News e informazioni da Cremona e dalla Lombardia
Home page Scrivi  
 
  Benvenuto nel circuito WELFARE NETWORK
Europa, notizie e attualità sul welfare News di politica e attualità dall'Italia News dalla Lombardia Notizie sul Welfare, Diritti e Sociale
 
Chi siamo Forum Fotogallery Link Contatti Collabora con noi

... Welfare canali
Agenda
Angolo del dialetto
Arte
Associazioni
Attualità
Buone Notizie
Comune di Cremona
Costume
Cronaca
Cultura
Dai Partiti
Dal Mondo
Economia
Eventi
Giovani
In Breve
Lavoro
Lettere a Welfare
Mediateca
News dai partiti
Petizioni attive
Politica
Provincia di Cremona
Racconti
Società
Storia Cremonese
Ultimissime
Varie
Volontariato
ARCHIVIO WELFARE
 ... In Breve
... e inoltre
Banca della Solidarietà
I sondaggi
Fotogallery
Banner kit






















 Attualità

15 Settembre, 2002
Mozioni sul Crocifisso di Marco Pezzoni.
Sì, mettiamo il Crocifisso nelle sedi istituzionali e contemporaneamente votiamo per coerenza e decenza le seguenti Mozioni o ordini del giorno

Mozioni sul Crocifisso di Marco Pezzoni.
Sì, mettiamo il Crocifisso nelle sedi istituzionali e contemporaneamente votiamo per coerenza e decenza le seguenti Mozioni o ordini del giorno
La partita che si è aperta in Consiglio comunale e in Consiglio provinciale sulle mozioni per il Crocifisso è chiaramente “strumentale”: però siamo di fronte a una scelta insidiosa, operata più o meno lucidamente poco importa, destinata comunque a mettere in difficoltà chi vorrebbe affrontare queste problematiche complesse con logiche aperte e davvero laiche.

Dunque prima di affrontare le mozioni nel merito, andrebbe affrontato il problema “politico” di quale partita si stia giocando e se a noi convenga accettare questo terreno, scelto strumentalmente da altri perché sanno che…. hanno già la vittoria in tasca.

Un conto sono le “regole del gioco” a cui non possiamo sottrarci: il consiglio comunale non è solo una assemblea elettiva di carattere amministrativo, ma anche luogo di confronto politico e culturale in rappresentanza di una comunità. Dunque è lecito e possibile portare in discussione questioni economiche e giuridiche nazionali e internazionali, sistemi di protezione sociale e sistemi educativi, pace e guerra, sofferenze dei popoli, fame e povertà. Basta ricordare l’azione del sindaco La Pira e del suo Consiglio comunale a Firenze.

Un altro conto è il tipo di gioco che sceglie il tuo avversario. Nel caso della mozione sul Crocifisso è evidente che la Lega Nord, prima ancora del Popolo della Libertà, ha deciso di cavalcare un tema identitario in modo spregiudicato, sapendo benissimo che le distinzioni su questo terreno sono difficili da far comprendere a una gran parte dell’opinione pubblica italiana. L’obiettivo principale non è tanto quello di mettere in difficoltà il centrosinistra ( obiettivo numero 2, comunque), quanto quello di brandire la spada dell’identità cristiana nello scontro di civiltà che si vuole alimentare contro gli immigrati, contro l’Islam, dando dell’Europa da un lato l’idea che è un potere burocratico lontano dai cittadini e dall’altro che solo i valori tradizionali della civiltà occidentale possono salvarla e rilegittimarla.

