressionante,
mette in loro paura ed irrequietezza.
Il programma va un poco a rilento.
15 aprile
La bella stagione porta in classe un’ondata
di letizia e di vita. I vasetti dei fiori
si moltiplicano e ornano anche il leggio
di parecchi banchi.
25 aprile
Il passaggio di truppe tedesche ci obbliga
a sospendere, provvisoriamente, le lezioni.
Ci rivedremo liberi!!
Oggi i numerosi aeroplani ed una compagnia
di tedeschi che s’è fermata in piazza ci
ha costretti a lasciare a casa i bimbi.
Ordini dai nostri superiori non ne vengono,
ma trovo temerario il continuare la scuola:
affacciandomi alla finestra vedo una colonna
di tedeschi, armati fino ai denti, in ritirata,
dirigersi verso la piazza. Invito le colleghe
nel corridoio e tutte ci comunichiamo le
nostre impressioni. A scanso di gravi responsabilità
decidiamo di rimandare immediatamente le
scolaresche. Sono circa le 10 e 30.
2 maggio. La guerra è finita. Deo gratias!
7 maggio
Oggi si sono riaperte le scuole. Finalmente
si gode un’aura di tranquillità e di pace.
Farò notare ai piccoli l’eroismo grande dei
nostri bravi partigiani che ci hanno ridato
l’Italia libera.
Riprendiamo il nostro lavoro dopo la breve
sosta; quante cose hanno da raccontarmi i
miei piccoli! Anche loro sentono che questa
è l’ora decisiva par la nostra Patria!
I loro giochi consistono nella lotta tra
partigiani e tedeschi; è bello ed interessante
osservarli.
Sembrano passati mill’anni dal nostro ultimo
incontro! Quanta storia (e che storia!) nel
giro di pochi giorni! I nostri coraggiosi
ed ardenti Patrioti hanno liberato l’Italia
settentrionale dall’odiosa prepotenza tedesca
e tutto questo dal 25 al 30 aprile. Quanto
entusiasmo e quale spirito di sacrificio
in quei generosi figlioli! Essi ci hanno
anche risparmiato da desolanti distruzioni
poiché ogni tedesco in ritirata è una belva
ferita a morte! Anche il nostro paese fu
validamente difeso dai nostri Patrioti ben
organizzati, ed il Signore preservò il paese
da terribile distruzione poiché la frazione
fu invasa da più di 500 soldati tedeschi
armati fino ai denti e decisi a seminare
rovina e morte nel “paese dei partigiani”.
I nostri figlioli furono costretti a fuggire
nella campagna, ma un forte gruppo di Patrioti,
venuti in camion da un paese vicino, su cui
vi era anche un Russo che tra noi, poveretto,
trovò la morte, bastò a far temere ai tedeschi
nuovi rinforzi ed a volgerli in fuga.
Tutte le mie scolarine, specialmente quelle
della frazione minacciata, che hanno passato
ore di terrore, vogliono parlare, hanno molte
cose da raccontare.
Tutte però sono pervase dall’ondata d’indipendenza
e di libertà che risveglia i nostri cuori
ed attendo dalla scuola un indirizzo nuovo.
Maggio 1945
C’è stata una sosta nella mia cronaca, parecchi
motivi non mi hanno permesso di continuarla
con costanza: la salute (dovevo mettermi
a letto subito dopo la scuola) i fatti politici,
la guerra che è passata dal nostro paese
e che ha lasciato, anche se per pochi giorni,
la sua impronta.
Ora abbiamo ripreso, dopo la breve sosta,
con buona volontà.
Quanto hanno da raccontare i miei piccoli!
Chi vuol parlare della bandiera, bianca,
issata sulla torre.
Chi ha visto a disarmare i tedeschi!
Chi ha visto il cannone e le mitragliatrici
piazzate nelle contrade di Aspice.
- Io avevo i tedeschi in casa.
- A me hanno portato via la bicicletta.
- Io ho visto quando hanno fucilato il “russo”.
Non la finirebbero più se non mettessi un
freno. Ma la lezione non può continuare a
lungo, perché non hanno detto tutto ( i bimbi
sono tanto concreti) e la interrompono e
continuano a voler dire.
Il padre di un alunno ha riportato nella
lotta, una ferita grave ad un braccio causando
la perdita della mano.
15 maggio
Alcuni alunni, sfollati tornano in città.
Mi spiace, perché sono elementi discreti
che davano all’ambiente un certo brio che
lo rendeva festoso.
Quanti posti vuoti mi si fanno intorno! Ciò
mi da un senso di smarrimento.
