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15 Settembre, 2002
Un'evasione fiscale di oltre 210 milioni di euro
Questo l'esito della maxi operazione della Guardia di Finanza di Cremona nel settore della Tutela delle Entrate.

Un'evasione fiscale di oltre 210 milioni di euro, la scoperta di fatture false per circa 177 milioni di euro, la segnalazione all'Autorita' Giudiziaria competente di 108 persone fisiche, legali rappresentanti e/o amministratori di fatto delle 98 societa' coinvolte.
Questo l'esito della maxi operazione della Guardia di Finanza di Cremona nel settore della Tutela delle Entrate.
L'indagine, spiega una nota delle fiamme gialle, ha avuto origine dallo sviluppo investigativo di alcune segnalazioni per operazioni finanziarie sospette pervenute, nei confronti di una societa' cremonese, con riferimento a frequenti e consistenti prelievi di denaro contante operati sul relativo conto corrente aziendale.
Le successive indagini finanziarie hanno consentito alla Guardia di Finanza di scoprire che le relative provviste erano state costituite mediante bonifici effettuati da una societa' milanese, operante nel settore del commercio all'ingrosso di materiali ferrosi, coinvolta in un vasto giro di fatture per operazioni inesistenti.
I proventi delle transazioni illecite venivano immediatamente bonificati verso Paesi a fiscalita' privilegiata (Svizzera e San Marino), su conti correnti intestati a societa' fittizie.
Lo sviluppo degli elementi raccolti in questo ambito ha portato gli inquirenti a focalizzare la propria attenzione su una nuova societa' con sede nella provincia di Lecco, che aveva emesso, a favore della societa' cremonese, fatture per forniture di metalli ferrosi, operazioni risultate inesistenti.
Dai sopralluoghi e dagli ulteriori accertamenti e' poi emerso che, agli indirizzi corrispondenti alle sedi della societa' in trattazione, non veniva svolta alcuna attivita' commerciale.
Sono state effettuate perquisizioni presso le sedi di 9 societa' lombarde, 2 imprese laziali e presso i domicili di 16 persone fisiche tra amministratori di fatto, prestanome, agenti e autotrasportatori.
I finanzieri hanno quindi delineato due filoni operativi, apparentemente autonomi ma, in realta' connessi per tipologia (illecita e dei settori merceologici interessati) e personaggi coinvolti che si strutturavano in un vero e proprio sodalizio criminale finalizzato alla frode fiscale ed al trasferimento all'estero dei relativi proventi illeciti.
I promotori di tale organizzazione sono risultati due imprenditori milanesi: E.B. ed A.T., rispettivamente di 61 e 62 anni, che si avvalevano di altri sei soggetti, rivestenti il ruolo di prestanome.
L'analisi della documentazione sequestrata hanno fatto inoltre emergere il coinvolgimento di ben 90 societa', con sedi in Lombardia, Veneto, Piemonte, Trentino Alto Adige, Lazio e Campania, tutte utilizzatrici delle fatture per operazioni inesistenti emesse dalle societa' dei due imprenditori lombardi.
Al termine delle operazioni sono stati contestati i seguenti reati: art. 416 (associazione a delinquere, 8 soggetti) ed art. 468 (contraffazione di sigilli, 1 soggetto) codice penale; art. 2 (dichiarazione fraudolenta mediante utilizzo di f.o.i., 98 soggetti), art. 4 (dichiarazione infedele, 98 soggetti), art. 8 (emissione di f.o.i., 11 soggetti) ed art. 10 (distruzione di documentazione contabile, 2 soggetti) D. Lgs. 74/2000.
Il Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale Ordinario di Milano, Maria Letizia Mannella, ha emesso 16 informazioni di garanzia ed avvisi di conclusione indagini nei confronti dei soggetti milanesi implicati ivi compresi i menzionati due imprenditori lombardi, promotori ed organizzatori del sistema fraudolento smantellato dal Nucleo di Polizia Tributaria di Cremona.