C’è qualcosa di ancora più insidioso: non da oggi la strategia di Bossi è quella di caratterizzare la sua forza elettorale come moderna crociata contro l’altro, il diverso, identificando il nemico prima nell’ immigrato meridionale, oggi nell’immigrato dei vari Sud del mondo. Questo sommovimento di razzismo potenziale per continuare a espandersi senza incontrare anticorpi etici e democratici troppo forti ha bisogno di una copertura simbolico-emotiva di tipo religioso: ecco che mentre il Vaticano esprime forti dubbi sul reato di immigrazione clandestina, mentre in risposta alle riserve sul comportamento di Berlusconi espresse dal giornale “Avvenire” scoppia il caso Boffo, con sfacciata spregiudicatezza Bossi, certo in qualità di Ministro , si reca in Vaticano a incontrare le massime Autorità diplomatiche per accreditarsi come difensore della fede e delle radici cristiane della nostra società.
Questa furbizia è così scoperta e ridicola che lo snobismo del centrosinistra fatica a denunciarla, e, quello che è più grave, anche la gerarchia cattolica si trova come imbarazzata e prigioniera di “questo abbraccio” e di fatto non reagisce.

La campagna sul Crocifisso ha dunque una portata tutt’altro che banale: accreditare il centrodestra e la Lega come “defensor fidei”, riallacciare il rapporto preferenziale con il Vaticano dopo lo scandalo D’Addario, utilizzare strumentalmente il simbolo cristiano per eccellenza nello scontro di civiltà che si vuole intensificare.

Anche se molti consiglieri comunali e provinciali della Lega e del centrodestra, che sostengono in tante istituzioni locali questa campagna, possono persino essere in buona fede per responsabilità di quella regressione civile e culturale da tempo trionfante in Italia, non dobbiamo avere dubbi sul carattere “pagano” di questa “campagna strumentale” che è gravemente offensiva del volto di Cristo, dell’anima profonda del Cristianesimo e dell’insegnamento autentico della Chiesa.

Ma questa denuncia dovrebbe essere sollevata innanzitutto dai credenti, dal laicato cattolico. C’è un tale intreccio tra elementi religiosi, culturali e politici che dubito ci si debba aspettare oggi dai Vescovi italiani un qualche pronunciamento diretto.

Il fatto è che il “caso “ della sentenza della Corte di Strasburgo è stata gestito male dai giornali italiani, anche da quelli progressisti e di sinistra, sin dal primo momento accreditando la solita lettura che contrappone credenti e non credenti, clericali e anticlericali, valori occidentali e antioccidentali, integralisti e laici.
Anche la versione nobile di una sorta di “lezione” che la Corte di Strasburgo avrebbe voluto impartire all’arretratezza italiana sul tema dei diritti delle minoranze nella nostra scuola pubblica, invece di innescare un confronto pedagogico ha fatto immediatamente scaldare i muscoli al tifo dei “pagani devoti”.

Il centro destra ha fatto appello al conformismo delle maggioranze silenziose per chiedere di fare ricorso contro le ingerenze “laiciste” delle Istituzioni europee, senza minimamente distinguerle tra di loro ( La Corte di Strasburgo non fa parte degli assetti istituzionali che costituiscono l’ Unione Europea).
E il centrosinistra ha reagito cercando di “neutralizzare” l’iniziativa delle varie Destre, ricorrendo a una sorta di riflesso condizionato erede del gesto di Togliatti sull’articolo 7 della Costituzione. Poi rinnovato da Craxi nel Nuovo Concordato.

Oggi basta quel realismo ? Oggi il compito del PD può e deve andare oltre il tentativo di neutralizzare la campagna della Lega e del PDL ?

Quel realismo non basta, non solo perché le scelte compiute dalle principali forze di sinistra in Italia si collocavano dentro una democrazia che si credeva “progressiva”, ma anche perché i tempi e il contesto sono profondamente mutati .

Basti pensare al clima collaborativo e innovativo che si è respirato per decenni nella scuola pubblica italiana, dove periodicamente è stata fatta esplodere la questione del Crocifisso ma, fino a pochi anni fa, è stata quasi sempre e quasi ovunque disinnescata e anzi superata con l’intelligenza degli insegnanti, con il dialogo con le famiglie, con il rispetto delle minoranze, facendo convivere rispetto per la tradizione, per i valori cristiani e rispetto del pluralismo.

Oggi non è più così. La scuola pubblica è in crisi o viene messa in crisi, a cominciare dalle scelte del Governo. La coesione sociale è in crisi e si riflette in una scuola che importa più di prima dall’esterno le fratture affettive e le tensioni familiari siano esse sociali o culturali o religiose. L’immigrazione rende ancora più precario questo contesto e più difficile la sfida dell’inclusione.