21 maggio
Anche i nostri fanciulli subiscono le tragiche
conseguenze della guerra; un alunno di quinta
è rimasto vittima dell’esplosione di una
bomba, questa mattina, nella nostra chiesa,
si è celebrata una S. Messa di suffragio
per la sua anima.
Tutti gli alunni erano presenti.
Oggi tutte le scolaresche hanno assistito
alla S. Messa fatta da loro celebrare in
suffragio del loro compagno di quinta classe,
vittima dello scoppio d’una bomba. Il triste
fatto li ha impressionati. Alcune parole
pronunciate dal Sig. Parroco in chiesa ed
un breve discorso fatto dal Sig. Maestro
di quinta classe li scosse, compresero che
le armi non si devon toccare e che muoiono
anche i bimbi e che solo il bene si porta
Lassù.
11 giugno
Nonostante l’intenso lavorio dei bachi e
campestri la scuola è regolarmente frequentata.
Nella prima mezzora in cui il caldo è snervante
si fa disegno o si tengono occupate le bambine
in qualche cosa di piacevole.
14 giugno
Ultimo giorno di scuola: domani chiusura
dopo la S. Benedizione per ringraziare il
Signore dei benefici concessici in questo
burrascoso anno scolastico.
16 giugno. Funzione di chiusura della scuola.
Alunni ed insegnanti abbiamo assistito ad
una S. messa di ringraziamento al Signore
che ci ha protetto ed assistito in quest’anno
tanto disastroso. Il Signor Parroco dopo
un paterno discorso ai piccoli per incoraggiarli
a mantenersi buoni a non commettere monellerie
e cattiverie, ha impartito a tutti la Santa
benedizione.
Dopo aver ricevuto istruzioni per i compiti
delle vacanze le mie piccole hanno preso
il volo. Torneranno il 14 a prendere gli attestati.
Altre voci
22-1-45 -
Abbiamo avuto la visita di due soldati di
passaggio che hanno voluto passare a salutare.
Hanno voluto conoscere un alunno e farsi
raccontare come aveva fatto a rubare la lana
alle pecorine per la giornata del fiocco.
Hanno voluto sentire la preghiera che i miei bambini recitano ogni giorno per l’Italia.
Sono partiti invitando i bambini ad essere
bravi e ad imparare ad amare e rispettare
sempre i soldati d’Italia.
23-2-XXIII
È caduto in un duello (se così si può chiamare
l’impari lotta di uno contro sette), un apparecchio
tedesco assalito al ritorno da una missione
di guerra. I due piloti sono feriti: uno
di essi è un valoroso ufficiale decorato,
l’altro un giovane maresciallo. Che tormento
vederlo in fiamme, vedere l’impazzare dei
nemici che lo bersagliavano di colpi! Povera
gente! Alla nostra terra, ai nostri campi
appena liberi dalla neve fu riservato l'onore
di accogliere quel sangue di Eroi, di udire
i palpiti di quei cuori generosi e, chissà,
di far loro men dura l’agonia.
26-2-XXIII
Prima passeggiata. Ma siamo stati quasi costantemente
nel fosso perché gli apparecchi mitragliavano
da poco lontano.
28-2-XXIII
Tutt’oggi è continuato il passaggio dei bombardieri.
La scolaresca è nervosa e il far scuola,
anche per me, è oggi un tormento. Tante cose
vorrei fare, vorrei dire per fermare la morte
che passa nel cielo, e mi pare di sciupare
la mia giovinezza appassionata e fremente,
stando quaggiù, mentre passano rombando i
bombardieri, mentre nessuno freme del mio
ardore, mentre tutti sopportano passivi o
piagnucolosi la sorte che un tradimento ci
ha riservato. O sommo Iddio, salva Tu la
nostra Patria! Tu che lo puoi!
6 marzo
Oggi è venuto un soldato tedesco della Felgendarmeria
del paese vicino a visitare la mia scuola.
ha la moglie che insegna in una prima e seconda
come me ed una bambina che frequenta la prima.
Parla molto bene l’italiano. Ha voluto vedere
di che materiale mi servivo per insegnare
a leggere e scrivere; ha intrattenuto i miei
bambini facendoli molto parlare, guardando
loro i quaderni, le figurine, i pensierini.
I miei bambini sono molto entusiasti ed ora,
penso, ogni volta che vedranno un soldato
tedesco non avranno più paura e non lo guarderanno
con quegli occhi sbarrati, pieni già di lacrime,
che avevano i primi giorni.
10 marzo
Prima gita all’aperto per constatare i progressi
della primavera. È stata interrotta dal passaggio
di numerosissimi apparecchi. Molto spavento
e formale promessa di non uscire più, altro
che per andare in luoghi molto vicini e al
riparo.
