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 Il Punto

15 Settembre, 2002
Lettere dei 3 candidati del PD
Bersani, Franceschini e Marino scrivono alle iscritte ed agli iscritti al PD

Lettera di Pierluigi Bersani agli iscritti al PD

Cara iscritta, caro iscritto,

in questi giorni il nostro congresso comincerà a vivere in tutti i circoli. È il primo congresso del Pd, un congresso davvero fondativo. Abbiamo tutti la responsabilità di costruire uno strumento utile all’Italia e agli interessi e ai valori che vogliamo rappresentare. Il compito dei candidati è quello di dire con chiarezza se ci sia qualcosa da correggere di ciò che abbiamo fatto fin qui e che cosa ci sia da correggere per guardare avanti e dare nuova forza al nostro grande progetto. Le candidature non sono contrapposizioni; sono diverse proposte che si sottopongono agli iscritti e ai cittadini elettori. Loro decideranno, e tutti ci rimetteremo alle loro decisioni.

Per questo la discussione può essere serena, chiara e vera. Un partito, infatti, è una comunità di protagonisti. Alla fine del nostro percorso congressuale dovremo dire parole chiare e nuove all’Italia e avviare un ciclo politico che porti ad una alternativa di governo. Questo è il nostro compito, questa è la nostra responsabilità.

Comunque la pensiate, voglio salutarvi tutti con grande amicizia e solidarietà e augurarvi (e augurarci) buon lavoro.

Pier Luigi Bersani

*****

Lettera di Dario Franceschini agli iscritti al PD

Care iscritte, cari iscritti,

in questi giorni si sta votando in tutti i circoli d’Italia.

Mi rivolgo direttamente a voi perché conosco la vostra passione e il vostro attaccamento al partito.

In ogni Festa, in ogni assemblea, in ognuno dei mille circoli di tutte le province italiane in cui sono andato da segretario, ho ascoltato le vostre speranze e ho capito le delusioni per quello che si poteva fare meglio e non è stato fatto. Perché di certo abbiamo fatto errori ma ora dobbiamo rimboccarci le maniche e correggerli, andando però avanti nella nuova storia comune che abbiamo appena iniziato a vivere.

Il mio impegno è questo: non tornare indietro.

Non tornare indietro rispetto alla scelta di un partito radicato nel territorio, con un Circolo in ogni comune e in ogni quartiere. Un partito aperto, che unisce la straordinaria forza dei nostri iscritti e dei nostri militanti alle energie di tanti elettori pronti a lavorare con loro per un progetto in cui credono.

Non tornare indietro rispetto all’idea di un partito ricco di diversità come tutti i grandi partiti nel mondo. Abbiamo scelto noi di chiudere una lunga stagione di divisioni per far nascere il Pd, la casa di tutti i progressisti: laici, cattolici, di sinistra, ambientalisti, liberal, socialisti. E così deve restare il Pd: il partito in cui quelle diversità sono la ricchezza che permette di costruire la sintesi e la linea comune.

Per questo sono orgoglioso che a sostenere la mia candidatura vi sia tutta questa varietà di storie.

Per questo sono orgoglioso che il Coordinatore della mia mozione congressuale sia Piero Fassino.

Per questo mi si è aperto il cuore quando alla fine di agosto un vecchio signore ha attraversato la folla che riempiva la piazza, mi ha abbracciato e mi ha detto: ”Sono l’ultimo segretario del Partito Comunista di Gallipoli ma voterò per te, perché non mi interessa da dove vieni ma dove vuoi andare”.

Questo è il Pd che abbiamo sognato e che ora dobbiamo costruire: un luogo in cui ognuno ha portato l’orgoglio della propria storia precedente ma in cui si sta insieme per il futuro che si vuole costruire, per l’idea di Italia che abbiamo.

Come sapete, quando 6 mesi fa tutti mi hanno chiesto di fare il Segretario del Pd, in un momento molto difficile, avevo detto che il mio lavoro sarebbe finito in ottobre. Poi ho riflettuto molto su quelle parole di Berlusconi appena sono stato eletto: “Ecco l’ottavo leader del centrosinistra. Tra un po’ ci sarà il nono”.