La campagna in atto mira all’assimilazione, non all’integrazione! Ma così facendo introduce nel contesto scolastico elementi di rottura, da un lato, e dinamiche di resa conformistica dall’altro.

La Corte di Strasburgo ha risposto al disagio di un genitore italiano, originario del Nord Europa, e ha accolto all’unanimità il suo ricorso in base ad una lettura dei diritti umani propri delle minoranze, in base a una lettura “francese” della laicità in vigore in Italia e nella scuola italiana, in base a una posizione del Governo italiano che ha snobbato la complessità del caso e ha chiesto ufficialmente alla Corte di Strasburgo di respingere quel ricorso non portando motivazioni giuridiche, ma solo ragioni di “opportunità” politica.

E’ merito del senatore del PD Stefano Ceccanti aver ricostruito con precisione e competenza giuridica l’iter di questo caso e, con una recente interrogazione parlamentare rivolta al Governo italiano, aver individuato non solo il vero punto debole della sentenza di Strasburgo ma anche l’errore gravissimo che di nuovo sta compiendo il Governi italiano nel suo Ricorso contro la sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo.

Bravo, bravo, bravo Ceccanti! Finalmente un’analisi seria e giuridicamente fondata ! Ma dove cavolo erano in questi 15 giorni i dirigenti nazionali del PD e i nostri parlamentari europei ?

Comunque secondo Ceccanti e anche secondo Franco Casavola, già presidente della Corte Costituzionale, la concezione di laicità presa in considerazione dalla Corte di Strasburgo è stata quella ispirata in modo univoco all’esperienza “francese” che interpreta la neutralità delle istituzioni pubbliche come assenza di ogni simbolo religioso, mentre il modello di laicità previsto dalla Costituzione italiana sarebbe più simile a quello tedesco che, in Baviera, con apposita legge del 1995 delega la composizione della questione al dialogo tra le parti in sede scolastica.

Invece l’errore in cui s’intestardisce il Governo italiano nel suo attuale Ricorso sarebbe quello di attribuire ad un pronunciamento della Corte Costituzionale italiana il riconoscimento della validità della legislazione che prevede l’obbligo di esposizione del Crocifisso ( in realtà nel Decreto legislativo 297/1994 è previsto espressamente solo l’obbligo per i Comuni di sostenere finanziariamente le scuole per l’acquisto dei vari arredi compreso i Crocifissi), mentre proprio quella Ordinanza del 2004 della Corte Costituzionale retrocede quelle norme regolamentari ricordate nel Decreto legislativo a fonte di valore secondario e dunque non costituzionalmente fondate perché mai trasformate in Leggi.

Il Governo italiano si candida così a perdere il Ricorso a Strasburgo e ad una nuova figuraccia! Basta questo per giustificare ampiamente il nostro voto contrario in Parlamento all’iniziativa del Governo.

Anche a livello locale, potremmo attestarci su questa posizione! Non saremmo costretti a stare del tutto sul terreno scelto dagli altri e, in più, avremmo una nostra posizione “nazionale” e “comune” da valorizzare e da far circolare.
Poco importa che la nostra posizione venga bocciata in Consiglio Comunale e in Consiglio provinciale, ma almeno possiamo attaccare la strumentalità e infondatezza delle Mozioni delle attuali maggioranze e di chi le ha seguite senza alcun spirito critico.

Tatticamente questa posizione politica mi pare efficace: affermiamo una nostra autonoma posizione, non risultiamo subalterni. Indichiamo gli errori di Strasburgo, ma ancora di più quelli del Governo italiano che invitiamo con generosità a correggere il tiro, proprio per salvare quel modello di laicità italiana compatibile con la valorizzazione del Crocifisso che, nella loro foga integralistica e strumentale, proprio le forze del centrodestra stanno rischiando di far nuovamente bocciare.

Tutto bene, allora?