27 marzo
Da una quindicina di giorni mostro ogni tanto
la carta d’Italia ed i bambini vanno prendendo
famigliarità con essa. Vi sanno già ritrovare
i monti più importanti, i fiumi, i mari,
le città, e soprattutto, insistendo nel parlare
dell’Italia si va facendo sempre più profondo
il sentimento d’amore e di ammirazione verso
la nostra Patria così bella.
7 aprile
I miei bambini hanno fatto dei disegnini
stupendi per illustrare la partenza del soldato
tedesco che li aveva una volta visitati.
Ho sentito il bisogno spedirgliene una decina,
pregandolo di mandare due righe ai miei bambini.
Spero mi ascolterà. Chissà che festa!
27 aprile-7 maggio 45
Le scuole sono sospese. Gli eventi bellici
precipitano. L’Insurrezione, l’ansia di tanti
mesi che diviene realtà, prima; poi una festa
del lavoro veramente popolare ed unanime,
indi la fine di ogni ostilità.
7 maggio
Non più la torbida ed offuscata atmosfera
di 12 giorni fa ma un’atmosfera limpida di
pace e serenità. La guerra è finita; abbiamo
la pace. Pare un sogno.
La burrasca è ormai passata; una nuova aurora
più fulgida e radiosa si profila sul cielo
dell’Italia libera.
9 maggio: Ripresa delle scuole.
È l’1 e ½ : entrano i miei piccoli di I classe.
Una cinquantina di vispi occhietti sono fissi
su di me con una certa aria interrogativa.
-
Una nuova maestra? Perché?
Ne spiego il motivo e noto il vivo dispiacere
dei piccoli per la malattia della Signorina
a cui senz’altro sono affezionatissimi.
10 maggio- Stamane le mie piccole hanno accolto con
grande entusiasmo l’idea di scrivere una
letterina alla loro maestra. Nei loro cari
lavorucci ho scorto il loro profondo rincrescimento
e tutta la comprensione e l’affetto che nutrivano,
più che giustamente e meritatamente, verso
di Lei.
Tema di un’alunna di quinta:
“Una bella pagina di diario”
Il mese scorso è arrivata mia cugina con
la sua bambina a sbozzolare. Appena arrivata
sono andata a giocare con la mia cuginetta;
ma ecco la mamma mi chiamò a sbozzolare,
io andai subito. Appena messa al lavoro mia
cugina cominciò a raccontare del suo marito
in soldato, nella lontana Cefalonia dove
fu tanta distruzione. Io le domando sempre,
quando viene, del suo marito, le dico :-
Ti ha scritto?
Ma lei comincia subito a piangere. Delle
volte domando alla sua bambina e le dico
:- Dov’è tuo babbo?
Lei mi risponde :- È in Cefalonia.
Mi ricordo ancora quando è venuto a trovarmi
con la sua bambina prima di andare soldato.
Ed ora sono tre anni che non viene più. Noi
siamo molto malcontenti perché non viene
a casa. Io prego sempre il signore che lo
faccia ritornare presto sano e salvo, per
vedere ancora la sua famiglia.
Appendice
Ora che l’Italia è liberata, ci aiuti il
Signore a formare gl’italiani.
Tema : “Una bella pagina di diario”
Era una giornata di agosto. Io, mio papà,
mia mamma e mia zia, dovevamo andare al campo.
Mio papà attaccò il somarello al carretto,
prendemmo con noi la merenda e un fiasco
di acqua. Arrivati al campo il papà attaccò
il somarello alla zappatrice e cominciò a
zappare. Io rimasi alla capanna. Lì fuori
c’era un mastello. Io presi il fiasco e cominciai
a vuotare acqua sul mastello la quale andava
a finire in ruscelletti da me preparati.
Intanto il fiasco era vuoto. Raggiunse il
babbo il quale mi domandò dov’era l’acqua
e trovato il fiasco vuoto mi picchiò severamente
che quasi morivo perché ero già ammalato
di pertosse. Mi portarono a casa e mi curarono
dandomi due iniezioni al giorno. Ho sofferto
quel giorno ma ci fosse ancora il mio caro
papà anche a battermi. Ci sarà ancora il
mio caro papà? Oppure avrà lasciato la vita
sul campo di battaglia combattendo contro
i comunisti?* Se ci fosse a casa ci farebbe
compagnia alla sera e così invece non abbiamo
nessuno.
* la maestra corregge, cancella “comunisti”
e sostituisce con “fascisti”.
 
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