Ho masticato amaro quel giorno perché ho pensato che purtroppo non aveva torto: in quindici anni di là c’è stato sempre lui, di qua tutti i leader che si sono susseguiti sono stati più ostacolati dal fuoco amico che da quello avversario. Allora mi sono detto: questa volta a decidere se devo smettere o se dopo sei mesi devo continuare a fare il Segretario del Pd, non saranno quattro o cinque capi chiusi in una stanza ma saranno gli iscritti e gli elettori del Pd.

Ecco, solo questo vi chiedo: quando voterete nei Circoli e poi alle Primarie del 25 ottobre, tra noi candidati scegliete chi vi convince di più, chi immaginate potrà fare meglio l’opposizione e preparare le future vittorie, ma scegliete liberi.

E’ troppo importante la scelta per seguire l’indicazione di qualcuno che conta o per restare legati alle antiche appartenenze.

Seguite solo la vostra coscienza, fate come quel vecchio segretario del Pci: scegliete uno di noi, ma non per la storia da cui proviene ma per quella futura che propone al partito e al Paese.

Se farete così, chiunque vinca avrà vinto tutto il Pd.

Dario Franceschini, Segretario Nazionale del Partito Democratico

*****

Lettera di Ignazio Marino agli iscritti al Pd

Cara iscritta, caro iscritto,

sono Ignazio Marino, il terzo uomo: il candidato fuori dagli schemi, fuori dagli apparati, fuori dalle correnti e dalle appartenenze passate.

Due anni fa abbiamo dato vita al PD per guardare al futuro, per riportare giustizia, affermare il merito, per mettere al centro le persone, dare loro coraggio. Ma non ci siamo riusciti, non abbiamo ancora identità, idee e proposte chiare. Perdiamo consensi anziché guadagnarne.

Ecco perché ho deciso di candidarmi: voglio un PD capace di sostenere idee chiare e forti, efficaci nel rispondere alle paure delle persone e nel dare loro nuove speranze.  Non mi riconosco in questo PD che parla con tante voci quante sono le correnti. Chi mi sostiene parla con una voce sola, dice si e no netti: si al contratto unico, al salario minimo garantito, al reddito di solidarietà; no al nucleare e si all’energia rinnovabile; no ai respingimenti e si a regole chiare per l’immigrazione e al diritto di cittadinanza per chi nasce in Italia; si alle unioni civili, si al testamento biologico; si al rapporto diretto tra elettori ed eletti con primarie e collegi uninominali.

È con questo spirito che affronto il congresso, senza paura, senza rendite di posizione, consapevole che serve un salto in avanti e che dal confronto democratico uscirà un PD più forte e unito. Non è questione di storia, che ci accomuna tutti, né di decidere di non tornare indietro, che è cosa ovvia.

Ho stima di Dario Franceschini e Pierluigi Bersani, hanno un’esperienza politica molto più lunga della mia, rappresentano elementi importanti della nostra storia, hanno avuto responsabilità politiche e di governo già nel secolo scorso.

Ma alla mia proposta di un confronto pubblico per permettere agli iscritti di valutare cosa abbiamo da dire e scegliere quali idee preferiscono, Franceschini e Bersani hanno detto no: propongono di confrontarsi solo dopo l’11 ottobre, invocando il rispetto per gli iscritti. Ma proprio non capisco: è più rispettoso degli iscritti fare un confronto prima che si chiudano i congressi dei circoli o quando tutto è finito?

Il partito che ho in mente è laico, federale, decentra le risorse sul territorio, considera iscritti e circoli i veri “capi” dell’unica corrente che vorrei: la corrente dei circoli.

Vi invito a leggere le nostre proposte, a partecipare tutti ai congressi di circolo, a scegliere su idee e valori che preferite.

Bersani e Franceschini hanno dalla loro strutture e apparati invidiabili, e tuttavia penso che il significato della mia candidatura sia più forte e capace di parlare al cuore e al cervello di quei tanti italiani che non fanno ancora parte del nostro PD.

È arrivato il momento in cui il coraggio deve prevalere sulla timidezza, è arrivato il momento di rischiare con entusiasmo, di investire sul futuro, per vivere il PD e cambiare l’Italia

Ignazio Marino

 


       



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