Viste le nostre difficoltà a redigere Mozioni alternative a quelle del centrodestra, che siano però davvero condivise dal pluralismo interno ai nostri gruppi consiliari e al nostro partito, il posizionamento sulla linea Ceccanti mi pare dignitosa e opportuna.

Nell’immediato.

Potremmo osare qualcosa di più? Sì, se nei nostri gruppi consiliari si matura al più presto un atteggiamento flessibile, capace di conciliare la pluralità di visioni, sensibilità e linguaggi in “operazioni politiche” coerenti ed efficaci.

Noi non saremo mai uguali al centrodestra che sta insieme e sostiene posizioni solo strumentalmente.

Ma proprio per questo la costruzione di posizioni condivise richiede ben di più che il collage di frasi scritte da più mani.

Ho letto le bozze delle nostre Mozioni e le varie correzioni e integrazioni. Vanno tutte bene, paradossalmente ogni passaggio ha una propria logica. Ha senso sia il togliere un passaggio, che reinserirlo.

Non basta invocare la “nostra laicità”: certo noi che stiamo nel PD la concepiamo tutti con un equilibrio e una misura sconosciuta ai pasdaran delle Destre e della Lega e priva di quell’opportunismo che sarà la cifra dei moderati seguaci di Rutelli.

E tuttavia la nostra laicità è “plurale” e non può essere che così. Piena dignità ai laici credenti e ai laici non credenti: l’approccio di partenza non può che essere diverso. E poi ci sono tutte le sfumature culturali e filosofiche intermedie.

Costruendo insieme una posizione, i linguaggi diversi possono non solo coesistere ma rafforzarsi a vicenda, diventare sintesi.

Partiamo dal Crocifisso, dalla sua interpretazione. E’ legittima una lettura storica, culturale, filosofica secondo le varie scuole di pensiero. E’ legittimo legare questo simbolo cristiano all’identità dell’Occidente, alla sua evoluzione ma… non solo l’Occidente non è tutto cristiano, ma soprattutto è il Cristianesimo a non identificarsi con il solo Occidente.
Questa posizione è tanto più forte se espressa dall’interno del Cristianesimo stesso, dall’interno delle Chiese in Europa e nel mondo, dall’interno della Chiesa cattolica italiana.
Questa posizione assumerà dunque un linguaggio teologico se vogliamo dare un rigore scientifico a posizioni interne alla comunità di chi crede in Gesù Cristo.
Questa stessa posizione può essere letta dall’esterno con chiavi di lettura diverse, complementari e non necessariamente antitetiche: filosofiche, sociologiche, storico-politiche.

Tutto questo può rientrare in una Mozione ?

Se il Crocifisso non è un arredo per “ pagani devoti”, se il Crocifisso è un simbolo esclusivo e specifico della nostra Tradizione e della civiltà occidentale, se viene dunque catturato e ridotto a “presidio identitario” come è possibile che i primi a reagire contro questo svuotamento evangelico e transculturale della figura di Gesù non siano innanzitutto coloro che credono che Egli sia il Cristo ?

Se fossi in Consiglio comunale o in Consiglio provinciale, non so se saprei vivere il confronto con il centrodestra senza scendere anche su questo terreno cristologico .

E’ improprio in una sede istituzionale laica ?
Perché è invece accettabile questo paganesimo ipocrita che fa diventare “idolo” il Crocifisso ?

Il Crocifisso è la negazione più radicale di tutti gli idoli, di tutti gli apparati simbolico-religiosi del potere in tutte le sue forme seduttive, illusorie e totalitarie.

In questi giorni è uscito un bellissimo libro di un teologo cremonese, dal titolo “ Cur Deus Victima”.
Sant’Anselmo aveva scritto quell’opera fondamentale intitolata “ Cur Deus Homo?” Perché Dio si è fatto uomo?

La domanda oggi è: perché Dio si è fatto Vittima ? Vittima innocente, condannato a morte, crocifisso con altri crocifissi ? Perché si è messo dalla parte degli sconfitti, dei poveri, di chi soffre ingiustizie, discriminazioni, esclusioni ?

