15 Settembre, 2002
Crisi: il Governo è un disastro. Solo il PD ha delle proposte ( Sen. Cinzia Fontana)
Il territorio cremonese, e in particolare quello cremasco, stanno subendo proprio in questo periodo gli effetti più gravi della crisi in corso ormai da 22 mesi.
DI FRONTE ALLA CRISI GOVERNO DISASTROSO
DAL PD LE UNICHE PROPOSTE A SOSTEGNO DI FAMIGLIE
E IMPRESE
Il territorio cremonese, e in particolare
quello cremasco, stanno
subendo proprio in questo periodo gli effetti
più gravi della crisi in
corso ormai da 22 mesi.
I dati che le organizzazioni sindacali hanno
pubblicato sui giornali
locali in questi ultimi giorni fanno emergere
una situazione che non
lascia spazio a chi ha voluto per mesi farci
credere che la crisi fosse
solo psicologica.
Più 909% nel febbraio 2010 rispetto allo
stesso mese del 2009 il ricorso
nella provincia di Cremona alla cassa integrazione,
un record di
crescita rispetto alle altre province lombarde.
Il 2009 si è chiuso con
la richiesta di 8,8 milioni di ore di cassa
integrazione ordinaria e
straordinaria nel nostro territorio più 2,2
milioni di ore di cassa in
deroga per le piccole imprese. E per numero
di ore, numero di richieste
e numero di lavoratori coinvolti la zona
di Crema doppia il cremonese.
Con dati di questo tipo, il territorio non
può farcela da solo, i Comuni
stanno supplendo come meglio possono nel
cercare di garantire sostegno
sociale alle numerose famiglie in difficoltà,
ma fino a quando ciò sarà
sostenibile? I continui tagli ai trasferimenti,
i fondi sociali
pesantemente ridotti sia a livello nazionale
che a livello regionale, i
mancati finanziamenti alle scuole, che in
provincia di Cremona vantano
crediti nei confronti dello Stato di ben
oltre 7 milioni di euro,
l'impossibilità a fare investimenti: fino
a quando si riuscirà a
reggere? Ma lo sapete che da quando c'è il
federalismo delle chiacchiere
i comuni non sono mai stati peggio?
E intanto, proprio quando il Paese avrebbe
la necessità di affrontare
con serietà, coraggio e straordinario senso
di responsabilità i temi di
politica del lavoro e di politica industriale,
ecco che il Governo
infligge con i suoi atti un duro colpo ai
diritti del lavoro, dividendo
ed escludendo anziché sostenere e tenere
vicino chi è più debole.
Nella discussione avvenuta in Aula alla Camera
sul tema della crisi
economica e sociale, discussione da noi richiesta
da parecchi mesi,
Bersani ha rinfrescato a Berlusconi &
Tremonti la memoria sulle cose che
hanno fatto nell'anno della crisi economica
più grande dal '45: "Primo:
avete realizzato il megacondono per gli evasori
e per gli esportatori di
capitali. Secondo: avete previsto un paio,
o tre miliardi di euro per
Alitalia. Terzo: avete incassato 20 miliardi
di euro di IVA in meno in
due anni. Quarto: avete aumentato la spesa
corrente per beni e servizi
della pubblica amministrazione di 12 miliardi
di euro in due anni.
Quinto: avete tagliato 8 miliardi di euro
alla scuola in tre anni con il
risultato, spero che vi sia arrivata notizia
tra i banchi del Governo,
che le famiglie italiane, per la scuola dell'obbligo,
stanno
contribuendo agli strumenti didattici, alla
carta igienica e alla
supplenza degli insegnanti. Vi è arrivata
notizia di questo piccolo
particolare? Infine, avete iscritto nel bilancio
del 2010, 9 miliardi di
euro in meno di investimenti rispetto al
2009, nel pieno della più grave
recessione che abbiamo dal 1945".
Ovviamente, dopo aver contestato la politica
sbagliata del governo,
Bersani ha riassunto le nostre proposte,
che tengono insieme i tre
problemi: la ripresa di un'iniziativa di
politica industriale, il
sostegno ai redditi e ammortizzatori sociali
più estesi. Poi ha
continuato con la proposta di un grande piano
di piccole opere,
l'apertura di 2-3.000 cantieri comunali (ricordo
che i cantieri dei
comuni sono calati del 30% rispetto all'anno
scorso), gli incentivi per
l'efficienza energetica, con il ripristino
degli sgravi al 55%. Bisogna
dare spinta ai consumi, dando un po' di soldi
in tasca a chi ha
assolutamente bisogno di spenderli, ai redditi
più bassi.
Se non mettiamo in campo, ha concluso Bersani,
una vera politica
industriale di sostegno alla riorganizzazione,
in direzione per esempio
della green economy, e alla riallocazione
dei nostri settori di punta
verso le frontiere dei nuovi saperi, il rischio
è quello di rimanere
schiacciati tra l'eccesso di capacità produttiva
e la fragilità
finanziaria e creditizia di tante piccole
imprese, con conseguenze non
desiderabili e facilmente intuibili.
"Concludo, dicendovi che, se vogliamo
guardare l'Italia oltre la crisi,
bisogna guardare la crisi con gli occhi di
chi è più sul fronte, non con
gli occhi di chi è al riparo: lavoro, famiglia,
impresa, perché noi
domani mangeremo con loro, non con quelli
che adesso sono al riparo."
Sen. Cinzia Fontana
 
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