Sono stati così individuati "due filoni operativi connessi che si strutturavano in un vero e proprio sodalizio criminale finalizzato alla frode fiscale ed al trasferimento all'estero dei relativi proventi illeciti", spiegano i finanzieri. La società 'fantasma' d'ingrosso di materiali ferrosi infatti era il perno di un vasto giro di fatture per operazioni inesistenti. I proventi delle transazioni illecite venivano popi dalla società immediatamente bonificati verso Paesi a fiscalità privilegiata, come Svizzera e San Marino, su conti correnti intestati a società, anch'esse risultate fittizie. I promotori dell'organizzazione sono stati individuati in due imprenditori milanesi di 61 e 62 anni, che si servivano poi di sei prestanome. Attraverso i documenti sequestrati le fiamme gialle hanno scoperto il coinvolgimento di 90 società, con sedi in Lombardia, Veneto, Piemonte, Trentino Alto Adige, Lazio e Campania, tutte utilizzatrici delle fatture per operazioni inesistenti emesse dalle società dei due imprenditori lombardi.
Il meccanismo ideato permetteva alle imprese di crearsi costi fittizi, generando Iva a credito da compensare con le vendite e, con il contante restituito a chi emetteva fatture false attraverso ricevute bancarie, di costituire fondi extra-contabili. Le prove raccolte - sottolineano i finanzieri - tanto che numerose società coinvolte si sono già avvalse della facoltà prevista dalla legge di aderire al contenuto integrale dei processi verbali di constatazione e delle sanzioni: così 15 milioni di euro sono già stati versati nelle casse dell'erario.
All'operazione black steel hanno partecipato 77 reparti della Gdf e si è conclusa con la constatazione di un'evasione fiscale di oltre 210 milioni di euro, la scoperta di fatture false per circa 177 milioni di euro, la segnalazione di 108 persone fisiche, legali rappresentanti o amministratori di fatto delle 98 società coinvolte, all'autorità giudiziaria competente. I reati contestati, a vario titolo, sono associazione a delinquere, contraffazione di sigilli, dichiarazione fraudolenta, dichiarazione infedele, distruzione di documentazione contabile. Il sostituto procuratore della Repubblica del Tribunale di Milano, Maria Letizia Mannella, ha emesso - conclude la gdf - 16 informazioni di garanzia ed avvisi di conclusione indagini nei confronti dei soggetti milanesi coinvolti nell'organizzazione, compresi i due imprenditori che hanno ideato e promosso il complesso girodi frode.

Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, i promotori dell'organizzazione erano due imprenditori milanesi: E.B. ed A.T., rispettivamente di 61 e 62 anni, che si sono avvalsi di altre sei persone, con il ruolo di prestanome.
L'analisi della documentazione sequestrata e i riscontri investigativi hanno fatto emergere il coinvolgimento di una novantina di societa', con sedi in Lombardia, Veneto, Piemonte, Trentino Alto Adige, Lazio e Campania, tutte utilizzatrici delle fatture per operazioni inesistenti emesse dalle societa' dei due imprenditori lombardi. Numerose aziende implicate si sono gia' avvalse, al termine delle attivita' di verifica di 'saldare il debito': 15 milioni di euro sono stati versati nelle casse dell'erario.
Sono 16 le informazioni di garanzia e avvisi di conclusione indagini nei confronti dei soggetti milanesi implicati, compresi i due imprenditori promotori e organizzatori della frode, emessi dal sostituto procuratore di Milano, Maria Letizia Mannella. In particolare a otto persone e' stato contestato il reato di associazione a delinquere, mentre 98 persone dovranno rispondere di dichiarazione infedele. Tra i reati contestati anche contraffazione di sigilli, dichiarazione fraudolenta e distruzione di documentazione contabile.

Direttore Cremona24ore
direttore@24oreonline.it
2010-05-27

 


       



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