La sua incarnazione: farsi pienamente uomo e come uomo, vittima .

Siamo di fronte ad un ripensamento della cristologia a partire dalla prospettiva delle vittime : i crocifissi della storia sono “ luogo teologico”.

Troppo spesso la Salvezza è stata intesa ellenisticamente come liberazione dalla finitudine, dalla paura della morte.

In questa prospettiva torna a contare il Regno di Dio nella storia, la liberazione e il riscatto degli ultimi che è già dentro la nostra storia umana perché Gesù il vivente propone una prassi che risuscita le vittime. Gesù non trasmette solo una dottrina ma una speranza.

La sequela di Gesù comporta condividere già oggi la logica delle Beatitudini, condividere già oggi la prassi profetica di Gesù come difesa del Dio vero che sceglie gli ultimi e le vittime.

Questa scelta radicale è nella storia: questo seme è già attivo oggi, non viene rinviato a domani. Stare dalla parte delle vittime non perché servano sacrifici assurdi e inutili per un Dio che si fa uomo e soffre della stessa impotenza dell’uomo a impedire il dolore e lo strazio della morte di tante vittime innocenti.. ..

Ma allora quel Crocifisso appeso al muro non è più il simbolo dell’Occidente ma di tutte le sue vittime. Non è più solo il simbolo di quel fatto storico, avvenuto duemila anni fa a Gerusalemme , la messa a morte con irrisione di Gesù, ma il simbolo di tutte le vittime in Medioriente.

E le vittime dei campi di concentramento nazisti, dei Gulag sovietici, di quelli cinesi, di quelli delle dittature in America Latina, delle guerre etniche nei Balcani e di quelle neocoloniali in Africa.
Le vittime della fame, muore un bambino ogni 16 secondi, perché il cibo esiste in abbondanza su un pianeta che gestisce le risorse in modo “ strutturalmente” ingiusto.

Le vittime delle carestie e dei disastri ambientali che provocano milioni di persone in fuga e in cerca di asilo.

Le vittime dei barconi pieni di immigrati che muoiono in mare, oppure ignorati, spesso respinti indietro nei campi del Nord Africa dove vengono picchiati, violentati senza alcun rispetto di quelle Convenzioni internazionali che, pur con tutti i limiti, scrivono parole di civiltà e proclamano diritti dei bambini, delle madri, dei richiedenti asilo e questi sì, sono la costruzione dei principi più alti di quell’Occidente che, accogliendo l’insegnamento di Cristo, si è umanizzato.

Sì, mettiamo il Crocifisso nelle sedi istituzionali e contemporaneamente votiamo per coerenza e decenza le seguenti Mozioni o ordini del giorno:

Per lo stanziamento in Finanziaria dello 0,7% del Pil per l’aiuto pubblico allo sviluppo in progetti di cooperazione con i Paesi poveri. Nel caso il Governo disattendesse questa richiesta, il Comune e la Provincia dovrebbero stanziare una quota equivalente del proprio bilancio a favore della maternità e dell’infanzia nelle aree più arretrate e sfortunate del pianeta.

Per la richiesta al Parlamento e al Governo italiano di provvedere ad una nuova legge sulla cancellazione del debito dei Paesi poveri, riscrivendo e rifinanziando con eguali importi la Legge approvata in occasione del Giubileo del 2000.

Per la richiesta al Governo e ai Ministri interessati di raddoppiare i finanziamenti a sostegno del processo di integrazione dei nuovi immigrati da destinare agli Enti locali

Per il sostegno anche finanziario ai progetti degli Enti locali per la Pace, in particolare rivolti alle scuole

Per un rilancio dell’edilizia residenziale pubblica, a ciò destinando la maggior parte delle disponibilità finanziarie della Regione Lombardia, favorendo le giovani coppie, le famiglie a basso reddito e predisponendo nuove soluzioni abitative più adatte all’invecchiamento di quella popolazione che può ancora evitare il ricovero e magari condividere l’utilizzo di badanti.

Prevedere misure straordinarie di sostegno, aggiuntive rispetto a quelle previste dalla passata Amministrazione, per lavoratori cassaintegrati o licenziati e per le loro famiglie, figli in testa.

………e così via… dovremmo portare nelle aule consiliari un …ciclone di proposte sociali giuste e rilevanti!

Ma il problema iniziale rimane, nella sua semplicità, indipendentemente dalle strumentalizzazioni del centrodestra:
INSOMMA, IL CROCIFISSO SI’ O NO ?

Se diciamo sì, ma non con le motivazioni del centro destra perché sbagliate e razziste, dobbiamo poi essere conseguenti e predisporre una Proposta di Legge con i nuovi contenuti, i nuovi significati e le nuove motivazioni.

Possiamo dire che le cose possono rimanere così come sono, tranne che per il Ricorso alla Corte di Strasburgo adottando le correzioni avanzate da Ceccanti ?

Comunque sia, mi pare opportuno che si delinei una posizione nazionale del PD, certo aperta, in divenire, ma con un orientamento di fondo

Io ad esempio sarei favorevole a portare avanti quel modello di laicità ispirato alla Legge bavarese, accompagnato ovviamente da una offensiva culturale e persino pedagogica che dia una interpretazione nuova e solidaristica, cosmopolitica più che universalistica, al simbolo del crocifisso da appendere alle pareti scolastiche,

Mettendo in minoranza dentro di me quella lettura più radicale del cristianesimo che è quella che più amo, sapendo nel fondo della mia coscienza che Cristo tollera a mala pena le stupidate che stiamo dicendo e che ci fanno dire in questa farsa italiana che purtroppo colpisce le persone più sprovvedute, e mettendo in minoranza un idea di laicità che non è la neutralità francese ma non è nemmeno l’irrisolta ed eterna “questione romana” per cui la Chiesa cattolica in Italia comporta sempre una “sovranità limitata” per la politica e, in particolare, per il cattolicesimo democratico.

Qui è la chiave della mia posizione: ripartire dalla consapevolezza che la religione e l’ispirazione religiosa è fondamentale nell’animare una politica capace di vero cambiamento, anche perché le forme recenti della secolarizzazione sono entrate in crisi; che il cristianesimo in Italia e in Europa sia indispensabile come motore culturale, etico e sociale del difficile e decisivo processo di integrazione dei nuovi immigrati; che in particolare in Italia sia aperto un laboratorio strategico per il cattolicesimo del futuro; che il Partito Democratico sia l’esperimento principale per dislocare più in avanti un progetto di società e di convivenza ispirati al cristianesimo, ai nuovi umanesimi sociali e ambientali e agli apporti multietnici; per tutte queste ragioni il modello della neutralità francese cristallizza le posizioni, mentre da noi c’è bisogno di rimettere in movimento tradizioni, appartenenze e prospettive.

Questo però significa che soprattutto la cultura del cattolicesimo democratico debba “pensare” questo percorso.

Non mi sento oggi di andare oltre.
Per concludere vorrei avanzare alcuni suggerimento per il nostro metodo di lavoro locale. Ho parlato all’inizio di “costruzione” delle nostre posizioni, soprattutto da parte dei gruppi consiliari.

Ho sottolineato che non dobbiamo stare al gioco dell’avversario. Anche se scrivessimo parole eccezionali nelle nostre Mozioni, ce le boccerebbero con la forza dei numeri e sarebbero “perle” perse . Più importante è decidere che gioco vuoi giocare, quale mossa vuoi fare o per metterli in contraddizione o per avere poi all’esterno una tua posizione coerente da valorizzare e far condividere.

In questo caso, alcune mosse le farei precedere allo scontro in Consiglio. Per esempio nostre delegazioni dei gruppi consiliari potrebbero incontrare la Autorità scolastiche per capire qual è secondo loro la situazione locale e provinciale. C’è latente una guerra di religione, c’è da parte loro la capacità pragmatica di gestire le eventuali diversità, senza umiliare le minoranze.

Sarebbe opportuno poi incontrare il Presidente diocesano dell’Azione Cattolica e di altre Associazioni laiche di ispirazione cristiana per condividere con loro nostre preoccupazioni sulle strumentalizzazioni in atto oppure per registrare distanze.

Sarebbe bello che fosse possibile un incontro con il Vescovo per raccontargli l’autenticità del nostro travaglio e perché si faccia carico presso la CEI della Lombardia e quella nazionale della nostra analisi sulla campagna “ pagana” in corso.

Se questa richiesta di incontro risultasse o ingenua o troppo astutamente strumentale, non vedrei nulla di male che i nostri Consiglieri, quelli che se la sentono, si incontrassero riservatamente con i Parroci dei territori di loro elezione.

Dulcis in fundo. Non trascurerei di incontrare i rappresentanti del Centro islamico e i rappresentanti di altre minoranze religiose.

Con questo percorso, con questo dialogo diffuso e pluralistico, i nostri gruppi potrebbero affrontare lo scontro nei Consigli sempre da minoranza numerica ma finalmente da maggioranza morale.

Marco Pezzoni

 


       



 Invia questa news ad un'amico Versione stampabile Visti: 3590 | Inviati: 0 | Stampato: 157)

Prossime:
Ritorna, dopo il successo di pubblico e critica del 2009, ArteCremona. – 15 Settembre, 2002
Lo scultore Davide Dall'Osso partecipa ad ARTE CREMONA – 15 Settembre, 2002
La giunta Perri ha messo le mani nelle tasche dei cittadini. Duro comunicato della FIPE – 15 Settembre, 2002
La cava di San Sigismondo non s’ha da farsi – 15 Settembre, 2002
Per un Po libero dal nucleare. Nasce un comitato a Motta Baluffi. – 15 Settembre, 2002

Precedenti:
Eutanasia di una Repubblica (di don Gianfranco Bottoni) – 15 Settembre, 2002
Bersani Pierluigi insediato come Segretario Nazionale del PD – 15 Settembre, 2002
La nutrizione e la qualità alimentare nelle mense scolastiche. – 15 Settembre, 2002
Ma conviene questo vaccino contro l’influenza? Di Giorgino Carnevali. – 15 Settembre, 2002
Aem gestioni Giuseppe Ferrari nuovo Presidente – 15 Settembre, 2002


... in WelfareCremona



... Novità








 Il Punto
44°Rapporto Censis. Un inconscio collettivo senza più legge, né desiderio ( di Gian Carlo Storti)
Le Considerazioni generali introducono il Rapporto sottolineando come la società italiana sembra franare verso il basso


 La biblioteca di welfare
Verso il destino, con la vela alzata
Lo ricordo qui con un brano tratto dalla sua rubrica “Colloqui col padre"


 Scuola... parliamone!
Ata. Sottoscritto il contratto per il compenso una tantum di 180 euro
Il Miur prevede il pagamento nel mese di febbraio 16/12/2010


 Welfare Per Te
COMPLETATA LA CONSEGNA DELLE STUDENT E UNIVERSITY CARD
E' stata completata in questi giorni la consegna, negli istituti superiori cittadini e nellele sedi universitarie, delle student e delle card.

... Fotogallery
La Fotogallery di
Welfare Cremona


Ultima Vignetta
... Speciale on line
- Previsioni del tempo
-
Libri
-
Programmi TV
-
Lotteria
-
Oroscopo
-
Cambia Valuta
-
Euroconvertitore
-
Traduttore
-
Paginebianche
-
Paginegialle
-
Borsa
... Novità




| Home | Chi siamo | Collabora con noi | PubblicitàDisclaimer | Email | Admin |
www.welfarecremona.it  , portale di informazione on line, è iscritto nel registro della stampa periodica del Tribunale di Cremona al n. 392 del 24.9.2003- direttore responsabile Gian Carlo Storti
La redazione di Welfare Cremona si dichiara pienamente disponibile ad eliminare le notizie che dovessero violare le norme sul copyright o nuocere a persone fisiche o giuridiche.
Copyright Welfare Cremona 2002 - 2009